Si rialzano le frontiere!
Scontro diplomatico Italia-Francia dopo che Parigi ha bloccato i treni provenienti da Ventimiglia
AGGIORNAMENTO
Dopo il blocco dei treni di ieri tra Italia e Francia, che ha impedito per alcune ore agli immigrati con il permesso di soggiorno temporaneo di varcare la frontiera di Ventimiglia, prosegue il passaggio di nordafricani, muniti del documento, iniziato venerdì scorso. Alcuni di loro sono poi stati rimandati indietro. Nessun disagio viene segnalato alla circolazione ferroviaria. Situazione sotto controllo anche all'interno del centro di accoglienza. "Circa 150 immigrati hanno dormito la scorsa notte nel centro di accoglienza temporaneo e di transito di Ventimiglia - ha spiegato il direttore del centro Stefano Zerbone - Alcuni di loro sono andati a ritirare il permesso di soggiorno, altri sono in stazione per vedere come partire, e altri ancora in giro per la città".
Il commissario europeo agli Affari interni Cecilia Malmstroem, riferendosi alla chiusura temporanea delle frontiere con l'Italia, ha osservato che le autorità francesi "apparentemente hanno il diritto di farlo". "Abbiamo ricevuto una lettera questa mattina da parte delle autorità francesi", ha detto la Malmstroem, in cui spiegano che le misure prese al confine con Ventimiglia sono state adottate per "motivi di ordine pubblico" e che si è trattato solo di una "interruzione temporanea" della circolazione ferroviaria, tanto che "ora il traffico scorre normalmente". Per questo, secondo Bruxelles, quanto fatto domenica da Parigi "non rientra sotto il regolamento Schengen" e, di conseguenza, "a quanto pare la Francia ha avuto il diritto di farlo", ha sottolineato la commissaria Ue. "Incoraggiamo le autorità italiane e le autorità francesi - ha aggiunto - a restare in contatto ed a risolvere il conflitto tra di loro". La Malmstroem ha poi sottolineato che "quello che manca in Europa è la leadership e la solidarietà".
Dall'Ue si fa sapere anche che l'Italia non ha per il momento ancora inoltrato alla Commissione nessuna notifica formale di lamentele per le misure adottate dalla Francia.
Per le autorità di Parigi, intanto, interviene il ministro degli Interni Claude Gueant che ha precisato: "Stiamo applicando alla lettera gli accordi di Schengen, seguendone anche lo spirito". In ogni caso, "l'incidente di ieri è stato poi chiarito e risolto", ha precisato il portavoce della Farnesina Maurizio Massari. Il portavoce della Farnesina ha spiegato che con la Francia "stiamo lavorando insieme, costruttivamente, non c'è nessuna escalation di tensione, al fine di arrivare a iniziative comuni in vista del vertice italo-francese del 26 aprile". Secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini, comunque, "300 o forse anche meno simpatizzanti No global che inscenano una protesta non sono poi un grandissimo problema di ordine pubblico". "Lo hanno interpretato così - ha aggiunto il ministro - la nostra protesta è stata particolarmente ferma e il traffico ha ripreso". Per Frattini, poi, "la Francia ha compreso bene che tutti debbono rispettare le regole europee, le regole di Schengen, l'emissione di un permesso temporaneo accompagnato da documenti di identificazione e non può bloccare l'ingresso dei tunisini".
Mentre il ministro dell'Interno italiano Roberto Maroni ha espresso l'auspicio che "il vertice del 26 aprile con la Francia sia l'occasione per risolvere amichevolmente questioni che non hanno senso di continuare a permanere".
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Nuovo scontro Roma-Parigi sulla questione immigrazione. Ieri le autorità francesi hanno sospeso tutti i treni che dalla stazione di Ventimiglia erano diretti in Francia. A quanto si è appreso dalla Polfer, infatti, i convogli non potevano varcare la frontiera di Ventimiglia.
