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Si aggrava la posizione di Marcelletti

Nuovi pesanti elementi contro il primario della Cardiochiurgia pediatrica del Civico di Palermo

08 maggio 2008

"Ti voglio bene zio baffetti" ha scritto Giovanni, 8 anni, di Salerno... Sono stati molte le lettere e i disegni consegnati alla portineria dell'abitazione del prof. Carlo Marcelletti, il primario della Cardiochiurgia pediatrica dell'ospedale Civico di Palermo arrestato ieri per concussione, truffa, peculato e pedopornografia.
Dimostrazioni di affetto e solidarietà anche dai genitori dei piccoli pazienti che vengono da diverse parti d'Italia e anche dall'estero. Tutte persone che parlano bene del primario e ricordano che talvolta Marcelletti pranzava con i bambini nelle stanze d'ospedale. Alcuni genitori ricordano come gli impiegati dell'associazione guidata da Marcelletti li abbiano aiutati a trovare alloggio a Palermo e che mai qualcuno ha chiesto loro denaro per anticipare turni di ricovero. "Il dottor Marcelletti - ha detto un mamma ai giornalisti che assediano il padiglione di cardiochirurgia - prima di andare via dall'ospedale passava a salutare tutti i bimbi ricoverati".
Sono veramente tanti i genitori a riporre su Marcelletti la propria fiducia, al punto che hanno deciso di esprimere la loro solidarietà a Marcelletti con una fiaccolata che dovrebbe partire stasera proprio dall'ingresso del reparto di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale civico di Palermo.

Intanto la posizione del medico si è aggravata. Infatti, nelle ultime ore sono emersi nuovi pesanti elementi contro Marcelletti. Ci sarebbero centinaia di sms e mms a luci rosse scambiati l'estate scorsa tra il cardiochirurgo e una ragazzina, tredicenne, figlia di una sua amica, intercettati dagli inquirenti che indagavano sul professionista. Il medico si sarebbe fatto passare per il proprio figlio facendole credere di essere molto più giovane, quasi suo coetaneo, per poi rivelare la propria identità.
La ragazzina (che usava il cellulare della madre) è stata ascoltata in procura, alla presenza di una psichiatra, e ha confermato tutto.
In base a questi nuovi elementi la procura e il gip di Palermo hanno avviato le procedure per l'intervento del tribunale dei minorenni nella vicenda di Marcelletti. I magistrati minorili stanno adesso valutando il comportamento dei genitori della tredicenne, appartenente alla Palermo-bene, con cui Marcelletti avrebbe avuto rapporti. Secondo il giudice la madre, che era a conoscenza dello scambio di sms e mms erotici tra il cardiochirurgo e la figlia, non sarebbe idonea a educare la ragazzina. Il tribunale potrebbe quindi decidere che venga tolta alla famiglia e affidata a un istituto. La decisione è attesa nei prossimi giorni.

Gli sms erano stati inviati a commento di altri messaggi-video, gli mms, spediti e letti in precedenza, e dal contenuto che in ambienti investigativi viene definito "inequivocabile". Gli inquirenti avevano messo il cellulare del medico sotto controllo per le vicende riguardanti gli appalti e le operazioni effettuate in regime "intramoenia" e si sono imbattuti in messaggi di ben altro tipo. Secondo quanto si è appreso, l'intercettazione degli mms non sarebbe stata autorizzata dal gip e il loro contenuto è stato ricostruito grazie ai successivi sms di commento.
Sebbene non abbia ritenuto di dare l'autorizzazione a intercettare gli mms, il gip Pasqua Seminara aveva ipotizzato l'accusa di violenza sessuale. Ma la possibilità di aggravare le accuse spetta ai pm Fabrizio Vanorio e Caterina Malagoli, che hanno ritenuto di non esercitarla. I due rappresentanti della procura hanno intanto fatto ricorso al tribunale del riesame contro il mancato arresto in carcere di Marcelletti, al quale il gip, nonostante la richiesta dei pm, ha concesso i domiciliari.

Il cardiochirurgo sarà sottoposto oggi al primo interrogatorio e i suoi legali sono certi che potrà dimostrare rapidamente la sua totale estraneità a tutte le accuse.
Intanto Marcelletti è stato sospeso dall'incarico di direttore dell'Unità operativa di cardiochirurgia pediatrica dell'ospedale civico di Palermo. Una procedura obbligata, sottolinea l'azienda ospedaliera, quando viene applicata una misura cautelare.

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08 maggio 2008
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