Si è conclusa la vendemmia dell'Etna Doc: meno uva, ma qualità eccellente
Conclusa la raccolta sui quattro versanti dell'Etna e i primi riscontri sono molto positivi
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Una maturazione nel complesso ottimale, un perfetto equilibrio di tutte le componenti delle uve e una grande sanità complessiva.
Sono questi i primi riscontri, tutti molto positivi, che il Consorzio di Tutela Etna DOC ha raccolto dai produttori presenti sui quattro versanti del vulcano a pochi giorni dalla conclusione della vendemmia.
"Non è mai facile avere una visione omogenea dell'andamento vendemmiale sull'Etna a causa della grande eterogeneità presente nel nostro territorio [...] Nonostante questa oggettiva situazione, quest'anno a fronte di un lieve calo produttivo presente un po' ovunque, registriamo allo stesso tempo una qualità e sanità delle uve sia a bacca bianca che rosse davvero entusiasmante" commenta il Direttore del Consorzio, Maurizio Lunetta.
La vendemmia etnea è iniziata quest'anno tra la fine di agosto e l'inizio di settembre, lievemente in anticipo in buona parte degli areali di produzione, ma si è poi protratta a lungo, come di consueto, concludendosi, tra le ultime in Italia, a fine ottobre e quest'anno, solo in pochi casi, a inizio novembre.
"È ancora presto per poter esprimere un giudizio completo e definitivo naturalmente, ma dai primi riscontri in cantina la qualità dei profumi ci ha veramente impressionato" spiega Nicola Gumina, al timone dell'omonima azienda che si trova del versante Nord a Castiglione di Sicilia, a 750 metri di altitudine, dove trovano le condizioni ideali sia il Nerello Cappuccio e Mascalese che il Carricante, storiche uve autoctone del territorio etneo.
Rimanendo a Nord, riscontri sempre positivi sulla qualità delle uve arrivano anche da Francesco Cambria, che insieme alla sua famiglia conduce la Cantina Cottanera, un'altra storica realtà di Castiglione di Sicilia. "La produzione è lievemente inferiore rispetto al 2020, ma la qualità è davvero elevata perché le uve sono maturate correttamente".
Spostandoci sul versante Est, troviamo uno dei terroir etnei tradizionalmente più vocati per la coltivazione del Carricante, ma non solo, e vigneti spesso adagiati su pendii anche molto ripidi che guardano al mare. "È un'annata che sembra promettere molto bene, con i vini bianchi che hanno un profilo aromatico particolarmente intenso per via della siccità estiva, ma senza mai derogare a freschezza e bevibilità, tipica di questo versante" afferma Claudio di Maria della Cantina Murgo, azienda che si trova a Santa Venerina, a 500 metri di altitudine.
"Le uve quest'anno sono caratterizzate da uno stato sanitario davvero eccellente e le prospettive sono molto interessanti" commenta infine Margherita Platania della Cantina Feudo Cavaliere, produttrice del versante Sud-Ovest, con vigneti posizionati a 1000 metri di altitudine.
Infine, notizie positive continuano ad arrivare anche sul fronte degli imbottigliamenti, tornati a crescere in riferimento anche agli anni precedenti l'inizio della pandemia. Osservando nel dettaglio i numeri relativi ai primi 10 mesi del 2021, gli ettolitri di Etna DOC imbottigliati sono stati pari a 31.675, poco più del 15% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.