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Siciliano rapito in Pakistan

Il cooperante Giovanni Lo Porto, trentaseienne di Palermo, si trovava a Multan, in Punjab, con un tedesco

20 gennaio 2012

Giovanni Lo Porto, un cooperante italiano originario di Palermo impegnato in Pakistan con la ong tedesca Welt Hunger Hilfe (Aiuto alla fame nel mondo), è stato rapito ieri insieme ad un collega tedesco a Qasim Bela, nel distretto di Multan della provincia pachistana di Khyber Pakhtunkhwa. La notizia del sequestro, diffusa da una tv di Islamabad, è stata confermata dalla Farnesina.
L'identità del rapito italiano è stata rivelata da fonti della cooperazione internazionale ed anche da un tweet del bergamasco Stefano Piziali, responsabile del Cesvi, ong per la quale Lo Porto aveva lavorato in passato.
In una nota, il ministero degli Esteri ha indicato che "sono stati attivati tutti i canali utili per seguire da vicino la vicenda in contatto anche con la famiglia" del giovane, e che comunque "come avvenuto anche in altri casi, si adotterà anche in questo la linea del riserbo".

Secondo le prime frammentarie, e talvolta contraddittorie, notizie Lo Porto, un siciliano di 36 anni, è stato sequestrato ieri in serata insieme ad un tedesco di 45 anni di nome Bernd con cui lavorava nella ricostruzione del Punjab meridionale colpite dalle inondazioni dello scorso anno. Testimoni oculari, si è appreso, hanno riferito che quattro uomini mascherati hanno fatto irruzione negli uffici della ong e hanno portato via con un'automobile i due cooperanti, appena rientrati da una ispezione nelle zone alluvionate di Kot Addu, portandoli verso una destinazione sconosciuta. I rapitori hanno puntato contro di loro una pistola e li hanno costretti ad indossare un vestito tradizionale pachistano (Shalwar Kameez).
"Sono entrati a colpo sicuro nelle stanze dove si trovavano gli operatori occidentali, come se avessero avuto informazioni precise", ha detto Omar Farooq, un ufficiale della polizia locale. Farooq ha raccontato che il commando ha legato l'unico agente di sicurezza che proteggeva l'edificio dove si trova la sede della Ong tedesca. "Poi sono andati dritti nella camere dove si trovavano l'italiano e il tedesco, sembra che li avessero tenuti sotto controllo per un po' di tempo e avessero ricevuto delle informazioni dall'interno", ha aggiunto il poliziotto sottolineando che i sequestratori non hanno rapito le donne del gruppo, tra le quali vi è un'altra cittadina tedesca.
La polizia pachistana ha subito avviato la caccia ai possibili rapitori, ponendo posti di blocco intorno a Multan per controllare tutti i veicoli in entrata ed in uscita dalla città. "Stiamo indagando per cercare di determinare dove siano stati portati gli ostaggi", ha aggiunto un altro ufficiale della polizia del Punjab, Azhar Ikram, precisando che al momento non è ancora chiaro chi siano i rapitori e a quale gruppo possano appartenere. Infatti nessuno ha ancora rivendicato l'azione, ma si deve ricordare che in Punjab operano numerosi gruppi armati antigovernativi, come ad esempio il Lashkar-e-Jhangvi, movimento estremista sunnita autore di numerosi attentati. Inoltre, nell'agosto scorso a Lahore, capoluogo del Punjab, sono stati rapiti il cittadino americano Warren Weinstein e il pachistano Shahbaz Taseer, figlio del governatore del Punjab Salman Taseer, che secondo fonti concordanti sarebbero nelle mani dei talebani.

Giovanni Lo Porto, secondo un profilo pubblicato su un social network, si è laureato alla London metropolitan University e alla Thames Valley University, Lo Porto precisa di essere arrivato in Pakistan nell'ottobre scorso per partecipare come 'project manager' alla costruzione di alloggi di emergenza nel sud del Punjab. In precedenza era stato ad Haiti, e ancora prima aveva lavorato nove mesi con il Cesvi.
La famiglia del cooperante siciliano preferisce non parlare, ritenendo che il silenzio possa agevolare le trattative per il rilascio. La famiglia Lo Porto vive a Palermo, il padre Vito attualmente lavora a Pistoia, insieme a un figlio. Giovanni aveva parlato con la madre Giuseppa alcuni giorni fa, prima che arrivasse nel distretto di Multan dove è stato rapito insieme al collega.

[Informazioni tratte ANSA, Lasiciliaweb.it, Adnkronos/Aki, Corriere.it]

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20 gennaio 2012
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