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Sequestro lampo per 5 pescherecci mazaresi

Le imbarcazioni, intercettate da una motovedetta egiziana, sono state rilasciate dopo poche ore

27 luglio 2012

Sono stati rilasciati, dopo un sequestro lampo durato poche ore, i 5 motopesca della flotta di Mazara del Vallo intercettati da una motovedetta egiziana a 25 miglia dalla costa nordafricana. Le imbarcazioni - 'Luna Rossa', 'Flori', 'Eros', 'Atlantide' e 'Ghibli' - erano state dirottate ieri sera nel porto di Alessandria.
Secondo le informazioni giunte al distretto Cosvap di Mazara del Vallo, il sequestro sarebbe avvenuto in acque internazionali. Una trentina i marittimi imbarcati sui cinque pescherecci. Sono stati alcuni componenti degli equipaggi a lanciare l'allarme al presidente del Cosvap, consorzio di operatori della pesca, Giovanni Tumbiolo. Lo stesso Tumbiolo ha informato il ministro degli Affari esteri Giulio Terzi che aveva appena concluso una visita ufficiale proprio in Egitto. Terzi ha subito chiesto al console di Alessandria di assistere i marinai dopo l'arrivo in porto, previsto nella tarda serata, e all'ambasciatore al Cairo, Claudio Pacifico, di mettersi in contatto con il ministero degli Esteri egiziano, Kemal Amr.

A tarda notte, i pescherecci sono stati autorizzati a lasciare il porto di Alessandria, con tutti i marinai a bordo. A comunicare la notizia del rilascio è stato proprio Giovanni Tumbiolo. "Ho sentito i capitani delle imbarcazione e mi hanno riferito di stare tutti bene - ha detto Tumbiolo - Non c'è stata alcuna aggressione, sono stati avvicinati dalla motovedetta che ha sequestrato i documenti di bordo. Ho già contattato il nostro ambasciatore Claudio Pacifico, che era insieme al ministro degli Esteri Giulio Terzi. E' stata immediatamente attivata la rete diplomatica per fornire assistenza ai nostri pescatori". "Prima di potere lasciare l'Egitto però - ha spiegato il presidente del Cosvap - i nostri marittimi hanno dovuto dichiarare che non avrebbero più esercitato la pesca entro 24 miglia dalla costa di quel Paese. Ad alcuni addirittura è stato fatto dichiarare che non avrebbero potuto pescare entro le 200 miglia". "Al di la' di ciò - ha concluso Tumbiolo - quel che conta è che si restringe sempre di più lo spazio in cui i nostri marittimi possono pescare. Si pensi alle restrizioni imposte dalla Libia e da altri Paesi. Ma allora dove possono esercitare l'attività di pesca i nostri marittimi? Urge l'istituzione di un tavolo attorno cui far sedere anche i rappresentanti dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo per potere decidere modalità di cooperazione e di sfruttamento congiunto del mare e delle sue risorse".
Con l'Egitto non c'erano mai stati incidenti perché le sue coste restavano lontano dalle rotte seguite nelle battute di pesca. Da qualche tempo la flotta di Mazara del Vallo ha però allargato il campo d'azione.

In Egitto si trova anche il peschereccio Fatima II di Siracusa, al centro di un giallo internazionale dopo l'ammutinamento - tra il 12 e il 13 luglio - di tre componenti dell'equipaggio (due egiziani e un tunisino) che avrebbero scaricato in mare altri tre marittimi. Nessuna notizia del capobarca Gianluca Bianca: la moglie lo ha sentito al telefono la sera del 13 luglio. E' stato l'ultimo contatto. I tre naufraghi, soccorsi da motovedette greche, hanno riferito di avere sentito uno sparo a bordo. Alla richiesta di chiarimenti i tre nordafricani avrebbero detto che il comandante era stato ucciso e gettato in mare. Nei giorni scorsi il Fatima II è stato rintracciato al largo del porto di Rashid, a 65 chilometri da Alessandria, ma a bordo non c'era nessuno. Due dei tre ammutinati sarebbero stati fermati dalla polizia ma fino a ora né la magistratura di Siracusa né i familiari di Bianca sono riusciti ad avere notizie sulla sorte del comandante (LEGGI).

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, GdS.it, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

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27 luglio 2012
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