Si è spento l'ispiratore della ''Primavera palermitana'', padre Ennio Pintacuda
Unanime il cordoglio del mondo politico he ne ricordano la sua lunga esperienza civile e politica
Per anni animatore della politica siciliana, grande ideologo, di un'intelligenza acuta, segnò il passaggio dalla stagione di Salvo Lima e Vito Ciancimino alla 'Primavera' di Leoluca Orlando; paladino dell'antimafia e sostenitore convinto del primato della politica, quella alta, tanto da creare la ''Scuola di Filaga'', tradizionale appuntamento che per tanti anni si è svolto nel corleonese alla presenza di politici ed esponenti delle istituzioni anche internazionali.
Padre Ennio Pintacuda, tra i più illustri gesuiti, è morto a Palermo all'età di 72 anni. La salma del prelato, che soffriva di insufficienza respiratoria, è stata trasferita a Casa Professa dove è stata allestita la camera ardente e dove oggi si sono svolti i funerali.
Unanime il cordoglio del mondo politico, con esponenti del centrodestra e del centrosinistra che ne ricordano la sua lunga esperienza civile e politica.
''La morte di padre Pintacuda - dice il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia - rappresenta una grandissima perdita non solo per la cultura ma anche, da un punto di vista umano, per la sua capacità di intuire soluzioni anche su problemi molto complessi''. Per Achille Occhetto ''scompare il principale artefice di quella 'Primavera di Palermo' che ha segnato una svolta nella coscienza collettiva del popolo siciliano sulla gravità del fenomeno mafioso e sull'esigenza di una lotta rigorosa contro il malaffare''.
''Resterà in me sempre vivo il ricordo di un periodo passato di impegno comune che da tempo si era però interrotto'', ha detto Leoluca Orlando, ex sindaco di Palermo e ora deputato regionale della Margherita.
''E' morto un uomo e un sacerdote che ha rappresentato autenticamente la volontà di liberazione della Sicilia e dell'Italia dal sistema di potere mafioso'', è stato il commento di Alfredo Galasso, anche lui, insieme a padre Pintacuda e Orlando, tra i fondatori della Rete. ''E' morto uno studioso autorevole della società contemporanea che ha sempre unito alla riflessione l'azione pratica''.
Originario di Prizzi, frazione in provincia di Palermo, padre Ennio Pintacuda era presidente del Cerisdi e della Libera Università della Politica.
Studiò teologia all'Università Gregoriana di Roma e si specializzò in Sociologia Politica a New York. Nel 1968 iniziò l'insegnamento nel Centro Studi Sociali ''Cesare Terranova'' a Palermo e fu docente di sociologia all'Istituto di formazione politica 'Pedro Arrupe', gestito dal gesuita Bartolomeo Sorge. Ed è proprio durante la docenza all'Istituto Arrupe che padre Pintacuda comincia a intrattenere rapporti con Leoluca Orlando, in quel periodo impegnato in una accesa polemica interna alla Dc con la corrente di Giulio Andreotti. Pintacuda diventa l'ideologo di un nuovo movimento, 'La Rete', di cui mano Orlando diventa l'alfiere, e destinato ad aprire la stagione della ''Primavera di Palermo''. L'ideologo e il politico ogni anno per cinque giorni riuniscono a Filaga militanti, esponenti di altri partiti, rappresentanti istituzionali e soprattutto giovani, ai quali Pintacuda rivolgeva il suo messaggio 'moralizzatore' della politica siciliana.
''Tu se il profeta - diceva Orlando a Pintacuda - e io sono il comandante della nave''. Proprio per il suo impegno nella Rete, padre Sorge nel 1992 lo allontana dall'Istituto 'Arrupe'. Sono anni difficili, Totò Riina è il capo indiscusso di Cosa nostra, e a Pintacuda viene data la scorta. Poi l'idillio con Orlando, sindaco di Palermo, finisce. Nei corridoi di Palazzo delle Aquile si dice che il 'divorzio' maturò per una consulenza che Orlando negò al suo ideologo, ufficialmente invece la crisi comincia dopo gli attacchi di Pintacuda alla giunta, soprattutto per la gestione del centro storico. I due si separano. E per Pintacuda è la svolta.
Il gesuita abbandona la sinistra e dopo la nascita di Forza Italia si avvicina all'ex coordinatore regionale, e ora ministro, Gianfranco Miccichè, di cui sarà consigliere per un certo periodo. Nel '98 Pintacuda accetta la presidenza del Cerisdi, scuola di formazione politica, su incarico dell'allora presidente della Regione siciliana, Giuseppe Drago (Ccd), poi reso esecutivo dal successore Angelo Capodicasa (Ds). Nell'aprile di quest'anno il suo incarico è stato rinnovato dal governatore Totò Cuffaro. Pintacuda ha trasformato la scuola di formazione in un Centro studi internazionale che ha coinvolto studenti di diversi continenti. Il castello Utveggio, sede del Cerisdi, situato sul pizzo di Monte Pellegrino, è stato visitato dai maggiori rappresentanti di governo e dalle autorità politiche nazionali, locali e dei paesi del Mediterraneo. [La Sicilia]