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Sergio Mattarella: un palermitano a piedi per le vie di Roma

Il nuovo presidente della Repubblica, finché può, vuole mantenere le sue solite abitudini

02 febbraio 2015

I Siciliani, e i Palermitani in particolare, gioiscono per l’elezione di Sergio Mattarella a nuovo Presidente della Repubblica. La battuta più frequente di questi giorni mette insieme la prima e la seconda carica dello Stato (il presidente del Senato, Pietro Grasso) e invoca lo scudetto per i Rosanero, così da avere la possibilità di dire "i paleimmitani su i miegghiu i tutti" (i palermitani sono i migliori di tutti).
Nel capoluogo siciliano molti riscoprono di conoscerlo, di averlo visto al bar, d’aver scambiato quattro chiacchiere con lui, lì in quel bar che c’è lungo via Libertà... Mah?
Mattarella sembra piacere alla maggior parte. E così è risultato dalla votazione al Quirinale. Piace a Vendola e per lui hanno votato anche svariati accoliti di Berlusconi, nonostante il chiaro dikat dell’excavaliere che aveva intimato ai suoi, anche sabato, di imbucare nell’insalatiera scheda bianca.
Ovviamente, fioccano abbondanti diverse "teorie del gomblotto", per non parlare di quanti fanno a gara per scoprire tutti gli scheletri nell’armadio di quest’uomo, fino a qualche settimana fa, per nulla contemplato, nonostante la sua lunga storia politica, civile e nonostante l’importante carica che ha ricoperto negli ultimi anni. Per nulla contemplato al punto tale che sono numerosi quelli che stanno scoprendo adesso il perché la legge elettorale si chiami Mattarellum.
Francamente tutto ciò ci sembra uno sfoggio del solito campanilismo, pressapochismo e tifo da "Nazionale ai mondiali" che dipinge il solito ritratto un po’ triste - ma unitario - dell’Italiano medio, che gioisci, si arrabbia o si indigna un po’ così, un po’ a caz... so.

Intanto, il neo capo dello Stato Sergio Mattarella ha dimostrato di voler mantene, finché può, le sue solite abitudini. Ieri mattina ha raggiunto (a piedi) la chiesa dei Santi Apostoli, in centro a Roma, per partecipare alla messa. Al termine della messa, ha deciso di non prendere la ormai tradizionale Panda con la quale si è spostato in questi giorni e di raggiungere ancora a piedi la foresteria della Consulta. Nessuna dichiarazione per il nuovo capo dello Stato accolto dagli applausi di chi lo incontrava.
Mattarella è tornato a piedi alla Consulta dalla chiesa di Santi Apostoli per rispettare le disposizioni del blocco del traffico del centro di Roma. Il capo dello Stato ha voluto adeguarsi alle norme che rispettano tutti gli altri comuni cittadini: una passeggiata, quindi, non casuale ma volutamente scelta.

Uscito dalla chiesa, Mattarella si è intrattenuto con alcune suore che avevano partecipato alla funzione ed ha posato con loro per una foto. "Pregate per me affinché io sia uno strumento per il bene del Paese", ha detto il presidente Mattarella alle religiose che si sono complimentate con lui per l'incarico. "Per noi è stata una grande sorpresa vederlo entrare in chiesa. Si è dimostrata una persona gentilissima ed educata. Abbiamo promesso che pregheremo per lui", ha sottolineato suor Maria, una religiosa polacca che si è intrattenuta per una brevissima chiacchierata con Mattarella.

Il neopresidente della Repubblica si è poi diretto a casa del presidente emerito Giorgio Napolitano, in vicolo dei Serpenti nel rione Monti, per un colloquio privato. "Ho ringraziato il presidente Napolitano per quanto fatto in questi sette anni", ha detto Mattarella al termine di un colloquio, durato oltre un’ora. "Napolitano mi ha fatto gli auguri per il mio settennato".
Non è stato un incontro di routine quello che si è svolto nell'abitazione dei coniugi Napolitano: "Abbiamo scambiato qualche opinione", ha aggiunto Mattarella con l'understatement che lo caratterizza. E certamente Napolitano, con i suoi nove anni di esperienza che lo incoronano come "recordman" di permanenza al Colle, avrà dispensato a Mattarella una serie di consigli sulla gestione della macchina presidenziale. Una consultazione al più alto livello che avrà dato al nuovo presidente anche spunti per la spina dorsale del discorso che sta costruendo e aggiornamenti sui dossier quirinalizi che inevitabilmente da martedì planeranno sulla sua scrivania.

I queste ore Mattarella è impegnato a scrivere il suo discorso alle Camere con i più stretti collaboratori. Che confermano: "sarà certamente un intervento asciutto", nella ricerca di condensare messaggi diretti in poco tempo.
Un discorso ancora tutto da chiudere ma che certamente sarà indirizzato a chi lo ha votato in Parlamento e a chi non lo ha votato, in nome di quel ruolo di garanzia assoluta che Mattarella vuole fissare nella pietra sin da subito. Una ricerca immediata, quasi istintiva di unità del Paese: unità e alleanza d'intenti per uscire dalle secche della crisi tutti insieme diretti verso una repubblica nuova e più moderna attraverso cambiamenti da fare certamente ma con accuratezza.
Il discorso alle Camere, confermano i suoi collaboratori, si muoverà proprio sulle linee indicate in quindici parole dallo stesso Mattarella: "rapporto diretto con gli italiani, grande attenzione ai bisogni della gente, agli interventi per agganciare la ripresa, alla coerenza internazionale e l'indispensabilità dell'Unione europea". Senza dimenticare, certo, le riforme che tanto hanno segnato il percorso di Giorgio Napolitano. Anche e soprattutto quelle economiche, che forse la gente attende con maggiore apprensione.

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02 febbraio 2015
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