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Si rafforza l'allarme ''Terrorismo''. Rischi sul fronte anarchico, dalle nuove Br e dal fondamentalismo islamico

Presentata la Relazione semestrale al Parlamento dei servizi segreti

05 marzo 2005

Esiste e non è indifferente l'allarme terrorismo in Italia, sia sul fronte interno che su quello internazionale. A lanciarlo sono i servizi segreti, nella Relazione semestrale al Parlamento presentata ieri.
Il rischio attentati sul fronte interno viene infatti dall'area anarco-insurrezionalista, che ha firmato quelli dei giorni scorsi a Genova e Milano, dalle nuove sigle che fanno capo alle Brigate Rosse. Sul fronte internazionale il rischio proviene dai gruppi islamici che in questo periodo stanno intensificando il reclutamento, anche in Italia, soprattutto nelle regioni settentrionali dove restano attive anche 'guide spirituali' che diffondono orientamenti radicali.
I servizi segreti hanno inoltre parlato di "piani terroristici della rete di Al Qaeda in Iraq anche contro interessi italiani".

Gli anarco-insurrezionalista
Il "sostenuto attivismo dell'area anarco-insurrezionalista" si è sviluppata in "campagne a tema", sostengono i servizi segreti. La Federazione anarchica informale (Fai), nel secondo semestre 2004, ha firmato 6 azioni, tra attentati dinamitardi contro agenzie di lavoro interinale, plichi esplosivi contro sindacati polizia penitenziaria, azioni contro il carcere di San Vittore ma anche azioni dimostrative di stampo animalista. Il monitoraggio dei siti antagonisti ha evidenziato i contatti tra gli anarco-insurrezionalisti italiani con i circoli sloveni, britannici e greci e "soprattutto i rapporti privilegiati con l'insurrezionalismo spagnolo".

Le Nuove Brigate Rosse
"La sostanziale disarticolazione" del gruppo delle nuove Br favorisce l'emergere di nuove sigle eversive che accreditano una qualche forma di continuità con gli autori dei delitti Biagi e D'Antona. Inoltre, la prospettiva di una maggiore visibilità potrebbe rivitalizzare le formazioni che si ispirano alla cosiddetta 'seconda posizione' del brigatismo interessate ad un più diretto rapporto con i 'movimenti di massa', nell'analisi dei servizi segreti, che focalizza in particolar modo la realtà eversiva sarda, "che si conferma tra le più attive interpreti delle logiche di 'propaganda armata'".
 
Il Terrorismo islamico
E' allarme tra i servizi segreti, non solo italiani, per il fenomeno del 'reducismo' che, come sottolinea la Relazione semestrale al Parlamento, "potrebbe far registrare nel medio periodo il rientro in Occidente di mujaheddin, provenienti dal teatro iracheno, con propositi offensivi". Su questo pericolo si è svolta una riunione ad hoc del 'tavolo tecnico' sul terrorismo, creato dal Cesis, d'intesa con Sismi e Sisde, a cui partecipano rappresentanti del ministero degli Esteri e delle amministrazioni dello Stato interessate. "Le attività della jihad globale rappresentano a tutt'oggi una minaccia di prima grandezza per la sicurezza nazionale e internazionale".

L'intelligence, inoltre, guarda con attenzione al fenomeno degli 'imam itineranti', "sovente di provenienza pachistana, operanti in seno a formazioni transnazionali già indicate per la possibile infiltrazione di estremisti in Europa", e alle loro attività in Italia.
Infine, il monitoraggio informativo ha riguardato i convertiti all'ultrafondamentalismo islamico.
L'estremismo islamico, rilevano infine i servizi segreti, cerca nuovi adepti alla causa integralista anche tra le donne. La jihad continua ad utilizzare il web per "coltivare e diffondere una cornice ideologica radicale" per guadagnare militanti alla causa integralista. Questi, dicono gli 007, sono ora ricercati tra le donne e per questo è stata varata nei mesi scorsi "l'apposita rivista telematica 'Al Khansa'".

Possibili attacchi all'estero
La Relazione lancia anche l'allarme contro "Piani terroristici della rete di Al Qaeda in Iraq anche contro interessi italiani". La consacrazione ufficiale di Al Zarqawi come 'emiro' di Al Qaida in Iraq, sottolinea l'intelligence, si associa al ruolo di primo piano assunto dalla componente sunnita nelle pratiche terroristiche in questa area. L'acuirsi della violenza, costantemente amplificata e rilanciata sul web specie dalla formazione di Zarqawi, riguarda anche interessi italiani. Negli ultimi mesi, si legge nella relazione, "le segnalazioni di intelligence, con cadenza quotidiana, hanno riferito di plurimi piani terroristici in varie fasi di maturazione anche contro interessi italiani".

Fonte: la Repubblica

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05 marzo 2005
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