Sgarbi offre la cittadinanza onoraria al presidente Napolitano che lo ''ringrazia'' con un rimbrotto
Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, ha consegnato l'altro ieri al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, la cittadinanza onoraria post datata, 14 maggio 2010, della città di Salemi per ricordargli che è stata insignita del titolo di capitale d'Italia il 14 maggio del 1860. Nella pergamena consegnata a Napolitano, Sgarbi ha firmato il documento in qualità di sindaco del 'Comune di Salemi Gibellina' per ricordare, tra l'altro, che il comune limitrofo ricade sul territorio della municipalità guidata da Sgarbi e "che Napolitano credendo di visitare Gibellina si trova in realtà sul territorio di Salemi. Il mio intendimento - dice Sgarbi - è di farne una città unica con un pro sindaco di Gibellina che abbia l'investitura del sindaco di Salemi".
Poi il sindaco Sgarbi, in riferimento alla visita del Capo dello Stato, ha aggiunto: "Non si fa lotta alla mafia con la con la ridicola esibizione di ministri che fanno la catena umana con bambini in un clima di insopportabile retorica profondamente diseducativo e pieno di vuote esortazioni senza alcun riferimento all'orrore che, davanti agli occhi e nell'indifferenza di tutti, distrugge la Sicilia umiliandola rispetto ai monumenti, al paesaggio, e sottraendola anche alla sua vocazione turistica.
Nessun cenno, nonostante la commozione, da parte del Presidente Napolitano alle pale eoliche che hanno sconvolto soprattutto l'area del trapanese in perfetta corrispondenza di interessi mafiosi dimostrati dalla magistratura e in netta drammatica violazione dell'articolo 9 della costituzione.
Oggi Napolitano vedrà il Cretto di Burri a Gibellina irrimediabilmente sfregiato da torre eoliche che lo sovrastano. Continuerà a tacere? Lascerà i bambini nell'ignoranza, con le mani nelle mani, di Maroni e della Gelmini ? Animare una solidarietà senza oggetto . Perché tutti tacciono la verità, difendendo intereressi industriali criminali?".
Il Presidente della Repubblica, nel corso della sua visita a Gibellina, ha infine rivolto parole stizzite al sindaco Sgarbi che ha così ricostruito l'accaduto: "Sono stato invitato alla cerimonia con Napolitano come sindaco di Salemi - città proclamata il 14 maggio del 1860 prima Capitale d'Italia - sul territorio della quale sorge la nuova Gibellina, quindi, in senso letterale, padrone di casa. Sono rimasto compostamente seduto tra i sindaci con la singolarità di una fascia di pancia, unica nota che richiamava ad una lunga tradizione post unitaria. Nel salutarmi, scuro in volto, Napolitano, ha commentato le mie osservazioni alla cerimonia mattutina svoltasi a Palermo e rispetto alla quale avevo osservato la retorica del suo intervento e la mielosa rappresentazione della catena umana tra ministri e bambini. Napolitano ha dimostrato di non avere gradito l'insistente richiesta, anche davanti all'ex Presidente della repubblica francese Valery Giscard d'Estaing, del richiamo alla difesa dell'articolo 9 della Costituzione contro lo stupro del paesaggio causato dalle pale eoliche volute dalla mafia. Mi chiedo perché le cerimonie dell'antimafia non fanno mai riferimento a questo esempio di criminalità mafiosa. Ho dunque indicato la genericità delle manifestazioni antimafia.
Rispetto a queste mie considerazioni Napolitano mi ha redarguito di fronte ad alcuni esterefatti sindaci così dicendo: "Candidati tra 4 anni a scrivere i discorsi del Presidente della Repubblica, invece di fare le chiose ai miei interventi". Non ho nell'immediatezza replicato, osservando l'anomalia della stizzita dichiarazione del Presidente, il quale ha dimenticato che non vi sono le elezioni dirette del Presidente della Repubblica e non ci si può candidare ad una istituzione come la presidenza. Osservo altresì che il Presidente dovrebbe essere il garante di una democrazia nella quale è lecito criticare il Capo dello Stato senza per questo candidarsi a sostituirlo. Il suo rimbrotto è una inaudita anomalia. Il diritto di critica e la richiesta, accorata, di una parola del Presidente della Repubblica in difesa del paesaggio, sono sollecitazione doverosa e non irriguardosa. Io comunque, non mi lascio intimidire da nessuno, nemmeno dal Presidente della Repubblica".
Nino Ippolito
Ufficio per la Comunicazione della Città di Salemi