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Sequestro milionario ad un boss catanese

Sequestrati beni del valore di oltre 2 mln di euro al referente nella zona di Santa Venerina del clan Ercolano-Santapaola

11 novembre 2010

Beni per due milioni di euro, tra società, immobili, terreni, automezzi e conti correnti, sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia di Catania a un presunto esponente di Cosa nostra, Antonino Castorina, di 57 anni, originario di Santa Venerina. L'uomo è stato condannato dalla Corte d'assise d'appello del capoluogo etneo a 11 anni e due mesi di reclusione, con sentenza divenuta irrevocabile nel 2002, per aver fatto parte dell'associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.
Il sequestro, in applicazione delle norme antimafia, è stato disposto dal Tribunale di Catania sulla base delle indagini svolte dalla Dia che ha accertato forti profili sperequativi tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto, che, secondo l'accusa, sarebbe da ricondurre a attività illegali connesse ad un organico e prolungato rapporto di affiliazione all'organizzazione mafiosa.

Il sequestro scaturisce da un'articolata attività di indagine del centro operativo di Catania confluita in una proposta di iniziativa del direttore della Dia, il generale dei carabinieri Antonio Girone. Secondo l'accusa, Castorina era considerato il referente nella zona di Santa Venerina del clan Ercolano-Santapaola. Era stato arrestato per associazione mafiosa nell'ambito delle operazioni Ciclope e Dafne, rispettivamente nel 1996 e 1997, rimanendo in carcere dal 1998 al 2006. Uno dei suo figli, Filippo Castorina, è accusato di avere sostituito il padre mentre quest'ultimi era in prigione, ed è stato arrestato nel 2001 nell'ambito dell'operazione Euro racket, rimanendo detenuto fino al 2004.
Le indagini della Dia di Catania, anche di ordine tecnico-finanziario hanno evidenziato che beni ufficialmente non posseduti da Antonino Castorina erano intestati a lui e, fittiziamente, anche a suoi familiari.

Durante l'operazione sono stati sequestrati: a Santa Venerina terreni per complessivi 2.500 metri quadrati e un'elegante villa con piscina e quattro automezzi. Sequestrate anche un'impresa individuale di impianti idraulici; quote societarie di una cooperativa che opera nel settore della gestione del servizio di autorimessa, e rapporti bancari e postali su tutto il territorio nazionale.

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

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11 novembre 2010
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