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Sì alle ronde e al blocco dei flussi migratori

Dal Viminale il pieno appoggio ai due contestati emendamenti presentati da Carroccio al pacchetto sicurezza

19 novembre 2008

Alla fine il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha messo il suo sigillo sullo stop di due anni ai flussi migratori e sulle ronde dei cittadini per il presidio del territorio.
Dal Viminale è arrivato il pieno appoggio ai due contestati emendamenti presentati dalla Lega Nord al disegno di legge sulla sicurezza, che è stato oggetto di un incontro l'altro ieri sera ad Arcore tra il premier, Silvio Berlusconi, il leader della Lega Nord e ministro delle Riforme Umberto Bossi, e lo stesso Maroni.
La ragione, secondo il titolare del Viminale, per la moratoria sugli immigrati è da ricercarsi nella crisi economica. "Davanti alla crisi economica - ha spiegato Maroni - ci preoccupiamo di salvaguardare le persone più deboli, compresi gli extracomunitari che potrebbero perdere il lavoro. Penso sia necessario buonsenso. Se un extracomunitario perde il lavoro non ha senso rispedirlo al suo Paese per poi aprire le frontiere e farne arrivare altri che, magari, non troveranno neppure lavoro. Mi sembra una proposta sensata e la difenderemo al Senato".

Il ministro del Carroccio ha messo a segno anche un altro punto: le ronde di cittadini per la sicurezza, diretta derivazione dlele contestate ronde padane. Sarà, ha detto il ministro, "un'iniziativa gestita dai sindaci e utilizzata per il presidio del territorio a tutela dei cittadini". Si tratta, aggiunge, di un intervento "di buona volontà". I compiti delle ronde, ha spiegato ancora il ministro, saranno specifici: "Potranno richiedere, se necessario, l'intervento della polizia e prestare i primi soccorsi in caso di necessità. Sono, in sostanza, interventi di carattere umanitario".

A questo proposito è arrivata la critica dura del Pd: "Ronde di cittadini? Un'idea inquietante, da Far West, che ha l'unico obiettivo di far passare nell'opinione pubblica un senso di insicurezza. Maroni parla di un intervento umanitario, ma è innegabile che la loro gestione rischia di scappare di mano", ha detto il deputato del Pd Enrico Farinone, vicepresidente della Commissione Affari Europei della Camera. "Non bastano già i soldati nelle nostre strade? E poi come saranno 'addestrate' queste ronde? Non c'è il rischio che nelle loro fila capitino anche degli esaltati? - conclude Farinone - Questa concezione di giustizia fai da te non ci piace".

Ma la critica più pesante arriva dal settimanale Famiglia Cristiana. Mentre al Senato slitta a dopo la Finanziaria il voto sul cosiddetto pacchetto sicurezza, il nuovo editoriale del giornale dei paolini, a firma di Beppe Colle, condanna il contenuto del disegno di legge proposto dal ministro Maroni. Un provvedimento "indegno di uno stato di diritto", lo giudica il settimanale cattolico: caratterizzato da misure "inutili" rispetto "ai fini a cui sono rivolte" ed estremamente difficili "da metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze". Inoltre, aggiunge Famiglia Cristiana, "esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom".
Insieme alle ronde e al permesso a punti per gli immigrati, inserite nel pacchetto Maroni su spinta della Lega, il settimanale cattolico non risparmia critiche alla schedatura dei senza fissa dimora, un'altra idea del Carroccio che, ricorda Del Colle, non ha nulla a che vedere con il progetto della Bartolomeo&C, l'associazione fondata da Lia Varesio nel 1980 a Torino, gestita da volontari che tutte le notti uscivano nelle strade per cercare e aiutare i clochard che dormivano sulle panchine o sotto i portici delle stazioni. "Per loro - scrive Del Colle - Lia aveva attuato, in accordo con il comune, la reiscrizione anagrafica, in modo tale che potessero riacquistare un'identità, visto che molti erano stati davvero cancellati". Un'opera, insomma, che era spinta "da una cultura opposta a quella della paura, del rifiuto del diverso e del ricorso all'autodifesa in cui le ronde rischiano di essere il simbolo di un comportamento che uno Stato di diritto non può e non deve permettersi".

Immediata, dopo la pubblicazione di Famiglia Cristiana, la replica del Carroccio. "Tante polemiche per nulla", ha affermato la deputata leghista Carolina Lussana, vicepresidente della Commissione Giustizia a Montecitorio, secondo la quale le ronde sono una risposta "reale" per garantire la sicurezza e legalità, mentre le critiche di Famiglia Cristiana sono tutte "polemiche ideologiche, come quella già costruita sulle impronte digitali per i rom".

[Informazioni tratte da ANSA, l'Unità.it]

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19 novembre 2008
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