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Social Card: azzura, discreta... scarica!

La carta di credito dei poveri per molti è risultata essere come le proprie tasche: VUOTA

16 gennaio 2009

Un bancomat non intestato di colore azzurro, del valore di 40 euro mensili... Chi lo riceverà entro il 31 dicembre avrà già un credito di 120 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. E, a regime, sulle casse dello Stato peserà per 450 milioni di euro...
La Social Card, fin dal primo momento, ha avuto i sui detrattori. Ovviamente dall'opposizione in molti sono stati pronti a dire: "Ecco il governo, incapace di fare altro, fa l'elemosina""Siamo ritornati ai tempi del pane con la tessera", "E' una manovra propagandistica che non risolvere i problemi degli italiani più bisognosi". Beh, certo, fra i non entusiasti c'è stato anche chi è riuscito a interpretare sul serio il pensiero di chi non ha niente e per i quali 40 € al mese, sono sempre 40 € al mese. Insomma, sempre meglio che calci sulle gengive. Solo che, al di la di tutto, dallo scorso primo dicembre, l'unico effetto concreto di questa Social Card  sembra essere soltanto le interminabili file alle poste e, quando finalmente a qualcuno è arrivata, è riuscito ad averla in mano, beh, il bancomat azzuro tanto discreto e utile è stato trovato vuoto! Sì, vuoto, come le carte di credito fac simile che si trovano nei portafogli appena comprati.

Il fatto è che l'"evento" Social Card, oggi, si può riassumere col famoso detto: "Ecco! La montagna ha partorito il topolino!". Dal primo dicembre scorso, lo ha detto anche il ministro Tremonti, le card in funzione sono solo 423.000. Dovevano essere un milione e 300.000. E molte sono scariche.
Il ministro dell'Economia ha spiegato nei giorni scorsi che sono giunte, in tutto, 580.000 richieste da parte di cittadini per ottenere la Carta e, tra queste richieste, "le Card già operative e caricate ammontano a 423.000".
I numeri, freddi e oggettivi, arrivati direttamente dall'Inps a fine 2008, parlano implacabilmente di un flop: dall'Inps dicono che poco prima di Capodanno sono state attivate 330.000 Card, rispetto alle 520.000 domande ricevute. Ne sono state respinte, quindi, 140.000, mentre 52.000 devono essere ancora esaminate.
Tremonti ha poi spiegato che la differenza tra chi ha fatto la domanda e coloro che hanno già ricevuto la carta è dovuta al fatto che "un terzo dei cittadini che hanno portato la richiesta, in realtà non rientravano con l'indicatore Isee", ma non ha chiarito perché in tanti si sono trovati in mano una Card senza soldi. Secondo il ministro, "il 100% di coloro che hanno fatto domanda e possedevano i requisiti richiesti hanno ottenuto la carta caricata". Stando però all'articolo di Antonello Caporale pubblicato ieri da Repubblica (che proponiamo sotto, ndr) l'affaire social card si è rivelata una beffa veramente brutta: soltanto un terzo delle carte concesse hanno ricevuto finora l'accredito dei 120 euro. E tantissima gente si è ritrovata alla cassa di un supermercato con la Card scarica!

Beh, brutta circostanza, non c'è che dire. Come? mi dici che non metti il nome nella carta proprio per un fatto di discrezione e privacy e poi mi mandi a fare la spesa senza un quattrino??
Tremonti per questo ha chiesto scusa, al meno così si è letto in qualche giornale. Ha promesso che i problemi verranno risolti, che le scadenze per accedervi allungate e che si tratta di un esperimento che ha bisogno di rodaggio. Ma il ministro si stizzisce con l'opposizione che ha trasformato le difficoltà della partenza in un critica politica. "Si può dire tutto su un governo - ha dichiarato il ministro dell'Economia, durante una conferenza stampa convocata al Tesoro - ma polemizzare sulla povertà non mi sembra proprio il caso". Ha chiesto quindi all'opposizione di non fare polemiche, "perché la carta acquisti è una cosa di cui parlare con serietà visto il rispetto che si deve a chi è in una situazione di difficoltà".
Giusto! Ci vuole rispetto per chi è povero e non riesce ad arrivare, non alla fine, ma all'inizio del mese! Rispetto... già... rispetto... ma tipo mandare i pensionati al supermercato con un pezzetto di plastica blu senza alcun valore? [Informazioni tratte da Ansa.it, Repubblica.it, www.ilsalvagente.it]

