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Sicilia, ponte e mafia sui cablogrammi di WikiLeaks

Al centro delle rivelazioni l'analisi del console generale statunitense a Napoli, J. Patrick Truhn, contenuta in alcuni dispacci

13 gennaio 2011

Anche la Sicilia, la lotta alla mafia, il ponte sullo Stretto di Messina e l'attuale governatore dell'Isola nei cablogrammi di WikiLeaks...
Iniziamo dal Ponte sullo Stretto, opera che piace, principalmente, alla Mafia e che a poco servirà senza seri e massicci investimenti per tutto quello che sta intorno allo Stretto. Scrive J. Patrick Truhn, console generale Usa a Napoli in un dispaccio del giugno 2009 in cui si analizza la situazione in Sicilia, dopo lo scontro politico tra Raffaele Lombardo e "il partito del premier Silvio Berlusconi": "Semmai verrà costruito, il ponte sullo Stretto servirà a poco senza massicci investimenti in strade e infrastrutture in Sicilia e Calabria. E la Mafia potrebbe essere la prima beneficiaria di questa opera, di cui si parla da decenni. Il Ponte potrebbe essere una miniera d'oro per la criminalità" sostiene Truhn che, in questa maniera, fa una sua analisi del "grandstanding" (teatrino) politico che ha "bloccato una operazione di trivellazione per gas lo scorso anno (le trivellazioni della texana "Panther Eureka Gas" a Ragusa, ndr) e minaccia di rinviare un importante sistema di comunicazione satellitare della Marina statunitense (il MUOS nei pressi di Niscemi, ndr)".
Il paragrafo, del quale avete letto pochi stralci, è intitolato, forse con involontaria ironia, "The Bridge to More Organized Crime" (Il ponte per un crimine più organizzato, ndr).
Nello stesso dispaccio del giugno 2009, il console Truhn lamenta che il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo "ha poco tempo per i funzionari stranieri", e come presidente della Provincia di Catania ha concesso "solo una telefonata di 5 minuti" con il console generale Usa a Napoli, mentre da presidente ha rifiutato di "ricevere sia l'ambasciatore Ronald Spogli che il personale diplomatico di Palermo".

In un altro dispaccio di Truhn, datato giugno 2008, si legge che i politici italiani "fanno poco" nella lotta al crimine organizzato, mentre la Chiesa cattolica deve "cooperare di più".
"Anche se le associazioni imprenditoriali, i gruppi di cittadini e la Chiesa, almeno in alcune aree, stanno dimostrando promettente impegno nella lotta alla criminalità organizzata, lo stesso non si può dire dei politici italiani, in particolare a livello nazionale". La Chiesa cattolica poi viene "spesso criticata per non assumere" forti pubbliche posizioni contro il crimine organizzato, "uno dei pochi preti che lo ha fatto, padre Luigi Merola, è ora sotto scorta, così come il vescovo di Piazza Armerina Michele Pennisi", quindi "Washington potrebbe considerare" di cercare una "maggiore cooperazione" con il Vaticano.
Scrive ancora il console generale Usa a Napoli: "Come ci ha ricordato Roberto Saviano, il tema (della lotta alla criminalità organizzata, ndr) è stato virtualmente assente dalla campagna elettorale di marzo-aprile". Il diplomatico suggerisce a Washington di "lavorare per fare presente al nuovo governo che la lotta al crimine organizzato è una seria priorità del governo Usa, e che i drammatici costi economici della criminalità sono un argomento convincente per una azione immediata". "Quelli che lottano contro la mafia - sottolinea ancora il console - hanno bisogno di essere considerati come dei modelli reali. E Saviano può ben essere su questa strada". Lo scrittore infatti "appare regolarmente sulla stampa e sui media radiotelevisivi non come un'autorità per la gente, ma - ed è più importante - come una bussola per coloro che sono disposti ad ascoltare". Infine il dispaccio riporta un incontro tra il diplomatico e lo scrittore. "Quando gli abbiamo chiesto come il governo degli Usa, al di là della cooperazione giudiziaria, potrebbe supportare al meglio la lotta al crimine organizzato, Saviano, in aprile, ha risposto: 'Solo parlando della questione, le date una credibilità che il resto del mondo, italiani inclusi, non può ignorare'".

E arriva la replica di Raffaele Lombardo... - L'analisi fatta dal console Truhn, per quel che riguarda il ponte sullo Stretto e i pericoli che potrebbero connettersi alla sua costuzione, è stata condivisa in parte dal presidente siciliano Raffaele Lombardo. "Per quel che riguarda il rischio di infiltrazioni mafiose per la realizzazione del Ponte sullo Stretto - ha commentato il governatore - va ricordato come parecchie inchieste dell'Autorità giudiziaria abbiano già svelato questi tentativi della criminalità organizzata. Ma questo non è un buon motivo per abdicare. Sarebbe umiliante immaginare che la forza e l'autorevolezza delle istituzioni non siano in grado di contrastare la mafia". Per Lombardo "sarà nostro dovere vigilare, e non solo per quella grande opera. Il lavoro del governo regionale, nei fatti, va proprio in questa direzione, perché la mafia si combatte non soltanto con l'eccezionale quotidiano sforzo di magistrati e forze dell'ordine che frutta sempre nuovi successi investigativi, ma anche affermando, con atti e comportamenti esemplari e trasparenti, il rispetto delle leggi e delle istituzioni. Quello che stiamo facendo in Sicilia, nella sanità e nel ciclo dei rifiuti, dimostra che è possibile dire no alle infiltrazioni e agli interessi illegittimi".
Sul gap infrastrutturale del Mezzogiorno d'Italia rilevato dal console statunitense, Lombardo dice: "Su questo punto è impossibile non essere d'accordo con la diplomazia statunintense. Va ricordato come la giunta regionale siciliana si sia sempre opposta alle politiche nordiste del Governo tanto sulla rete ferroviaria quanto su quella autostradale, perché non si tradiscano le aspettative dei cittadini e l'inderogabile esigenza di mobilità dei siciliani".
Il presidente della Regione siciliana ha detto infine che "le pur rispettabili analisi contenute nei cablogrammi pubblicati da Wikileaks sono oggettivamente datate e si mostrano superate dai fatti. Sono certo che oggi la diplomazia statunitense scriverebbe cose diverse". Concludendo, per quanto riguarda il pochissimo tempo dedicato ai diplomatici statunitensi, Lombardo ha detto: "Di sicuro le relazioni sono ottime e lo dimostrano sia la visita a Palazzo d'Orleans del Console generale degli Stati Uniti a Napoli, Donald Moore, sia il mio recentessimo incontro a Roma con l'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America, David Thorne".

[Informazioni tratte da Ansa, Adnkronos/Ing, Repubblica.it, LiveSicilia.it]

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13 gennaio 2011
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