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Smantellata dai carabinieri la 'joint venture' del traffico della droga tra Cosa nostra e 'Ndragheta

22 novembre 2007

Le forze dell'ordine hanno eseguito all'alba di stamani 19 ordini di custodia cautelare in carcere per un traffico di droga che veniva gestito in Sicilia da boss di Cosa nostra e della 'Ndrangheta. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, su richiesta dei sostituti procuratori Michele Prestipino, Roberta Buzzolani e Maurizio de Lucia.
Gli indagati, accusati di far parte di famiglie mafiose siciliane e delle 'ndrine calabresi, per gli inquirenti avrebbero gestito un vasto traffico di stupefacenti e avviato affari illegali. Dall'inchiesta emerge soprattutto l'intreccio fra Cosa nostra e 'Ndrangheta e collegamenti pure con esponenti della camorra. I carabinieri e la polizia penitenziaria, dalla cui iniziativa di accertamento è scaturita l'operazione odierna, hanno eseguito perquisizioni nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove sono detenuti boss di Cosa nostra, della 'ndrangheta e della camorra.
Nell'istituto di pena, i militari hanno controllato in diverse celle, gran parte delle quali si trovano nella zona di alta sorveglianza, cioè dove sono rinchiusi esponenti dei clan napoletani, delle famiglie siciliane e delle 'ndrine calabresi, alcuni dei quali già condannati all'ergastolo.

Le forze dell'ordine hanno inoltre arrestato un agente di polizia penitenziaria che sarebbe stato utilizzato da camorristi per mettere in contatto alcuni detenuti nel carcere di Pagliarelli con componenti dei clan napoletani. L'agente arrestato è Fabrizio Esposito, di 36 anni, di Palermo.
Il provvedimento cautelare è fra i 19 firmati dal gip ed eseguiti dai militari del comando provinciale. L'agente avrebbe ricevuto somme di denaro dal detenuto Antonio Mennetta, di Napoli, anche lui destinatario di un provvedimento di custodia cautelare. Secondo l'accusa, Esposito avrebbe fatto entrare in carcere telefoni cellulari destinati ai detenuti napoletani e altri oggetti di cui è vietata la detenzione in cella.
Arrestato anche un educatore carcerario, Benedetto Sardisco, di 28 anni, dipendente di un ente di formazione professionale. Per gli inquirenti sarebbe stata una persona disponibile alle richieste dei detenuti, ai quali, in cambio di qualche centinaio di euro, si sarebbe prestato anche lui a far arrivare telefonini cellulari dentro il carcere.

Dall'inchiesta emerge che l'agente penitenziario aveva il vizio del gioco ed era indebitato fino al collo. L'uomo è stato filmato mentre incontrava all'aeroporto ''Falcone-Borsellino'' di Palermo Alberto Sperindio, anche lui arrestato stamani. L'uomo era arrivato con un volo da Napoli e per farsi riconoscere aveva indossato un cappellino della squadra di calcio partenopea.
I militari filmano l'incontro e notano che Sperindio consegna a Esposito un sacchetto di carta di colore bianco che l'agente porta con sé fin dentro il carcere. Sperindio saluta e si infila a bordo di un taxi che lo porta a Pagliarelli dove va ad incontrare il camorrista Antonio Mennetta, anche lui raggiunto stamani da ordine di custodia. Sperindio durante il colloquio conferma a Mennetta di avere incontrato all'aeroporto Esposito e di avergli consegnato dei profumi e una fede e di avergli dato 350 euro. Entrambi i fermati sono accusati di corruzione a vantaggio della mafia. Perquisizioni sono ancora in corso nell'istituto di pena e in varie zone della Sicilia e Calabria. [La Sicilia]

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22 novembre 2007
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