Una su tre è senza soldi
LA GRANDE BEFFA DELLA SOCIAL CARD
di Antonello Caporale (Repubblica.it, 15 gennaio 2009)

Si dice: morire di vergogna. "Avevo il Dixan in mano, anche una confezione di orzo e una scatola di tonno ma mi è venuto un presentimento: vuoi vedere che non funziona? Allora ho preso la tessera e ho chiesto alla commessa di digitare i numeri, io non vedo bene. Non era stata caricata. Avevo i soldi stretti nell'altra mano, già tutti contati, e glieli ho dati e così è finita. Non l'ho più usata".
Maria Pia, 67 anni, è fuggita via dal supermercato di Viareggio rossa in viso, e meno male che non c'era nessuno in fila. Comunque in quel supermercato non ci tornerà più.

La tessera di Tremonti è di un bel azzurro sereno. Come il cielo di Forza Italia, quello di una volta. Un tricolore ondulato la attraversa da sinistra a destra e sembra la scia delle mitiche frecce. "E' anonima naturalmente per non creare imbarazzo", commentò Silvio Berlusconi il giorno dell'inaugurazione della campagna dei 40 euro mensili ai bisognosi d'Italia.
Anonima. Infatti ieri, supermercato Sma di Roma, commessa indaffarata alla cassa, signore anziano in fila: "Ha per caso la social card?". Il no è asciutto e risentito. "Scusi, ma era per capire come pagava".
Lusy Montemarian non ha pagato, anzi è scoppiata in un pianto dirotto quando le hanno comunicato, come fa il medico alla famiglia del congiunto morente, che non ce l'aveva fatta. Un pianto raccolto da una microtelecamera di "Mi manda Raitre" e unito ad altri pietosi casi. Un mattone sull'altro, e un altro ancora. Alla fine si edifica questo incredibile muro della vergogna che attraversa la penisola e la trafigge senza colpa.

La Social Card, il circuito Mastercard. Protagonisti di una favola. Una strisciata e via. La pensionata indigente che alla cassa del panificio, come la donna chic di via Condotti, apre il borsello, non tocca i soldi sporchi, ma sfila la carta di credito. Un secondo magnetico. Se la carta è piena. Se è vuota - e lo sono un terzo delle circa 500 mila distribuite - la pensionata deve restituire il pane e ritirare l'umiliazione pubblica.

Era il 19 giugno, era estate, e il ministro Giulio Tremonti annunciava una vecchia novità: la carta di credito per i poveri. Vecchia perché l'aveva pensata Vincenzo Visco, nell'arcaico '97: sconti sulla spesa, sugli affitti, sui beni di prima necessità. Vecchia perché l'aveva apprezzata Ermanno Gorrieri, comandate partigiano, fondatore del movimento Cristiano Sociali. Gorrieri è morto nel 2004. Nel 2008 è Tremonti a presenziare e presentare la svolta: una manovrina da 450 milioni di euro, 200 coperti dall'Eni, 50 dall'Enel, altri dalla Robin Tax. Togliere ai ricchi, dare ai poveri: 40 euro al mese, 80 euro accreditati ogni due mesi. Per un anno intero. Quattro mesi di annunci, di serrata organizzazione. Pronti. Si parte il primo dicembre. Attenzione: chi conserva 15 mila euro, in banca o alla posta, pensionato o disoccupato, non ha diritto alla carta di credito dello Stato.
Sono in 520 mila a dicembre a chiedere la social card, pensionati con reddito dai 6 mila euro agli 8 mila, coppie di anziani, famiglie con figli a carico, non oltre i tre anni però. Con una sola casa di proprietà, un'automobile e un'utenza elettrica attiva. In fila, per ore, davanti ai 9 mila uffici postali. Perché chi completava le pratiche entro il 31 dicembre, aveva diritto a 120 euro (ottobre, novembre e appunto dicembre) di partenza. Una corsa verso il nulla. Perché il 30 dicembre, con ottimismo natalizio, l'Inps - che doveva accertare il reddito - dichiarava di aver ricaricato 330 mila tessere. Le altre erano vuote.

