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Si allarga l’indagine che coinvolge Raffaele Lombardo

Mentre il Governatore querela La Repubblica la Procura Etnea conferma le indagini

31 marzo 2010

C'è un secondo deputato della Regione siciliana, Giovanni Cristaudo del Pdl, tra le persone coinvolte nelle indagini del Ros di Catania in cui sono indagati per concorso esterno all'associazione mafiosa il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, e suo fratello Angelo, parlamentare nazionale del Movimento per le autonomie. L'altro deputato regionale, del quale era già trapelato il nome, è l'ex sindaco di Palagonia, Fausto Fagone dell'Udc.
Complessivamente gli indagati nell'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania sono circa 70, la maggior parte dei quali sono presunti affiliati a cosche di Cosa nostra, mentre sarebbero una decina i politici e amministratori coinvolti.
Cristaudo, come riporta il quotidiano La Repubblica, è vicino all'aera del Pdl-Sicilia che si riconosce in Gianfranco Micciché. Giovanni Cristaudo (nella foto), a partire dalla fine degli anni Ottanta, è stato più volte assessore comunale a Catania in quota Democrazia cristiana. E' poi passato al Cdu e a Nuova Sicilia. E' al suo terzo mandato da deputato alla Regione siciliana, che ricopre dal luglio del 2001. Nel 2007 è passato da Nuova Sicilia a Forza Italia e poi ha aderito al Pdl. Attualmente è componente della commissione Esame delle attività dell'Unione europea.
"Ho appreso leggendo i giornali che sono indagato dalla Procura di Catania: non ne sapevo alcunché anche perché non ho ricevuto alcun avviso di garanzia". Lo ha affermato il deputato regionale Cristaudo, commentando il suo coinvolgimento nell'inchiesta scaturita dalle indagini di carabinieri del Ros. "Non so neppure se la notizia è vera e quale reato mi sarebbe contestato - ha aggiunto Cristaudo - so per certo che io non c'entro alcunché e che sono sereno, molto sereno perché so di avere la coscienza tranquilla e che dormirò tranquillo". Cristaudo  ha ribadito "piena fiducia nella magistratura che fa il proprio dovere e che, sono certo, sarà fare chiarezza sulla vicenda". "Sono a disposizione dei magistrati - ha concluso - per qualsiasi chiarimento, se lo riterranno nei modi e nei tempi da loro stabiliti".

Intanto, la Procura della Repubblica di Catania, "venendo meno al riserbo mantenuto", per la prima volta conferma ufficialmente l'esistenza delle indagini dei carabinieri del Ros su esponenti di Cosa nostra e su presunti rapporti con esponenti politici e amministratori. Lo fa con una nota ufficiale, firmata dal procuratore capo Vincenzo D'Agata, senza fare ufficialmente nomi di eventuali indagati, per "evitare il quotidiano e reiterato stillicidio di notizie con la diffusione di fuorvianti informazioni".
Il magistrato conferma le "notizie diffuse dalla stampa" sulla richiesta del "presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo", avanzata tramite l'avvocato Carmelo Galati, di "potere rendere dichiarazioni e fornire chiarimenti" alla Procura di Catania. Nella dichiarazione si definiscono invece come ricostruzioni "fantasiose e assolutamente prive di fondamento" le notizie su presunte "divergenze o opinioni all'interno dell'ufficio". Il procuratore D'Agata conferma infine che sulla fuga di notizie è stata "aperta un inchiesta", con indagati, per "rivelazione di segreto d'ufficio".
Questo il testo completo della dichiarazione del procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata. "Avendo preso atto della campagna stampa avviata con riguardo a una indagine delegata da questo ufficio al Ros - afferma il magistrato - la Procura di Catania, venendo meno al riserbo fin qui mantenuto per salvaguardare la correttezza dell'indagine e i diritti degli indagati, allo scopo di evitare il quotidiano e reiterato stillicidio di notizie con la diffusione di fuorvianti informazioni, precisa quanto segue. Effettivamente da alcuni mesi - conferma il magistrato - è stata trasmessa a questo ufficio un'informativa del Ros a conclusione di complesse indagini protrattesi per un consistente arco temporale. L'informativa, che si compone di alcune migliaia di pagine, si riferisce a numerosi soggetti che, stante la sua ponderosità e il numero di posizioni da esaminare, è ancora oggetto di studio da parte dei magistrati assegnatari (i sostituti della Dda Giuseppe Gennaro, Agata Santonocito, Iole Boscarino e Antonino Fanara, ndr). Solo in esito a tale esame - precisa il procuratore D'Agata - le risultanze dell'indagine e il materiale probatorio acquisito formeranno oggetto di valutazione congiunta da parte dell'ufficio. Ogni notizia, pertanto, che in maniera palese o velata ipotizzi o gratuitamente faccia riferimento a divergenze di opinioni o indirizzi all'interno dell'ufficio - osserva il magistrato - è del tutto fantasiosa e assolutamente priva di qualsiasi fondamento. Con riguardo alle notizie diffuse dalla stampa si conferma che il presidente Lombardo, per il tramite del suo difensore, ha chiesto di potere rendere dichiarazioni e fornire chiarimenti a questa Autorità giudiziaria. Particolare attenzione, infine - conclude il procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata - è stata riservata alla fuga di notizie per cui è stato iscritto fascicolo a carico di soggetti noti per il reato di rivelazione di segreto d'ufficio, reato per il quale sono state avviate tempestive indagini".

