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Si riapre il caso su Denise Pipitone

Rinviata a giudizio la sorellastra della bambina scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004 e ripartono le indagini sul sequestro

19 gennaio 2010

Lucia Fontana, giudice per le indagini delle udienze preliminari di Marsala (TP), ha rinviato a giudizio la sorellastra Jessica Pulizzi per il sequestro della piccola Denise Pipitone, la bimba scomparsa da Mazara del Vallo 6 anni fa, il 1° settembre del 2004.
Rinviato a giudizio per false dichiarazioni al pm, invece, l'ex fidanzato della Pulizzi, il tunisino Gaspare Ghaleb. Il gup ha anche fissato al 16 marzo la prima udienza del processo che si terrà davanti al tribunale di Marsala.
Dunque, secondo il Gup di Marsala ci sono indizi sufficienti per processare Jessica Pulizzi, figlia del padre naturale di Denise, Piero Pulizzi, e quindi sorellastra della piccola, scomparsa da Mazara del Vallo nel 2004. Jessica avrebbe agito per rancore e vendetta nei confronti del padre che aveva lasciato sua madre per la relazione sentimentale con Piera Maggio, da cui poi sarebbe nata Denise.
Dovrebbero, inoltre, ripartire le indagini su altri possibili esecutori e complici del sequestro. L'annuncio è stato fatto dal legale di Piera Maggio, l'avvocato Giacomo Frazzitta che ha detto di aver appreso, seppur informalmente, che il giudice Sergio Gulotta ha accolto la sua richiesta di riapertura. "Una decisione molto importante - ha detto Frazzitta - perchè adesso la procura di Marsala dovrà riaprire l'indagine indagando a 360 gradi".

"Il risultato più importante che abbiamo raggiunto è stata la riapertura dell'indagine sulla scomparsa della bambina a scopo di ritrovamento", ha detto l'avvocato Frazzitta. "Attualmente sono al vaglio degli inquirenti due filoni tra loro compatibili - ha spiegato l'avvocato - Uno vede Jessica Pulizzi quale imputata per sequestro di persona, con un processo previsto il 16 marzo prossimo davanti al tribunale collegiale di Marsala; l'altro è quello collegato agli elementi peritali e investigativi da noi presentati grazie ai nostri consulenti, e che vedrà la Procura indagare su altri soggetti che potrebbero essere implicati nella vicenda".
Il rinvio a giudizio di Jessica Pulizzi, secondo Piera Maggio, madre di Denise, "non poteva essere altrimenti, visti gli elementi di indagine nei confronti degli imputati". "Non traggo alcuna soddisfazione personale da questo processo - ha detto la mamma di Denise - ma vedo l'inizio di una chiarificazione sui fatti, che sarebbe dovuta avvenire anni fa".
In merito alla nuova normativa applicata al processo in corso, ha aggiunto: "Mi sento orgogliosa di aver partecipato alla creazione di due nuove leggi in Italia per tutelare i minori dai sequestratori, inasprendo le pene ed espandendo per le stesse il campo di applicazione".
Non ha nascosto, invece, la sua delusione l'avvocato Gioacchino Sbacchi, difensore di Jessica Pulizzi, che uscendo dall'aula del gup ha detto: "Giustizia non è fatta". Poi, ha proseguito dicendo che comunque "il rinvio a giudizio non significa ancora nulla, perché sarà il processo a stabilire la sentenza".

