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Sgarbi sulla visita del ministro Cancellieri a Racalmuto...

"E' irriguardoso che il ministro si rechi a Racalmuto e non ritenga suo dovere fare lo stesso con la città di Salemi"

10 aprile 2012

Il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri è oggi a Racalmuto, dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, per portare testimonianza diretta della presenza dello Stato.
La visita del ministro è stata commentata polemicamente da Vittorio Sgarbi, ex sindaco di Salemi, comune commissariato per mafia nello stesso giorno del comune agrigentino. Secondo Sgarbi è "irriguardoso che il ministro si rechi a Racalmuto e non ritenga suo dovere fare lo stesso con la città di Salemi".

"Trovo irriguardoso nei confronti dei cittadini, e soprattutto dei giovani, di Salemi, che il ministro dell'Interno - osserva il noto critico d'arte - si rechi a Racalmuto dopo lo scioglimento del Comune per mafia, e non ritenga suo dovere fare lo stesso con la città di Salemi, ingiustamente condannata all'umiliazione di un giudizio iniquo, basato su indagini false, infondate e deviate, di forze della Polizia e di un maresciallo dei carabinieri, considerate fededegne da un Prefetto (quello di Trapani) inadeguato, e controfirmate, senza alcuna verifica, dallo stesso ministro dell’Interno e dal Presidente della Repubblica".


"Lo Stato di Polizia, che si è rivelato in queste inaudite e insensate indagini - accusa Sgarbi - umilia Salemi e i salemitani come ebrei marchiati sotto il nazismo.
 In queste condizioni denuncio l'atteggiamento pilatesco delle autorità dello Stato e il paternalismo compassionevole della visita a Racalmuto del ministro".

L'ex sindaco di Salemi ha concluso dicendo: "Con il tanto impegno profuso a Salemi, io non ho alcun debito nei confronti dello Stato, che ha invece un debito nei miei confronti, non avendomi ascoltato nonostante mi sia rivolto, per ottenere giustizia, al ministro dell’Interno. La città di Salemi, non più vittima della mafia, ma di un'antimafia subdola e diffamatoria, patisce una ingiustizia che non trova alcun riscontro in fatti, atteggiamenti o comportamenti criminali".

Il ministro Cancellieri a Racalmuto ha voluto dare personalmente il benvenuto alla commissione prefettizia, guidata dal prefetto Gabriella Tramonti, che per i prossimi diciotto mesi guiderà il Comune: "Una rinascita possibile all'insegna della legalità per un paese nobile".
Poi si è recata al teatro Regina Margherita e alla fondazione intitolata allo scrittore Leonardo Sciascia, nato proprio a Racalmuto. Nella sala del consiglio comunale ha incontrato i ragazzi della redazione di "Malgrado tutto", il periodico con il quale aveva collaborato anche Sciascia, che sono stati i promotori dell'iniziativa invitando la Cancellieri a Racalmuto. "Costituite un'associazione, un comitato cittadino, fate in modo che non si perda il tessuto democratico del paese, reagite con forza, la voce del popolo sana di Racalmuto arrivi alla commissione prefettizia. Se non ci sarà la volontà popolare, la determinazione a rispondere - ha concluso il ministro - la rinascita del Comune sarà difficile".
Per quanto riguarda il commento di Vittorio Sgarbi, il ministro dell'Interno ha dichiarato: "Io sono una e oggi sono a Racalmuto ma avrò molta attenzione anche per Salemi, anche se non intendo entrare in polemica".
A Racalmuto è arrivato anche il procuratore della repubblica di Palermo, Francesco Messineo: "La mafia continua ad avere una forte presa e ad esercitare un ruolo nella politica, dove in ultima analisi contano i voti. Questo è molto disruttivo: la società civile non può crescere fino a quando non avrà ripudiato la mafia. Un obiettivo che può sembrare irrealistico, ma che è una speranza".

La risposta telegrafica della Cancellieri non è però piaciuta a Sgarbi che ha subito inoltrato un comunicato stampa nel quale ha scritto: "L'attenzione per Salemi il ministro Cancellieri non l’ha avuta e non l'avrà, ma perlomeno potrà risparmiarsi di portarmi i fiori al cimitero come ha fatto con Sciascia".
"A lei e al Procuratore Messineo rispondo che i 'commerci con la mafia' vanno combattuti quando ci sono, non inventati. E a Salemi non c'erano. Salvo riesumare personaggi politici non indagati per mafia e farli diventare pericolosi mostri, generati, appunto, dal sonno della ragione e dall’alterazione della realtà.
Se le ipotesi di Messineo fossero giuste, nessuno dovrebbe fare politica con l'Udc, l'Mpa, il Pid, il Pd e il Pdl in cui esponenti - e tra questi il Presidente della Regione e il Presidente del Senato - sono indagati".
"In realtà
- si legge ancora nel comunicato di Vittorio Sgarbi -, giornalisti come Felice Cavallaro, che hanno stimolato la visita della Cancellieri a Racalmuto, sono stati a Salemi e hanno visto che il fervore culturale e le iniziative di quella città avevano tenuto lontano ogni tentativo di infiltrazione mafiosa. Oggi quella realtà, dopo lo sforzo evidente e davanti al mondo, certamente più impegnativo che a Racalmuto, è mortificata, e i giovani marchiati come ebrei da uno Stato di Polizia autoritario e prepotente che vuole trovare la mafia dove non c’è, ed esercita e applica le sue inutili e antidemocratiche purghe. Né la Cancellieri può dire, che, io vivo, non l'avessi informata. E dunque, invece di accettare le ricostruzioni false e ispirate da un profondo odio per la cultura dei suoi poliziotti, poteva applicarsi e studiare la rinascita di Salemi oggi interrotta dai suoi commissari alla ricerca di una legalità delle parole, tanto care a chi si applica a distruggere invece che a costruire".

 

 

 

 

 

 

 

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10 aprile 2012
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