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Sgominata una vasta organizzazione che controllava le scommesse ippiche clandestine in 5 regioni d'Italia

04 maggio 2006

Blitz della polizia stamane nel mondo dei giochi e delle scommesse legate all'ippica. Le persone coinvolte sono accusate di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata a danno dello Stato e dell'U.N.I.R.E., frode in gare sportive e violazione della normativa in materia di doping.
Secondo le prime indagini, oltre a truccare le corse l'organizzazione somministrava sostanze dopanti ai cavalli e aveva sul proprio libro paga anche i drivers. L'operazione, che ha interessato la Campania, la Puglia, il Veneto, l'Emilia Romagna e la Sicilia, è stata coordinata dalla squadra mobile di Napoli e dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, in collaborazione con le squadre Mobili di Roma, Palermo, Foggia, Forlì, Modena, Padova, Rovigo e Siracusa. Quindici i provvedimenti restrittivi da eseguire.

Le indagini sono partite dall'operazione “Green speed” avviata nel 2002 dalla Squadra Mobile di Roma e che nel 2004 portò alla denuncia di 77 persone, responsabili di commercio illegale di sostanze dopanti poi somministrate a cavalli da corsa. Queste indagini hanno portato oggi al blitz della polizia con il quale è stata smantellata un'articolata organizzazione criminale che era riuscita a infiltrarsi e ad operare in numerosi ippodromi italiani e a controllare i risultati delle gare.
Proprio dall'operazione del 2004 eseguita dalla Mobile capitolina, emersero forti segnali dell'esistenza, nel capoluogo campano, di un'organizzazione analoga a quella sgominata a Roma. Da qui il via ad approfondite indagini condotte dalla Squadra Mobile partenopea in strettissima collaborazione con quelle di Roma e Palermo e, a partire da questo importante lavoro investigativo, l'individuazione dei soggetti coinvolti nella truffa e dei meccanismi di condizionamento delle corse.

Secondo un recente rapporto della LAV (Lega Antivivisezione), sono sempre più numerosi i reati connessi con le gare ippiche. Nelle casse della criminalità organizzata è soprattutto il business delle corse clandestine a postare somme ingenti, ma i traffici sono anche legati a detenzione e spaccio di droga, uso di sostanze dopanti, ricettazione, associazione per delinquere, maltrattamento degli animali, gioco d'azzardo, estorsione, truffa e alterazione di corse ippiche. Il giro d'affari, tra scommesse clandestine e truffe nell'ippica, frutta alla criminalità organizzata circa 1 miliardo di euro l'anno.

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04 maggio 2006
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