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Sgarbi (sempre) contro tutti

Vittorio Sgarbi, ex sindaco di Salemi, si scontra e polemizza con l'assessore ex pm Massimo Russo, e con Rita Borsellino

10 febbraio 2012

Vittorio Sgarbi si è dimesso da sindaco di Salemi ma continua a duellare con i siciliani. Sono di ieri gli ultimi due "scontri", uno avuto con l'assessore regionale alla salute ed ex pm Massimo Russo, l'altro con l'eurodeputato del Pd e candidata sindaco di Palermo Rita Borsellino.

E cominciamo con il botta e risposta tra Sgarbi e Russo sulla conoscenza o meno, da parte di quest'ultimo, dell’ex deputato regionale Pino Giammarinaro. "Comprendo umanamente il forte disagio di Vittorio Sgarbi a proposito della proposta di scioglimento del comune di Salemi e dei suoi rapporti con Giammarinaro. Al contrario di quanto accaduto a lui, io ho conosciuto questo signore soltanto nelle aule di giustizia - ha affermato Russo - solo ed esclusivamente in quella sede. Nessun altro contatto di diverso tipo. Posso solo rispondere dei miei atti e come sa bene il signor Giammarinaro, le misure di prevenzione personali e patrimoniali a suo carico sono anche il frutto delle indagini di cui sono stato titolare quando lavoravo alla Dda di Palermo".

Ribatte Sgarbi, che aveva detto che Giammarinaro è stato tra gli alleati di Russo alle scorse elezioni amministrative a Mazara del Vallo: "Sono assolutamente tranquillo. E non provo alcun disagio - ha dichiarato Sgarbi - perché sono certo della gravissima ingiustizia inflitta a Salemi dai pregiudizi che hanno spostato sulla città, schiacciandola, i problemi giudiziari di Pino Giammarinaro, ben conosciuto dall’assessore Russo, magistrato in aspettativa. Il quale, sentendosi chiamato in causa, mostra un imbarazzo umano cercando di negare l’evidenza dei rapporti politici. Io ho semplicemente detto la verità, che può essere confermata da decine di soggetti politici, e cioè che a Mazara del Vallo, Pino Giammarinaro ha appoggiato la candidata sindaco indicata dall’ex Pm Massimo Russo. E allora di questo deve rispondere, se vuole, Russo. Quanto al resto, mi dispiace smentirlo in quella che potrebbe essere una lieve dimenticanza umana, ma che diventa una bugia inaccettabile per l’ex magistrato orgoglioso e per il politico, dal momento che io sono testimone di un incontro tra lui e Pino Giammarinaro. I due hanno lungamente parlato, qualche tempo dopo la mia elezione a sindaco, all’aeroporto 'Falcone e Borsellino' di Palermo, alla presenza, peraltro, della moglie di Russo".
Si attendo, ovviamente, controrepliche da parte dell'assessore Massimo Russo...

E passiamo allo "scontro" tra Sgarbi e Rita Borsellino. L'eurodeputata del Pd si è sentita offesa dalle parole utilizzate da Sgarbi annunciando le sue dimissioni da sindaco:"Per la Sicilia non c'è speranza". "Quelle di Sgarbi - ha commentato Borsellino - sono parole inaccettabili, intrise di luoghi comuni, che dimostrano come non abbia mai capito nulla di questa terra". "In Sicilia la speranza c'è ed è nelle mani dei tanti siciliani e delle tante siciliane che ogni giorno, con onestà e buona volontà, lavorano per il futuro di questa terra - ha proseguito la Borsellino -. Da amministratore ha fallito e si assuma le sue responsabilità, comprese quelle politiche. La Sicilia non ha bisogno di polemisti, ma di persone serie". "La speranza - ha continuato l'europarlamentare - la si costruisce con i fatti, non con le parole. La Sicilia è terra di antimafia, di uomini e donne che hanno dato la vita per la libertà e la democrazia. Sotto questo profilo, il resto del Paese ha solo da imparare dai siciliani e spero lo faccia in fretta, vista la presenza sempre più forte delle mafie al Nord. Anche Sgarbi avrebbe potuto imparare tanto dai siciliani - ha concluso -, ma ha perso una grande occasione".

Vittorio Sgarbi ha replicato così a Rita Borsellino: "Non accetto moralismi ipocriti da una come Rita Borsellino che vive di parole, oltre che di luce riflessa, e non ha mai fatto nulla, di concreto, per la Sicilia e i siciliani, se non mettersi a guardare dall’alto verso il basso e sputare sentenze in nome di un devastante professionismo dell’antimafia che consente a lei e ad altri mediocri come lei, di sopravvivere politicamente utilizzando la mafia come strumento di lotta politica". "Le sue parole sono peggio della lupara, perché servono solo a delegittimare chi, come me, si è misurato nella sfida del cambiamento con i fatti". "Io ho avuto il coraggio di "fare", amministrando una città, confrontandomi sia con i problemi della gente che con i progetti culturali di ampio respiro, rischiando, come sta accadendo, di andare incontro al fango di investigatori infedeli, le cui responsabilità verranno a galla. Il tempo è galantuomo. La Borsellino appartiene a quella categoria di 'becchini della Sicilia' che vedono la mafia anche là dove non c’è".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, AGI, TMNews, Ufficio per la Comunicazione della Città di Salemi]

 

 

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10 febbraio 2012
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