Lo stop è arrivato dopo che venerdì le autorità italiane avevano consegnato i permessi di soggiorno provvisori che la Francia non sembrava contestare. A partire dalle 12 di ieri le autorità francesi hanno disposto il blocco di tutti i treni diretti in Francia; molti cittadini italiani diretti oltre frontiera sono stati costretti a scendere alla stazione di Ventimiglia, mentre un reparto della Compagnie republicaine de securite (Crf) è stato schierato al confine ferroviario di Mentone. Alle 12.30 è arrivato a Ventimiglia il "Treno della dignità" proveniente da Genova, a bordo del quale viaggiavano un centinaio di giovani dei centri sociali e attivisti per i diritti umani, insieme con decine di migranti nordafricani che avrebbero dovuto raggiungere Nizza e successivamente Marsiglia. Altri sono arrivati con alcuni pullman.
Le autorità francesi hanno giustificato la chiusura della ferrovia appunto con l'arrivo di questi manifestanti, che a un certo punto hanno anche occupato i binari. Dopo le 18, quando la protesta è rientrata, anche le autorità francesi hanno smantellato il presidio a difesa della frontiera di Mentone. È quindi ripresa, una decina di minuti dopo le 19.00, la circolazione dei treni a Ventimiglia sia in direzione della Francia sia verso l'Italia. E a bordo c'erano anche migranti che non sono stati fermati.
Il blocco ha però creato un caso diplomatico. Il governo italiano ha protestato contro la decisione delle autorità francesi. "In relazione alla sospensione unilaterale del traffico ferroviario a Ventimiglia - ha scritto la Farnesina in una nota - il ministro degli Esteri Franco Frattini ha dato immediate istruzioni all'ambasciatore d'Italia a Parigi di svolgere un passo diplomatico presso le Autorità francesi per esprimere la ferma protesta da parte del Governo italiano e chiedere chiarimenti per le sopraindicate misure che appaiono illegittime e in chiara violazione con i generali principi europei". "E' stato altresì sollecitato il Consolato a Nizza per attivare contatti immediati con le Autorità locali e ottenere chiarimenti al riguardo", concludeva la nota della Farnesina.
Dopo l'incidente diplomatico, fonti del ministero dell'Interno a Parigi hanno fatto sapere che non c'è alcuna modifica nella politica dell'immigrazione del governo francese, e che il blocco dei treni per la Francia non sarebbe durato ancora a lungo. Secondo un funzionario dello staff del ministro, Claude Gueant, la decisione è stata esclusivamente legata alla protesta organizzata a Ventimiglia. "Non c'è alcun cambiamento nella politica per l'immigrazione rispetto all'incontro che c'è stato dieci giorni fa, a Milano, tra il ministro dell'Interno, Roberto Maroni e il collega francese. Ma i manifestanti non avevano richiesto la necessaria autorizzazione alla prefettura di Nizza. Non credo, comunque, che il blocco dei treni duri a lungo", ha aggiunto il funzionario.
E anche ieri il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, è tornato sull'emergenza immigrazione. L'Europa "della solidarietà, quella che ho sollecitato, ancora non c'è", ha ribadito Maroni a 'L'intervista' su SkyTg24. "Noi siamo in regola con le norme europee per la circolazione secondo Schengen - ha poi sottolineato -. Abbiamo dato i documenti, quello che serve, e questo è stato riconosciuto dalla Commissione europea, per quelli che hanno il permesso temporaneo e vogliono andare in Francia".
L'emergenza immigrazione in Italia "non è finita", e rimane il contenzioso con l'Europa per la vicenda degli sbarchi di massa a Lampedusa. Il ministro ha fatto poi il punto sulla situazione annunciando che 330 tunisini sono stati finora rimpatriati in base all'accordo con la Tunisia: "Stiamo superando la fase acuta, quella in cui in due settimane in mezzo sono arrivati in Italia oltre 20 mila immigrati ma l'emergenza non è finita e non lo sarà fino a che la Libia sarà in guerra e la Tunisia, in cui sono cadute le barriere che fermavano l'esodo, non avrà un governo più efficace".
