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Si presume malasanità

Due commissioni ad hoc indagheranno sugli ultimi tre casi di presunta malasanità avvenuti a Palermo

05 gennaio 2007

Tre morti sospette in tre consecutivi giorni. E' di nuovo emergenza malasanità, o presunta tale, in Sicilia.
Dopo gli ultimi casi, le morti di un'anziana donna e di due neonati bambini a Palermo, l'assessorato alla Sanità della Regione Siciliana ha incaricato due commissioni ristrette di svolgere adeguati accertamenti nelle strutture in cui si sono verificati, l'ospedale ''Cervello'' e l'ospedale ''Ingrassia''.
I due team lavoreranno nell'ambito della ''cabina di regia per il rischio clinico'', istituita nel 2005 dall'allora assessore Giovanni Pistorio, e si occuperanno dei tragici e sospetti episodi che si sono succeduti negli ultimi giorni di dicembre.
L'indagine è mirata ad ''approfondire l'eventuale esistenza di carenze organizzative, al fine di assumere idonee iniziative correttive con particolare riferimento al potenziamento dei servizi di emergenza-urgenza e di primo soccorso'' si legge in una nota dell'assessorato. ''L'iniziativa - ha sottolineato l'assessore alla Sanità, Roberto Lagalla - è stata assunta nell'ambito delle attività svolte dalla cabina di regia per il rischio clinico che hanno già prodotto concreti risultati nel contenimento dei rischi operatori e nell'adeguamento dei complessi chirurgici presso gli ospedali dell'isola. L'odierno intervento potrà utilmente contribuire al miglioramento dell'efficienza operativa del sistema sanitario e della qualità dell'assistenza, a doverosa tutela degli operatori e degli utenti del nostro sistema sanitario''.

I tre episodi - Il primo caso di presunta malasanità è avvenuto all'ospedale Cervello. Lo scorso giorno di Natale, una giovane donna alla trentunesima settimana di gravidanza, si è regata nel reparto di ostetricia dell'ospedale del capoluogo segnalando ai medici perdite e dolori. Dopo il tracciato che non sembrava evidenziare problemi le hanno detto di ritornare il giorno dopo. Così il 26 dicembre la donna si è presentata in ospedale e un veloce esame ha evidenziato la gravità della situazione. Il medico di turno ha agito in fretta, ma il bimbo era già morto.
La magistratura ha aperto un'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Domenico Gozzo che ha indagato sei operatori sanitari, fra medici e paramedici, quale atto dovuto per consentire a tutti la nomina di un consulente di parte per l'autopsia effettuata due giorni dopo l'accaduto. Prima della denuncia dei famigliari ai carabinieri, il direttore sanitario dell'ospedale Giuseppe Ferrara, aveva disposto l'invio del corpicino all'istituto di medicina legale del Policlinico per verificare le cause della morte. Il piccolo era il primo figlio della donna, 29enne sposata da appena un anno con un 30enne. I due vivevano a Sulmona, e avevano deciso di far nascere il bimbo a Palermo, città d'origine della mamma di lei.

Il 29 dicembre, sempre all'ospedale ''Cervello'' di Palermo, un'altra morte sospetta. Un neonato, di appena diciannove giorni, è stato portato in serata al pronto soccorso del nosocomio, dove è giunto già cianotico, secondo fonti sanitarie. Sono stati chiamati immediatamente l'anestesista e due neonatologi. Ma non c'è stato nulla da fare. La direzione sanitaria ha fatto subito sapere che ''sono state eseguite tutte le manovre di rianimazione necessarie, compresa la respirazione bocca a bocca'', ma il bambino era praticamente già morto. Le cause del decesso sarebbero da ricondurre a un rigurgito di latte nella culla del bambino nell'abitazione del quartiere di Cruillas. Dopo la denuncia dei familiari è stata aperta un'indagine.

