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Società fantasma, azioni false quotate in borsa, cocaina e tanti, tanti soldi. Duro colpo ad un clan siculo-canadese

24 ottobre 2007

Flussi enormi di denaro, società fantasma e off-shore, ma anche scatole cinesi ed azioni false quotate in borsa. Un intreccio economico-finanziario degno di una vera e propria multinazionale del crimine che aveva come principale attività il traffico internazionale di stupefacenti e il conseguente riciclaggio di denaro. Tantissimo denaro. Che transitava anche nella capitale attraverso una società di import ed export di pellami con tanto di sede in piazza Colonna, di fronte a Palazzo Chigi.
E ci sono voluti anni e anni di indagini, silenziose e meticolose per arrivare a svelare le intrigate operazioni finanziarie di una associazione mafiosa che aveva messo le mani a Roma, come in Canada, Francia e Svizzera.
Gli uomini della Dia non hanno dato tregua alle 19 persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma fino a quando, con pedinamenti ed intercettazioni, hanno ricostruito l'intero organigramma fatto di boss, imprenditori, funzionari di banca e faccendieri.

Per arrivare ai nomi di oggi gli investigatori della Dia di Roma sono partiti da un'inchiesta di ieri, quella che vedeva la mafia infiltrarsi nel grande appalto per la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, un tentativo di intrusione gestito dal clan Rizzuto. E proprio al boss italo canadese Vito Rizzuto faceva riferimento la società 'Made in Italy Spa', con sede nel cuore della capitale che avrebbe dovuto riciclare, attraverso una operazione internazionale, 600 milioni di dollari.
La 'Made in Italy', il cui presidente Mariano Turrisi è stato arrestato la scorsa notte, e la 'Made in Italy Inc.', hanno spiegato gli investigatori della Dia e della Guardia di Finanza di Milano, era stata creata per riciclare attraverso il sistema delle scatole cinesi, denaro che proveniva dalla vendita della droga. E una importante partita di cocaina che veniva dal Venezuela, circa 300 chilogrammi, era stata sequestrata l'anno scorso a Vancouver. Un sequestro tenuto nascosto per permettere agli investigatori di proseguire a lavorare nell'ombra. La Dia di Roma ha quindi lavorato a fianco delle polizia canadese, di quella francese, svizzera e del Fbi statunitense.

La collaborazione con il Nucleo centrale di Polizia tributaria della Finanza è servita per svelare il complicato sistema di società 'ombra' e 'a conchiglia' che servivano per far viaggiare il denaro illecito attraverso molti Paesi europei e americani, per farlo poi confluire in due conti svizzeri che facevano capo al clan Rizzuto. Per questo lavoro il clan si serviva di due funzionari di banca del Veneto: erano loro che facevano la spola tra Svizzera e Italia per depositare il denaro in conti correnti denominati 'Olio 1' e 'Olio 2', messi sotto sequestro. Altri arresti sono stati effettuati nella zona di Arzignano, vicino a Vicenza, dove i titolari di due società di importazione di pellami erano i punti di riferimento degli arrivi di cocaina provenienti dal Canada. La droga infatti viaggiava pressata nelle pelli che arrivavano in Italia.

L'intera organizzazione, hanno spiegato il procuratore distrettuale antimafia di Roma Italo Ormanni e il direttore del centro operativo della Dia di Roma Paolo La Forgia, faceva riferimento, oltre alla famiglia Rizzuto, anche a Robert e Anthony Papalia, sempre legati a clan mafiosi e titolari occulti di una società quotata in Borsa a Brema, che nel corso degli anni ha emesso titoli falsi legati all'estrazione minerali preziosi. Per tutti gli arrestati le accuse vanno dall'associazione mafiosa, al riciclaggio e reimpiego di trasferimento fraudolento di valori, insider trading e aggiotaggio.
La Dia ha arrestato a Cattolica Eraclea, nell'Agrigentino, Giuseppe Spagnolo, di 53 anni, imprenditore. Secondo gli investigatori apparterrebbe alla cellula agrigentina dell'associazione mafiosa dei Cuntrera Caruana e si sarebbe adoperato per reperire illecitamente finanziamenti necessari per riqualificare attività commerciali per conto dell'organizzazione. Con Spaguolo sono stati arrestati in Canada, altre due persone di Cattolica Eraclea: Vito e Nicolò Rizzuto, padre e figlio, rispettivamente di 83 anni e 51 anni, ritenuti vicini alla cosca mafiosa dei Bonanno di New York. [Fonte: La Sicilia]

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24 ottobre 2007
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