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Sì all'accordo Ue-Marocco

I Paesi Euromediterranei contrari all'intesa sul libero mercato di agricoltura e pesca con il Marocco

17 febbraio 2012

Il Parlamento europeo ha dato il via libera all'accordo sul libero mercato di agricoltura e pesca con il Marocco, ma la plenaria si è nettamente divisa (369 sì, 225 no e 31 astensioni). Il relatore francese, Josè Bovè (Verdi) ne aveva proposto la bocciatura considerandolo dannoso per gli agricoltori europei. La divisione, più che per gruppi politici, è stata per gruppi nazionali, con Spagna e Portogallo in prima fila tra i contrari dei paesi mediterranei.
Il Parlamento europeo, con una votazione sofferta, ha quindi approvato l'accordo Ue-Marocco che liberalizza, in parte, il commercio di prodotti agricoli e di pesca, ma ha anche adottato una risoluzione che esprime una serie di preoccupazioni legate alle possibilità di frodi e di violazioni delle norme previste dal testo. L'accordo commerciale ha, in generale, l'obiettivo di aumentare il commercio fra l'Unione e il Marocco e sostenere la transizione democratica che è iniziata in seguito alla Primavera araba. La maggioranza dei deputati afferma, infatti, che l'accordo dovrebbe aiutare a risolvere i problemi sociali, economici e di sicurezza del Paese. Tuttavia, una minoranza significativa si è espressa contro l'accordo, compreso il relatore del testo che ha ritirato il suo nome dalla relazione, per "gli effetti negativi sui piccoli agricoltori europei, per le condizioni precarie di lavoro e ambientali in Marocco e per l'inclusione del territorio del Sahara Occidentale, punto che violerebbe il diritto internazionale".

L'accordo commerciale votato, rappresenta una tappa verso un accordo di libero scambio, stabilendo l'aumento delle quote di scambio per una serie di prodotti che potranno essere importati a tariffe doganali basse o pari a zero. Verrà infatti eliminato immediatamente il 55% delle tariffe doganali sui prodotti agricoli e di pesca marocchini (dal 33% attuale) e il 70% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell'Ue in 10 anni (rispetto all'1% attuale). Quanto alle misure di salvaguardia per i produttori europei, non saranno liberalizzati produzioni quali pomodori, zucchine, cetrioli, aglio, clementine e fragole. Inoltre, sono previste delle quote di scambio che tengono conto della produzione stagionale europea per gli stessi prodotti in modo da evitare distorsioni sul mercato comunitario. Il Marocco ha l'obbligo di rispettare, nell'esportazione dei propri prodotti gli standard sanitari europei.
Il voto sull'accordo è stato seguito da una risoluzione adottata con 398 voti a favore, 175 contrari e 50 astensioni, in cui i deputati chiedono alla Commissione Ue "di monitorare con molta attenzione il rispetto delle quote e di rafforzare i controlli alle frontiere per evitare frodi e violazioni dei prezzi all'importazione". La risoluzione chiede anche una valutazione d'impatto dell'accordo sugli agricoltori europei.

L'intesa raggiunta dall'Europarlamento non è stata accolta per nulla bene dal mondo politico e agricolo italiano e da quello siciliano in particolare, proprio per le conseguenze negative che la sua applicazione potrebbe avere sul nostro sistema agricolo ed agroalimentare.
"Bisogna bloccare il trattato tra Ue e Marocco o la nostra agricoltura sarà condannata alla fame" aveva affermato con forza nei giorni scorsi il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. "O si blocca un trattato come questo oppure è inutile discutere - aveva aggiunto Lombardo - si condanna l'economia meridionale e siciliana, centinaia di migliaia di persone, alla fame". Lombardo ha pure inviato due lettere al presidente del Consiglio Mario Monti, nelle quali ha sottolineato la necessità di "rivolgere un appello e un allarme sulle conseguenze destabilizzanti e penalizzanti per l'economia, per i giovani e per le prospettive di sviluppo della Sicilia e delle regioni meridionali, che deriverebbero dall'approvazione dell'accordo tra Ue e Marocco".

Il Marocco ha creato 1.200 ettari di nuovi impianti per la produzione di agrumi. Secondo il ministero dell'Agricoltura marocchino, quest'anno la produzione aumenterà del 6% rispetto alla stagione precedente, per un totale di 1,86 milioni di tonnellate. Questi i dati definiti "inquietanti" dalla Coldiretti Sicilia. "La produzione di arance marocchina è stimata in 975.000 tonnellate, il 52,3% del totale degli agrumi - hanno spiegato il presidente e il direttore regionale della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione -. Non è certo ancora quantificabile la percentuale di agrumi che arriveranno in virtù di questo accordo scellerato. Ma anche solo un'arancia in più che arriva dal Nord Africa è una arancia in meno che i nostri produttori riusciranno a vendere. Si tratta di un tentativo di modificare per legge il panorama agricolo siciliano con gravissime ripercussioni occupazionali".
Per Confagricoltura Sicilia l'accordo Ue-Marocco è semplicemente una "vergogna". "Vergogna per l'incapacità della deputazione nazionale - prosegue in una nota l'associazione - a sostenere unanimemente le ragioni dell'agricoltura mediterranea, del governo nazionale e di quella regionale incapace di salvaguardare una delle poche risorse economiche in grado di garantire sviluppo e occupazione. Il tutto è ora rimandato a giugno allorquando gli agricoltori saranno chiamati a fare i conti con la nuova Imu per garantire la stabilità dell'euro e la salvaguardia dei poteri finanziari". La Confagricoltura siciliana, nell'interpretare "il malessere dell'intera categoria", non esclude la possibilita' di attivare "una serie di manifestazioni di protesta, a partire da quella del prossimo primo marzo indetta con tutte le organizzazioni datoriali e sindacali".