Sempre il 29 dicembre, sta volta all'ospedale ''Ingrassia'', a morire un'anziana pensionata di 78 anni, deceduta dopo essere stata ricoverata. I familiari hanno presentato una denuncia alla polizia lamentando presunte inefficenze dei sanitari del pronto soccorso del nosocomio di corso Calatafimi. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l'anziana donna avrebbe accusato forti dolori al petto mentre si trovava nella sua abitazione di via Cartagine e con un'ambulanza del 118 è stata trasportata in ospedale dove è giunta intorno alle 13. Il figlio della vittima ha spiegato agli agenti della polizia che la madre avrebbe atteso quasi cinque ore seduta nella sala d'attesa del nosocomio, prima di essere visitata dai sanitari intorno alle 17.30, quando era ormai in preda a un infarto.
Poco prima delle 19 i sanitari hanno comunicato ai familiari l'avvenuto decesso per arresto cardio-circolatorio. Soltanto in nottata i familiari della donna hanno deciso di presentare un esposto alla polizia. Gli agenti hanno sequestrato la cartella clinica. Anche in questo caso è stata aperta un'inchiesta. Sotto accusa anche il mancato funzionamento del ''triage'', il sistema di accettazione dei pazienti. Il primario dell'area emergenza dell'Ingrassia, Stefano Spada, ha provato a spiegare l'accaduto: ''La signora ha detto di avere dolori in tutto il corpo, ma non un dolore toracico e, infatti, è arrivata con un'ambulanza con a bordo solo dei soccorritori e non un medico: questo in genere identifica i malesseri meno gravi e durante la giornata abbiamo avuto casi veramente disperati. Quello che è accaduto ci addolora''.

La commissione incaricata dalla Regione che si occuperà di quest'ultimo episodio è composta dal dottor Franco Enrichens (ospedale Le Molinette di Torino), dal professor Vito Giustolisi (ospedale Vittorio Emanuele di Catania e presidente della Società italiana di medicina d'urgenza) e dal professor Alessandro Ghirardini (dirigente del ministero della Salute). I due casi avvenuti al ''Cervello'' verranno esaminati da altri tre esperti: il professor Ettore Cittadini (ordinario di ostetricia e ginecologia al Policlinico di Palermo), il professor Paolo Scollo (primario di ginecologia e ostetricia all'ospedale Cannizzaro di Catania) e il professor Ignazio Barberi (ordinario di neonatologia nel Policlinico di Messina).
Al lavoro delle commissioni si affiancheranno le indagini della magistratura, che il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, ha deciso di affidare a un pool di magistrati specializzati nella sanità, iniziativa accolta con favore dal'assessore Lagalla: ''Accogliamo con soddisfazione la notizia. Ferma restando la fiducia riposta nell'operato della classe medica, l'iniziativa della Procura si pone in linea con gli sforzi che l'assessorato sta intraprendendo per correggere deficienze organizzative o disfunzioni operative. Nelle aree di emergenza il rischio professionale e l'usura degli operatori sono maggiori che in altri settori dell'assistenza e proprio in tal senso - ha concluso - continueremo ad intraprendere ogni sforzo per il reclutamento di nuovi operatori''.

E si aspetta per oggi il ''riscontro diagnostico'', che verrà eseguito da un anatomopatologo, per stabilire le cause della morte di una 34enne avvenuta l'altro ieri all'ospedale ''Guzzardi'' di Vittoria (RG) dove lunedì scorso, giorno di Capodanno, la donna aveva dato alla luce una bambina.
''È stato un parto cesareo - ha affermato il direttore sanitario del nosocomio Giambattista Sallemi - e il decorso operatorio era stato normalissimo. La donna stava bene e tutto procedeva regolarmente. Non sappiamo ancora spiegarci cosa possa essere accaduto''. ''L'altro ieri mattina la donna ha avuto una crisi improvvisa - ha spiegato ancora -, il personale sanitario si è prodigato al massimo, ma non c'è stato niente da fare''. ''A quel punto siamo stati noi - ha continuato Sallemi - a garanzia di tutti, a disporre l'esame diagnostico che non è propriamente un'autopsia, ma di fatto potrà portare agli stessi risultati. Se dall'esito dovessero emergere anomalie sarà la direzione sanitaria a segnalare il caso all'autorità giudiziaria''.

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05 gennaio 2007
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