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Sì al decreto 'svuotacarceri'. E chiudono gli ex manicomi criminali

Tra i punti salienti il ricorso ai domiciliari in diversi casi e la chiusura nel 2013 degli Opg

26 gennaio 2012

Il Senato ha approvato con 226 sì 40 no e otto astenuti il decreto presentato dal ministro della giustizia Paola Severino sul sovraffollamento delle carceri che ora passa all'esame della Camera. A favore Pdl, Pd e Terzo Polo, contro Lega Nord e l'Idv.
Tra i punti salienti il ricorso agli arresti domiciliari in diversi casi e la chiusura entro il 31 marzo del 2013 degli Opg (Ospedali psichiatrici giudiziari), gli ex manicomi criminali.
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha dichiarato la propria "soddisfazione per il superamento di una pagina drammatica e vergognosa, anche in seguito alla preziosa attività svolta dalla Commissione senatoriale d'inchiesta presieduta dal senatore Ignazio Marino".

Soddisfatta per l'esito del voto sul dl "svuotacarceri" Silvia Della Monica, capogruppo Pd in commissione Giustizia, secondo il quale "il decreto approvato dal Senato costituisce l'inizio di un percorso virtuoso che deve ridefinire i rapporti tra difesa sociale e rispetto dei diritti umani, tra carcere e società, tra rieducazione e reinserimento". "È stato un merito del Parlamento - ha proseguito Della Monica - l'aver posto l'attenzione sul tema del carcere, troppo spesso dimenticato. Oltre ad aver segnalato le perenni emergenze, non solo in termini di edilizia penitenziaria, ma anche e soprattutto sul prevedere misure che lo rendano davvero l'estrema ratio". "Non siamo ancora ad una riforma di sistema - ha concluso Della Monica - sono necessarie ancora modifiche importanti, a partire da quella sulla recidiva come modificata dalla legge Cirielli, tuttavia è significativo che in prospettiva gli effetti del decreto agiranno sulla ridefinizione dei rapporti tra libertà e autorità, tra difesa sociale e rispetto dei diritti umani, oggi gravemente alterati".

Il senatore del Pd Ignazio Marino ha definito un "passo storico" la chiusura degli ex manicomi criminali. "Chiudiamo strutture che per ottant'anni sono rimaste uguali a se stesse, diventando il luogo in cui celare ciò che per alcuni erano solo 'rifiuti umani'".
Sono passati 600 giorni da quando, nel giugno 2010, la Commissione d'inchiesta del Senato sull'efficacia ed efficienza del Servizio sanitario nazionale entrò nel manicomio criminale Barcellona Pozzo di Gotto (Me). "Davanti a noi - racconta il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione - uno spettacolo imbarazzante. Le lenzuola sporche, i muri scrostati dall'umidità, la muffa, i materassi accatastati, gli uomini lasciati senza cure e costretti in condizioni disumane. Il primo uomo che ho visto era nudo, legato con delle garze, sdraiato su un letto. Era in queste condizioni da cinque giorni".
La Commissione avviò un'indagine sugli Opg di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), Aversa (Ce), Napoli, Montelupo Fiorentino (Fi), Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere. Le immagini raccolte durante le ispezioni diventarono un documentario. E la malattia mentale ha smesso di essere una ferita da nascondere alla società.

La legge, così come approvata dal Senato - ha spiegato Marino - indica le caratteristiche e sancisce tempi certi per l'individuazione delle nuove strutture, interamente a carattere ospedaliero con una rete di vigilanza esclusivamente esterna, che permetteranno di superare gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Il termine è il 31 marzo 2013. "Questo voto responsabilizza tutti - ha sottolineato il senatore - Stato Regioni, Magistratura. Nessuno potrà più dire 'io non sapevo' o 'io non posso', perché queste 1.500 persone internate, nella maggior parte dei casi senza garanzia delle cure e senza rispetto della loro dignità, devono da tutti noi essere percepite come una ferita ed una vergogna nel nostro vivere civile". "È importante intervenire su questa realtà - ha detto ancora Marino -. Basti pensare che dei 1500 pazienti rinchiusi negli Opg, poco più della metà (il 60%) è internato perché ritenuto socialmente pericoloso. Tutti gli altri non sono stati liberati perché non hanno un progetto terapeutico, non hanno una famiglia che li accolga o una Asl che li possa assistere. E' come se fossero rifiutati dai "loro" territori perché mancano le risorse".

Ma dove andrà chi è dentro? "Ci saranno strutture sanitarie in ogni Regione, le deciderà un decreto congiunto a firma del ministero della Giustizia e della Salute. Ognuna avrà un team composto da psicologi, psichiatri e personale medico pronto ad affrontare le esigenze dei malati autori di reato. La polizia penitenziaria invece farà vigilanza esterna".

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it]

- La corsia n° 6 è a Barcellona Pozzo di Gotto (Guidasicilia.it, 16/07/10)

- L'orrore degli Opg (Guidasicilia.it, 01/08/11)

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26 gennaio 2012
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