Raffaele Lombardo contro Repubblica - Il governatore Raffaele Lombardo, ieri a trascorso tutto il giorno chiuso nelle stanze di Palazzo d'Orleans, quartier generale della Presidenza della Regione siciliana, a lavorare in maniche di camicia. Come fa sempre. All'indomani della bufera che si è scatenata dopo la diffusione della notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, Lombardo non ha interrotto il suo lavoro. Non ha mancato neppure uno dei suoi appuntamenti. "Perchè avrebbe dovuto?", hanno fatto sapere dal suo staff. "Per il Presidente non è cambiato nulla e continua a rispettare l'agenda, molto fitta, come fa dal primo giorno".
Eppure, i suoi legali hanno lavorato per lui. Proprio ieri mattina, l'avvocato Carmelo Galati, uno dei difensori del Governatore siciliano, ha fatto sapere di avere chiesto nuovamente al Procuratore capo di Catania, Vincenzo D'Agata, un incontro per "potere essere ascoltato". Ma non è stata ancora fissata alcuna data dell'incontro tra Lombardo con i magistrati della Procura di Catania. Lombardo, attraverso i suoi legali, ha chiesto di essere sentito nel più breve tempo possibile "per fare chiarezza sulla vicenda, della quale si proclama completamente estraneo", come ribadiscono i suoi difensori. I magistrati avrebbero fatto sapere ai difensori di valutare la richiesta "e la risposta arriverà presto".
Il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, dal canto suo, ribadisce la sua "totale estraneità" ai fatti che gli vengono contestati.

Inoltre si è appreso da una nota diffusa dall'avvocato Galati che Raffaele Lombardo "sporgerà querela contro il quotidiano La Repubblica per gli articoli pubblicati nell'edizione nazionale e di Palermo di oggi, a firma dei giornalisti Alessandra Ziniti e Francesco Viviano in cui senza alcun fondamento vengono attribuite a carico del governatore una serie di atti e comportamenti a cui egli è del tutto estraneo". Secondo Galati "in particolare negli articoli in questione si fa arbitrariamente riferimento a 'decine di appalti, nomine e forniture pubbliche regionali, soprattutto nel settore della sanità, dei rifiuti e della formazione professionale' gli ambiti di intervento - afferma l'avvocato Galati nella sua dichiarazione - che, com'è notorio, hanno visto semmai l'onorevole Raffaele Lombardo caratterizzarsi per la sua azione di rinnovamento e di cambiamento nella gestione politico e amministrativa della Regione Siciliana". "Inoltre nell'edizione di Palermo si fa riferimento in modo del tutto improprio all'ex assessore comunale di Paternò Carmello Frisenna, primo degli eletti di Forza Italia - aggiunge il legale nel comunicato - che proprio con gli esponenti di vertice di quel partito nella provincia di Catania ha avuto semmai contatti, di cui hanno reso ampia informazione anche periodici locali e in cui l'onorevole Raffaele Lombardo viene chiamato in causa proprio come soggetto politico da contrastare. In una di queste viene addirittura evocata la sua morte 'giudiziaria' o 'politica'". "A proposito di Frisenna, a cui peraltro nei giorni scorsi è stato eseguito un sequestro di beni, si ricorda che per la sua centralità nell'azione politico e amministrativa nel Comune di Paternò - conclude la nota dell'avvocato Galati - la prefettura di Catania oltre un anno addietro presentò al Consiglio dei Ministri richiesta per lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose".

Non si è fatta attendere la reazione dell'Associazione siciliana della stampa che, in una nota, ha rilevato come "anche in quest'ultima vicenda sul dovere dei giornalisti d'informare si scatenino commenti malevoli e pure illazioni". "Va ribadito, una volta per tutte, che il diritto di cronaca è assolutamente inviolabile. Anche se, come è ovvio, deve essere esercitato nel rispetto delle leggi. Non tutti gli 'scoop' sono strumentali, mirati o addirittura tendenziosi, come ormai molti in Italia sostengono". "I giornalisti - si legge nella nota - esercitano il proprio diritto-dovere d'informare, i magistrati svolgono un altro ruolo, anche quello di vitale importanza per una democrazia. Certi commenti - che vengono prevalentemente da ambienti politici - sono davvero preoccupanti, visto che denotano un sempre più evidente fastidio per le notizie di inchieste giudiziarie". "E, a volte, giudizi taglienti e distinzioni manichee provengono anche dallo stesso mondo dell'informazione. Tutto ciò è oltremodo pericoloso, perché alimenta un clima di contrapposizione e di intolleranza tra parti della società che - nel reciproco rispetto - dovrebbero essere ben consci del proprio ruolo e dei propri doveri".

[Informazioni tratte da ANSA, La Siciliaweb.it, Adnkronos/Ing]

- Diradare al più presto le pesanti ombre (Guidasicilia.it, 30/03/10)

 

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31 marzo 2010
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