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Sesta notte sul tetto...

Gli operai della Delivery Email ancora sul tetto del capannone Fiat. Oggi vertice in prefettura con i sindacati

25 gennaio 2010

"Siamo ancora qui, guardiamo il mare che è davanti a noi all'orizzonte, ma non intendiamo mollare". La voce di Tommaso La Bua è rauca per il freddo, ma non ha intenzione, insieme ai suoi dodici colleghi, operai della Delivery Email, di scendere dal tetto del capannone dello stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Insieme sul tetto, a protestare per il licenziamento ricevuto dal Lingotto (la Delivery Email dal primo febbraio non si occuperà più del servizio di pulizia dei cassoni, attività che la Fiat ha deciso di riassorbire), si trovano da sei giorni. Erano saliti in sedici, ma tre di loro sono stati male. L'altro ieri uno di loro è dovuto scendere per una sospetta polmonite.
Renato Costa, segretario della Fp Cgil Medici in Sicilia sabato ha visitato gli operai della Delivery. "Non ci sono emergenze sanitarie tranne il caso di un lavoratore che necessita di eseguire urgentemente una radiografia al torace per sospetta polmonite - ha spiegato - L'ho invitato ad andare in ospedale ma si è rifiutato di farlo ed è tornato sui tetti del capannone. Per gli altri il freddo, la dieta inadeguata e la saltuaria assunzione di terapie determina qualche problema per il controllo dei valori tensivi- arteriosi per cui si ritiene non prudente continuare la protesta oltre le prossime 48 ore. Le condizioni psicologiche di tutti non sono buone ed è auspicabile una nuova valutazione medica a 48 ore".
"Noi rimarremo qui anche la prossima notte - dice La Bua - fino a quando non avremo garantito il mantenimento del nostro posto di lavoro non scenderemo dal tetto".

Questa mattina il prefetto di Palermo, Giancarlo Trevisone, si è incontrato con i sindacati per individuare una soluzione ad una situazione che diventa sempre più drammatica. All'incontro sono stati presenti oltre ad alcuni operai e a una delegazione delle famiglie, il segretario provinciale della Cgil Maurizio Calà, il segretario generale nazionale della Fisascat Cisl Pierangelo Raineri, il segretario regionale Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò, il segretario provinciale Uilm Vincenzo Comella, il segretario Fiom Cgil di Termini Imerese Roberto Mastrosimone e il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato. Il prefetto auspica che "non escano né vinti né vincitori, ma solo risposte che aprano il cuore alla speranza. Tutti partecipiamo alle difficoltà che sta attraversando il distretto di Termini Imerese, ma dobbiamo essere consapevoli che il destino di questa azienda riguarda tutto il futuro di Termini Imerese. Mi auguro - ha concluso - che nel tavolo convocato a Roma con il governo il 29 gennaio si esca dall'equivoco e si sappia con certezza il futuro dell'azienda".
I sindacati hanno chiesto al prefetto che si spenda affinché la Fiat proroghi la commessa per far tornare i 18 operai al lavoro. Per Maurizio Calà "i lavoratori devono seguire la stessa sorte della Fiat perché la battaglia si fa tutti insieme e il governo deve intervenire"; e per Vincenzo Comella "la Fiat e la Delivery Email devono avere la stessa sorte e questa sarà la pregiudiziale nella riunione che si terrà a Roma con il ministro Scajola". Il sindaco di Termini Imerese ha chiesto "una presa di coscienza della situazione gravissima che porta i lavoratori a stare sul tetto dei capannoni mettendo a repentaglio la loro vita". Mentre per Raineri "non si può pensare che non appena ci sono difficoltà produttive si fermano le catene di montaggio, non è possibile ed è ingiusto e bisogna continuare a sollecitare l'azienda a mantenere la produzione".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, ANSA, AGI]

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25 gennaio 2010
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