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Slitta la riapertura di Termini, pronto il piano per il rilancio della Fiat

La data del 17 febbraio non potrà essere rispettata

11 febbraio 2003
La ripresa della produzione nello stabilimento Fiat di Termini Imerese slitta ancora.

Dopo il rinvio al 17 febbraio l'azienda ha comunicato ai rappresentanti sindacali che anche questa data non potrà essere rispettata.

I motivi del ritardo sono legati ai problemi della fabbrica di Termoli, che produce i motori per la Punto, il modello assemblato a Termini Imerese.

La produzione potrebbe ripartire il 24 febbraio, "anche se - spiega Vincenzo Comella della Uilm - a questo punto sembra un' ipotesi davvero ottimistica".

"Oggi - spiega Roberto Mastrosimone, della Fiom - è ripartita la produzione a Melfi che, con Mirafiori e lo stabilimento siciliano, produce la Punto. Prendiamo atto - aggiunge il sindacalista - che la volontà di riapertura dell' azienda si è fermata a Melfi". 

E intanto è pronto il piano Colaninno da 9 miliardi per il rilancio della Fiat, secondo il quale l'auto tornerà in utile entro 5 anni.
 

Reso noto il progetto dell'imprenditore mantovano per rilanciare la casa automobilistica. mentre lui ribadisce che solo con il supporto di Fiat, delle banche, della famiglia Agnelli, degli altri azionisti e di General Motors il piano funzionerà.

Un piano per Fiat da 9 miliardi di euro per riportare in utile l'auto entro cinque anni, con profitti pari al 7-9% dei ricavi. È questo il progetto presentato al Lingotto da Roberto Colaninno, secondo il 'Financial Times'.
Il quotidiano spiega tuttavia che non è atteso un via libera a Colaninno da parte del consiglio di amministrazione Fiat previsto per il 28 febbraio, viste le resistenze della famiglia Agnelli a dargli la gestione della società. Mentre l'imprenditore ribadisce che solo con il supporto di Fiat, delle banche, della famiglia Agnelli, degli altri azionisti e di General Motors il piano funzionerà. "Se il Cda dirà no - dichiara Colaninno - sarà la fine" del piano.

Secondo il progetto messo a punto dall'imprenditore, un miliardo di euro verrebbe iniettato direttamente in Fiat Auto da parte di un gruppo di investitori e dallo stesso Colaninno, spiega l"Ft'. Mentre un consorzio di banche coordinato da Lehman Brothers e Ubs Warburg garantirebbe la sottoscrizione di un'emissione di opzioni per 1,5 miliardi.

Con il via libera di Torino partirebbero immediatamente i negoziati con Gm, per convincere il partner americano di Fiat a partecipare con 1,5-2 miliardi di euro alla ricapitalizzazione dell'auto, in cambio della cancellazione della 'put'. Altri 4 miliardi deriverebbero dalla cessione di Fiat Avio e della Toro, mentre verrebbe abbandonato il marchio Lancia. L'investimento previsto in Fiat Auto prevede anche la copertura di perdite per 3,5 miliardi di euro che si stima verranno generate nei prossimi due anni.

"Si devono procurare tre asset - spiega infine Colaninno al 'Ft' - denaro, persone e tempo, almeno cinque anni di tempo. Se vengono forniti tutti e tre, la mia opinione è che sia possibile imprimere una svolta a Fiat".

Fonte: GdS

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11 febbraio 2003
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