"Il voto di oggi è una sconfitta per l'agricoltura italiana le cui responsabilità sono ben precise". Questo il commento a caldo di Giovanni La Via, europarlamentare del Pdl/Ppe, sul voto europeo di ieri. "Durante la votazione - ha riferito  La Via - sono state diverse le defezioni tra le fila della deputazione italiana. Non si può difendere l’agricoltura di un Paese e di una regione a parole e poi non essere presenti al momento dei fatti. E' giusto che i cittadini e gli operatori del settore, prima di accusare in toto gli europarlamentari per non aver difeso i loro interessi, sappiano chi siano i deputati che fino alla fine hanno lavorato per scongiurare tale accordo". Tra questi anche Salvatore Iacolino (Pdl), che ha ribadito l'importanza "nei futuri accordi commerciali con i Paesi terzi di considerare un orizzonte temporale ragionevolmente ampio per la reciproca graduale liberalizzazione, nel rispetto del diritto internazionale e a vantaggio delle popolazioni locali. Tali accordi commerciali - ha concluso Iacolino – debbono soddisfare il requisito della reciprocità garantendo la sicurezza alimentare".

"L'accordo siglato penalizza fortemente l'agricoltura italiana - hanno sottolineato i due eurodeputati -. Infatti, il testo prevede l'apertura delle frontiere del Paese ad un'economia, quella marocchina, che non è chiamata a rispettare le stesse regole in materia di scambi commerciali e di tutela della salute del consumatore, che, invece, devono rispettare gli operatori dei settori agricolo e ittico in Europa. Si tratta, quindi, di una sfida concorrenziale che si gioca con un netto vantaggio per l'avversario". "Ho lavorato fino all'ultimo momento – ha spiegato ancora La Via - per far capire la portata dell’impatto negativo che quest'accordo avrà sul comparto agrumicolo siciliano. Proprio nell'attuale fase di dibattito sulla futura PAC bisogna informare i cittadini dei rischi conseguenti al voto europeo". "L'agricoltura è un settore strategico per tutta l’Italia e lo è ancora di più per molte regioni del Sud. Votando questo accordo è evidente che si è preferito privilegiare gli interessi dei settori extragricoli", hanno affermato ancora i due eurodeputati siciliani del Pdl, che "consapevoli delle difficoltà che sta attraversando il settore agricolo, nonostante il risultato - ribadiscono - il proprio impegno per la difesa dell'agricoltura e dell'economia italiana, lavorando affinché i controlli sui prodotti importati dal Marocco siano rigidi e per restituire il più possibile garanzie agli imprenditori agricoli e ai consumatori europei".

Rosario Crocetta, eurodeputato del Partito Democratico, ha votato contro l'accordo ed ha spiegato quanto questo vada contro lo stesso popolo del Marocco: "Ho votato contro l'accordo 'UE-Marocco' sull'agricoltura, poiché lo ritengo lesivo per il sud dell'Italia, per il sud d'Europa e dello stesso popolo marocchino. L'accordo è basato sulla tutela di interessi e poteri economici forti, in cui vengono privilegiati interessi delle industrie del centro-nord europeo a danno dell'agricoltura meridionale e dei consumatori marocchini".

"Con tale accordo infatti - ha spiegato ancora Crocetta - sarà possibile importare indiscriminatamente prodotti dal Marocco ed esportare dall'Europa prodotti industriali, scatenando così una guerra tra poveri. I consumatori marocchini vedrebbero aumentati i costi dei prodotti agricoli nel loro paese e i produttori siciliani, meridionali e del sud d'Europa verrebbero messi in una condizione di diseguaglianza. Non vi è alcuna clausola, poi, in materia di fitofarmaci e quindi sulla sicurezza dei prodotti che verrebbero importati. E' prevalsa un'Europa nordista, falsamente aperta al Mediterraneo. Come parlamentare delle isole, Sicilia e Sardegna, - ha aggiunto l'ex sindaco di Gela - continuerò a battermi per i paesi del mezzogiorno con la consapevolezza che gli interessi vanno armonizzati. I popoli del sud del mediterraneo vanno aiutati, ma sicuramente non a danno delle regioni piú povere d'Europa. Una Germania che si scopre improvvisamente filomediterranea è riuscita ad imporre un accordo che favorisce le sue industrie a danno degli altri. Ci batteremo - ha concluso l'europarlamentare del PD - per impedire tali accordi, che voglio sottolineare sono stati già conclusi non dal Governo italiano in carica, ma da quello precedente. Il governo di Silvio Berlusconi e di Saverio Romano avevano giá concordato quelle misure".

[Informazioni tratte da ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Ign, Italpress, www.rosariocrocetta.com]

 

 

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17 febbraio 2012
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