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Sigonella raddoppia

Dopo il raddoppio della base Usa di Vicenza, all'interno dell'Unione adesso è scoppiato anche il ''caso Sigonella''

26 gennaio 2007

Prima c'è stato il nulla osta all'ampliamento della base americana di Vicenza e il conseguente marasma tra radicali pacifisti e tutti gli altri. Poi (due giorni fa) la notizia di un altro ampliamento, sempre di una base americana - quella di Sigonella in Sicilia - e di un altro marasma all'interno della maggioranza di governo.

Ma passiamo ai fatti... Entro il 2008 verrà ampliata la base siciliana di Sigonella, per accogliere altri 6800 soldati americani e puntare soprattutto verso l'Africa.
Un affare da milioni di euro avallato dall'amministrazione comunale. Dal 2003 la Marina Militare degli Stati Uniti sta lavorando sotto silenzio al potenziamento della base, per far posto a quasi 7000 nuovi militari, molti di più che i circa duemila in arrivo a Vicenza.
Il piano d'ampliamento, che riguarda la costruzione di 1.300 villette (più impianti sportivi, parcheggi e attrezzature per la sicurezza), in un'area di 76 ettari, per la quale serviranno 670mila metri cubi di cemento, è stato presentato appena due mesi prima dell'approvazione del consiglio comunale di Lentini (SR). Il progetto è stato sottoscritto dal sindaco Alfio Mangiameli (Margherita) che ha precisato che le villette ospiteranno i familiari dei militari Usa già sul posto, e che per il momento riferisce ''di non aver avuto notizie'' sul possibile arrivo di nuovi soldati.

Quindi un'operazione programmata da tempo, per di più in una zona ''a vincolo paesaggistico e archeologico'',  approvata definitivamente nello scorso ottobre dal consiglio comunale di Lentini, che ha potere decisionale su Sigonella. Come riporta il dossier del Centro Studi Territoriali Ddisa di Lentini, che fa capo alla rivista ''Giro di vite'',  la delibera era stata preceduta da una proposta legislativa della Cdl che intendeva semplificare la legislazione esistente in materia di tutela urbanistica delle risorse naturali, paesaggistiche, storiche e architettoniche, ma che fu ritirata per le enormi proteste del mondo accademico e culturale. Un colpo di spugna fallito denunciato anche da Rita Borsellino nel suo programma elettorale, ma che non ha fermato gli affari di politici e imprenditori e i progetti espansionistici americani, cavalcando una filosofia di connivenza continua tra amministrazione locale, intrecci politici e lobby economiche.
L'iter del progetto è avanzato con inedita e sospetta velocità nelle strade solitamente intasate della burocrazia italiana (ancor più siciliana), con un'area agricola tutelata trasformata in ''complesso insediativo chiuso ad uso collettivo'', in barba ai pareri negativi di Asl, Genio Civile e Soprintendenza Archeologica.

Alla luce di tutto ciò, c'è chi promette di raggiungere la Sicilia per verificare con i suoi occhi il ''raddoppio di Sigonella'', chi propone di indire un referendum tra gli elettori dell'Unione, chi parla di conferenza nazionale sulle basi Usa in Italia. Insomma, il marasma di cui abbiamo parlato all'inizio.
Prima Vicenza, poi Sigonella, come se non bastasse l'Afghanistan. La sinistra radicale (Rifondazione, Pdci e Verdi) si chiede: ''Dove ci porterà questo governo?''.
Nonostante le rassicurazioni del ministro della Difesa, Arturo Parisi, e quelle del sindaco di Lentini il caso è arrivato in Parlamento e ha preoccupato ed indignato quella parte del governo che sbatte i pugni sul tavolo e sottolinea quello che riportano le pagine del ''Programma dell'Unione''.
''Ma il governo è impazzito?'', è insorta Manuela Palermi, capogruppo di Verdi e Pdci al Senato, appena letto la notizia: ''Se è vero, possiamo dedurre che si sta tentando un cambio di maggioranza: si cerca di metterci davanti a fatti compiuti che sono il contrario del programma sottoscritto in campagna elettorale''. Il collega del Prc Giovanni Russo Spena parla di ''notizia agghiacciante'', e ricorda che ''oltretutto i 7 mila nuovi soldati andranno a occupare una zona sottoposta a vincoli ambientali''. La compagna di partito Elettra Daiana ha detto: ''Mi recherò a Sigonella per verificare l'oltraggio subìto dagli italiani e, in particolare, dai siciliani: è l'ennesimo schiaffo alla sovranità del nostro Paese''.

Anche i Verdi promettono che faranno del tutto per bloccare la decisione. Il senatore Gianpaolo Silvestri ha proposto un referendum fra tutti gli elettori dell'Unione: ''Vediamo che cosa ne pensano al riguardo. Per quanto mi riguarda penso che la Nato dovrebbe uscire dal territorio del nostro Paese''. Un altro senatore verde, Marco Bulgarelli, si è detto preoccupato delle ripercussioni ambientali: ''Il monte acqua già utilizzato dai soldati militari in quella zona è enorme: figuriamoci se dovessero aumentare''. E ha aggiunto: ''Comincio a nutrire seri dubbi su una strategia ai nostri danni: prima Vicenza, poi Sigonella, ho paura che qualcuno voglia portare la maggioranza fuori dai suoi binari''.

Il ministro Parisi, preoccupato della preoccupazione dei suoi colleghi/rivali, ha deciso di intervenire subito con una nota: ''In merito a notizie di agenzia che riferiscono di un incremento di circa 7 mila militari statunitensi nella base di Sigonella, il ministero della Difesa precisa che tale affermazione è destituita di ogni fondamento''. Ancora: ''L'entità del personale militare straniero presente è definita e autorizzata dagli accordi bilaterali in essere e, al riguardo, non vi è stata alcuna richiesta di variazione''. ''L'eventuale costruzione di nuovi complessi per il personale già autorizzato, se non situati sul demanio militare e se non destinati in alcuna parte ad attività operative, rientra nella politica logistica di sostegno al proprio personale da parte delle Forze ospitate''.
Insomma, per il ministro il caso è gonfiato, e non c'è motivo di preoccupazione. Dice Parisi.

Fatto sta, che non è un mistero che nelle basi italiane i militari americani vengano addestrati per possibili prossime missioni in Africa, dove si giocheranno le future partite decisive in tema di petrolio e risorse energetiche, e che l'Italia sia l'avamposto strategico ideale per i prossimi obiettivi. Ragion per cui, l'allargamento di Sigonella diventa cruciale per la politica militare statunitense, in una zona meno controllata di Vicenza, in cui anche le operazioni militari più sospette possono avvenire senza l'adeguato contrasto di un'opinione pubblica poco propensa a dare voce ai contestatori.

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26 gennaio 2007
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