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Serve la coesione forte degli imprenditori e che lo Stato e le istituzioni siano vicine ed attive accanto a loro

29 novembre 2007

''Serve un patto forte tra i produttori di benessere e di ricchezza, cioè le imprese e i produttori di legalità, cioè lo Stato e le istituzioni''.
E' questo l'appello del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, ospite ieri della Commissione parlamentare antimafia dopo il raid criminale nella sede nissena dell'Associazione imprenditoriale (leggi). Un episodio al quale si è aggiunto quello dell'altro ieri notte, sempre a Caltanissetta, con il tentativo di rompere la porta d'ingresso della sede del Consorzio Asi (Area sviluppo industriale).
''Adesso - ha detto Montezemolo - ci aspettiamo comportamenti virtuosi anche dal mondo della politica, e la relazione delle imprese della provincia siciliana deve diventare un modello non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese''.
A margine dell'audizione il leader degli industriali ha definito l'assalto alla sede siciliana come ''un fatto molto grave''.

Per il procuratore nazionale Antimafia Piero Grasso, che è intervenuto durante l'audizione in corso dinanzi alla commissione Affari costituzionali della Camera sul tema della sicurezza, ''questo è il momento di far sentire, in tutti i modi possibili, la presenza dello Stato al fianco degli imprenditori''.
Il procuratore Grasso ritiene che ''non si può pretendere una reazione degli imprenditori contro la criminalità organizzata, cosa che comunque c'è stata, senza che lo Stato dia loro maggiore fiducia e sicurezza: serve una presenza fisica dello Stato nei cantieri''. Inoltre, il superprocuratore antimafia ha sollecitato l'adozione di un nuovo codice sugli appalti pubblici e le forniture. Ha anche suggerito - per agevolare le denunce contro gli estorsori - che in una prima fase delle indagini sia l'associazione degli imprenditori ''a inoltrare la denuncia per non esporre direttamente il commerciante o l'imprenditore taglieggiato alla ritorsione dei malavitosi''.
Per quanto riguarda l'azione di contrasto all'estorsione - quasi sempre affiancata anche dall'accusa di associazione per delinquere - Grasso ha dato un giudizio positivo sulle operazioni delle forze dell'ordine e della magistratura, condotte in questi ultimi anni. ''Nel 2005 - ha detto - in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia sono state compiute 29 operazioni con 728 arrestati; nel 2006 ci sono stati 487 arresti in 24 operazioni; e nel primo semestre del 2007 (dati di luglio) ci sono state 29 operazioni con 583 arresti''.

Grasso però ha espresso rincrescimento per i casi nei quali dalle sentenze ''non è venuta la conferma della richiesta di condanna per imputati a carico dei quali c'erano addirittura i filmati dei commercianti che gli versavano i soldi del pizzo''.
Una intensificazione dell'attività estorsiva dei clan in Sicilia c'è stata - ha reso noto Grasso - durante la gestione del boss Salvatore Lo Piccolo, successore di Bernardo Provenzano. ''Con la gestione Lo Piccolo - ha spiegato Grasso - gli estorsori sono passati da 500 a mille, con uno stipendio di circa duemila euro al mese, con tanto di tredicesima''.

- ''Gli industriali antimafia'' di Piero Ostellino

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29 novembre 2007
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