La soluzione trovata con i permessi temporanei, che aveva aperto una furiosa polemica con la Francia, è stata rivendicata come valida dal ministro proprio mentre Parigi decideva di bloccare i treni provenienti da Ventimiglia. "La libera circolazione è possibile per tutti coloro che hanno il permesso temporaneo e vogliono andare in Francia", ha ribadito Maroni. "Da parecchi anni non c'è più controllo di polizia alla frontiera Italia-Francia. Salvo che la polizia faccia dei controlli nel retro valico. Non ci sono telecamere".
Maroni ha poi polemizzato ancora con l'Unione europea che non avrebbe fatto abbastanza per sostenere l'Italia nell'emergenza: "Se l'Europa è solo un'entità per definire quanto lunghi devono essere i cetrioli, che impedisce di dare aiuti e sostegno a piccole imprese, e quando c'è necessità di aiuto dice 'sono affari tuoi', non è l'Europa che abbiamo in mente". "Di fronte a questa gravissima crisi umanitaria - ha sottolineato Maroni - con decine di migliaia di persone arrivate di colpo da Tunisia a Libia, abbiamo chiesto all'Europa solidarietà e aiuto, di condividere i nostri sforzi. La risposta: 'è un problema italiano".
I contrasti specifici con la Francia, che hanno visto Maroni prendere posizioni dure in prima persona contro il rifiuto di Parigi di accogliere i tunisini che cercavano di passare le frontiere, saranno presto superati - è l'auspicio del ministro. "Il 26 aprile - ha ricordato - ci sarà un vertice Italia-Francia ai massimi livelli, spero sia quella l'occasione giusta per risolvere la questione in senso amichevole. Abbiamo tutto l'interesse a mantenere ottimi rapporti con la Francia" anche se ha tenuto "una posizione dura incomprensibile". Spero sarà quella l'occasione di "riallacciare rapporti amichevoli con la Francia".
L'Unione Europea, ha ribadito ancora il ministro, sull'emergenza migranti "non sta dando una risposta efficiente e utile".
Sul fronte della cronaca, sabato scorso si sono vissuti momenti di tensione tra migranti, sfociati in uno scontro con gli uomini delle forze dell'ordine, nel centro di accoglienza di Pozzallo (Rg). Le lungaggini burocratiche le richieste di asilo politico hanno innervosito gli extracomunitari che hanno inveito contro carabinieri e poliziotti. C'è stato uno scontro: un finanziere, un poliziotto, un carabiniere e tre migranti sono rimasti feriti. Uno degli agenti ha subito una frattura. Trentanove clandestini sono riusciti a fuggire, una ventina sono stati fermati.
Sull'isola di Lampedusa ieri si è registrata la seconda notte senza sbarchi di immigrati. Il vento forte e il mare grosso rendono difficili le traversate di migranti nel Canale di Sicilia. Intanto, dopo il rimpatrio dei 59 tunisini avvenuto sabato da Lampedusa, a bordo di due aerei, ieri non ci sono stati rimpatri e, con ogni probabilità, neppure oggi. I rimpatri riprenderanno martedì.
Attualmente sono complessivamente 124 gli immigrati tunisini nell'isola, 61 sono ospiti del Centro d'accoglienza, 25 alla Stazione marittima e 38 sono minori. Altri 221, cioè i profughi sbarcati venerdì, sono invece ospiti all'ex base militare Loran.
In questo contesto è arrivato il duro monito di don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, durante l'omelia per la Messa della Domenica delle Palme in una chiesa gremita non solo di lampedusani ma anche di rappresentanti delle forze dell'ordine. Senza parlare esplicitamente dell'emergenza immigrati, don Stefano, da anni parroco di Lampedusa, ha accusato: "Siamo pronti a crocifiggere siamo pronti a respingere, siamo pronti ad annientare".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Repubblica.it]