Era la mattina del 1° settembre 2004... - Era mattina quel 1° settembre di cinque anni e mezzo fa. Denise Pipitone, una bambina di quattro anni, stava giocando davanti la sua casa di Mazara del Vallo. Ci vuole un niente e la bimba sparisce nel nulla tra la via La Bruna e la via Castagnola. Nessun testimone, solo un cuginetto racconta alla nonna e alla zia di avere visto Denise fino a pochi istanti prima ma che all'improvviso ne aveva perso le tracce. Nessuno ha visto nulla, nessun testimone oculare si è mai fatto vivo.
Iniziano gli appelli disperati della madre di Denise, Piera Maggio, che negli ultimi cinque anni ha girato l'Italia alla prima notizia di un avvistamento della bambina. Sempre falsi allarmi.
La cronaca di questa scomparsa, negli anni, ci ha raccontato che il padre della piccola non è il marito di Piera Maggio, Tony Pipitone, ma Piero Pulizzi, un uomo con il quale anni prima la donna aveva avuto una relazione sentimentale. Da qui emergono anche numerosi contrasti tra le due famiglie e nel 2006 viene iscritta nel registro degli indagati Jessica Pulizzi, sorellastra di Denise Pipitone, che all'epoca della scomparsa della piccola era minorenne. Viene captata una sua frase nella caserma dei carabinieri mentre parla con la madre: "Io a casa a' purtai..." (io a casa l’ho portata). Nelle oltre 300 mila pagine relative al caso Denise, quindi, si evidenzia che "coinvolta in modo diretto nel rapimento, è proprio la sorellastra, Jessica Pulizzi". Da quel momento, però, Jessica si avvale della facoltà di non rispondere anche se si dichiarerà sempre estranea al sequestro.
In questi anni Piera Maggio non si è mai arresa: "Denise è viva e questa storia non è ancora finita. Ringrazio tutti gli amici che ci sostengono, anche via internet su Facebook o direttamente collegandosi al sito ufficiale. Sono proprio tutte le persone che ci seguono a darci la forza di continuare a sperare".
Madre coraggio, va anche a Roma e si incatena per qualche giorno davanti al Quirinale per "avere notizie di Denise ". Intanto, il Ris di Roma ha elaborato l'immagine di Denise Pipitone come dovrebbe essere oggi. I carabinieri hanno utilizzato la tecnica dell'"age progression", che riproducono, attualizzandole, le verosimili sembianze della bambina scomparsa il primo settembre di 4 anni fa a Mazara del Vallo e che quest'anno compie nove anni.

Le due piste ancora aperte... - Sul caso della scomparsa di Denise Pipitone ci sono altre due piste di indagini ancora aperte. La prima riguarda un'intercettazione telefonica e le tracce del telefonino di un indagato. La seconda fa riferimento alle rivelazioni del presunto pentito Giuseppe D’Assaro che ha accusato la sua ex moglie di aver ucciso la bambina che teneva segregata in un casolare nelle campagne del Palermitano.
Il primo filone dell’inchiesta, ancora coperta da segreto, è puntato su uno strano viaggio effettuato la notte tra l’1 e il 2 settembre 2004 da uno dei primi sospettati per la sparizione della bimba: sarebbe andato da Mazara del Vallo verso Carini, un paese dell’hinterland di Palermo, per rientrare a casa poche ore dopo. Il suo telefonino è stato "agganciato" dagli impianti telefonici che ne hanno di fatto seguito le tracce. E in alcune conversazioni intercettate, il sospettato avrebbe fatto riferimento, con un uomo ancora da identificare, a una bambina. "E comu ci l'aviamu a pigghiari?". "Quannu è scuru...". ("E come ce la dobbiamo portare?" è la domanda. "Quando fa buio", la risposta).
Agli atti dell’indagine della Procura di Marsala c’è anche la controversa deposizione di D’Assaro, ex marito della zia di Denise, pregiudicato per traffico di soldi falsi e condannato per l’omicidio di una ragazza svizzera: proponendosi come pentito, D’Assaro ha raccontato di aver gettato in mare il cadavere della bimba che era stata tenuta segregata dalla ex moglie Rosalba Pulizzi, sorella del padre naturale di Denise (la bambina, secondo questa ricostruzione, sarebbe morta a causa di una eccessiva dose di tranquillanti somministrati dai suoi carcerieri). Le parole di D’Assaro finora non hanno trovato riscontro e la Procura di Marsala, a luglio, ha chiesto l’archiviazione del fascicolo. La parte civile (cioè Piera Maggio, mamma di Denise) si è opposta suggerendo una serie di nuove indagini. Il gip dovrà decidere a giorni cosa fare.

[Informazioni tratte da Ansa, AGI, Repubblica/Palermo.it, GdS.it, Corriere.it]

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19 gennaio 2010
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