Migliaia di italiani si sono ritrovati in mano una patacca. Una carta azzurra, di plastica, con il retro magnetico, il numero, il logo giallo e rosso della Mastercard. Belle, eccome. E di valore: si stima costi almeno 50 centesimi l'una, più 1 euro per la ricarica bimestrale, più il 2 per cento per le spese del circuito bancario. Uno scherzetto da 8 milioni e 500mila di euro, a pieno regime. Una lotteria per il mezzo milione di italiani che, soltanto alla cassa e davanti al commesso, saprà se la sua carta annonaria è buona oppure è uno scherzo del destino, se può permettere di fare la spese oppure di annunciare la propria povertà a tutti.
Duecentomila tessere vagano scoperte di tasca in tasca, sospese o respinte. Duecentomila italiani, forse di più, le possiedono senza poterle utilizzare. Alcuni (pochi) lo sanno. Altri, molti altri, che non sanno, vanno incontro alla sciagura.
Ci vuole del metodo per ideare una così lunga e inutile fatica. Prima fila: farsi certificare la povertà, la disgrazia assoluta. Seimila euro all'anno. In fila, naturalmente per vedersi attestata dal patronato la sospirata povertà. Poi l'Inps, le Poste, sempre in fila, sempre allo stesso modo. Infine, coraggio, andare al supermercato ed esibirla questa maledetta povertà. E poi, duecentomila volte finora, vederla svergognata: "La tessera non è carica". Ma ha letto bene?

Per la social card un poveretto di Catania è ricoverato (coma farmacologico) in ospedale a seguito di furiosa lite, recita un dispaccio dell'Ansa del 3 gennaio scorso, generata "dalla discussione per l'ottenimento della social card". Giovanni Spatola, imbianchino di 47 anni, si è costituito ai carabinieri confessando di aver fracassato il cranio del conoscente con una chiave inglese. Chi dei due doveva ottenere la social card? A Verona boom di ritiri. Il dato, riferisce la direzione delle Poste, è connesso alla presenza nel luogo di molti istituti religiosi. Trecento tra suore e frati si sono presentati all'incasso. Nullatenenti. Perciò potevano. A Castelletto di Brenzone, minuscolo villaggio sul lago di Garda, ne sono state elargite più di cinquanta. Come mai? Lì ha sede l'istituto delle piccole suore della Sacra Famiglia. Amen.
"Disagi e umiliazioni di ogni genere. Accreditategli questi benedetti quaranta euro sulle pensioni, così risparmierete dei soldi anche voi", ha consigliato Pierluigi Bersani ieri alla Camera al ministro dell'Economia. "E' la truffa del secolo, un flop, il più grande bluff tremontiano", dice Franco Laratta, il deputato calabrese del Partito democratico mentre raccoglie le firme per un'interpellanza urgente sulla precoce agonia di questa tesserina azzurrissima, molto patriottica con quel fascio tricolore.

- Arriva la ''Social card'' da 40 euro mensili (Guidasicilia.it, 27/11/08)

- Beffa social card... (Guidasicilia.it, 09/12/08)

 

 

 

 

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16 gennaio 2009
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