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Solo un soffio di libertà

L'altro ieri dalle carceri italiane sono usciti circa 3.344 detenuti. Numerosi i casi in cui la libertà è durata solo poche ore

03 agosto 2006

Reclusi, colpevoli di aver leso a volte la dignità, a volte l'onorabilità, a volte la libertà altrui. Rei di aver rubato, di aver minacciato, colpevoli di aver infranto quelle leggi che esistono affinché possa vigere la coesistenza civile fra gli uomini. In carcere, chiusi dentro una cella, fermi in punto per espiare le proprie colpe, immobili in uno spazio ristretto dove l'unica cosa che si può fare è riflettere sulla propria condotta.
Certo a volte la pena è superiore al reato, a volte lo sbaglio che si è fatto è stato dettato da un malessere che non ha nulla a che vedere con la cattiva coscienza, ma la legge non ammette ignoranza, non ammette debacle, non ammette debolezze...
Poi magari arriva l'indulto, il governo che guida il Paese ha deciso di dare una seconda chance, di perdonare in parte il torto che si è commesso ed apre i cancelli. Ci si può subito accorgere che fuori tutto è andato avanti. Per un momento sembra che niente e nessuno ha sofferto l'assenza di quanti sono stati reclusi... Eppure chissà quanti conti in sospeso, chissà quanti nodi che nemmeno il carcere  può sciogliere...

Piero Melis, 54 anni, è uno di quei tanti detenuti che l'altro ieri sono ritornati a respirare l'aria della libertà. E' uscito dalla casa circondariale di Udine dove era stato rinchiuso poche settimane per maltrattamenti in famiglia. L'indulto gli ha dato una seconda possibilità, e lui arrivato a casa, ha prima picchiato furiosamente la moglie in mezzo alla strada e poi ha tentato di strangolarla.
L'uomo, bloccato da un passante, dovrà adesso rispondere di tentato omicidio. I cancelli del penitenziario di Udine per lui si sono subito riaperti.

Massimiliano Formula, 32 anni, e Raimondo Muntoni, 28, usciti alle 18 dal carcere di Macomer, in Sardegna, sono stati di nuovo arrestati alle 23 per resistenza a pubblico ufficiale, minacce, violenza e danneggiamento. Lasciata la prigione i due sono andati in un bar vicino e forse festeggiando l'insperata libertà arrivata con l'indulto hanno alzato un po' troppo il gomito attirando l'attenzione di una pattuglia della polizia che è intervenuta chiedendo le loro generalità. I due, con ancora addosso la puzza di reclusione, hanno aggredito i poliziotti, assalendoli con calci e pugni. Risultato: Formula e Muntoni sono finiti di nuovo in prigione, stavolta a Oristano, in attesa del processo per direttissima. La loro libertà è durata appena cinque ore e mezza sbronza.

Anche Giovanni Calassi, 45 anni, è stato scarcerato l'altro ieri, dal carcere di Genova. Solo cinque ore dopo è stato arrestato per tentata rapina. L'uomo, originario di Taranto rilasciato alle 22 dal carcere di Marassi, vi è rientrato, per gli stessi motivi, alle 3.40. Dopo aver vagato per la città, ha, infatti, sfondato la vetrina di una pizzeria ed è entrato per rubare. Fosse stato per lui, forse non sarebbe manco uscito dal gabbio.

In Lombardia un detenuto tossicodipendente appena uscito si sparato in vena un bella dose di eroina ed è morto subito per overdose, un altro è ritornato in carcere per tentato furto. B.S., 32 anni, è stato trovato morto, poco prima delle 15. Accanto aveva una siringa. C.L., 36 anni, è invece ritornato in carcere nel pomeriggio dopo aver tentato di rubare una Fiat Uno. E' stato bloccato dalla polizia.
A Brescia, un trentenne senza fissa dimora aveva appena lasciato il carcere di Canton Mombello, quando vi ha fatto ritorno poche ore dopo. E' stato infatti arrestato per aver tentato di mettere a segno un paio di furti nei garage di una abitazione di un comune vicino Brescia. I proprietari dell'appartamento hanno però sentito dei rumori avvertendo gli uomini dell'Arma. Per il ragazzo è così tornato il tempo di risalutare i suoi ex compagni di cella.

E' tornato in galera a tempo di record anche Giampaolo Monteduro, un 49enne di Trieste, pizzicato appena dodici ore dopo dai Carabinieri del Nucleo radiomobile del Comando provinciale di Trieste, mentre con un paio di forbici tentava di forzare una Fiat 500 parcheggiata in via Manzoni.
In Emilia Romagna è finita di nuovo dietro le sbarre anche una torinese di 33 anni sorpresa a rubare tre paia di jeans in un negozio di abbigliamento in pieno centro a Bologna.
A Siena, L.C., 56 anni, era nel carcere di Santo Spirito per reati contro il patrimonio: appena libero, in preda ai fumi dell'alcol ha subito cominciato a disturbare i turisti nella centrale piazza Indipendenza. Quando i carabinieri hanno provato ad intervenire, l'uomo si è dimenato. E' stato arrestato con accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Nel Lazio, ed esattamente ad Anzio, un 35enne, originario della Campania, appena uscito dall'istituto di pena, si è diretto a casa dell'ex convivente - con la quale vi erano stati vari problemi durante il periodo di carcerazione - e ha iniziato ad inveire contro la madre rivolgendole gravi minacce. All'arrivo della pattuglia della polizia, l'uomo - che ha precedenti per rapina, spaccio di stupefacenti, maltrattamenti in famiglia e danneggiamento - si è scagliato contro i carabinieri, ferendone uno con una testata. I militari lo hanno immobilizzato e arrestato.

Procolo De Pasquale, 39 anni, non ha invece retto la notizia. Detenuto a Poggioreale e residente a Pozzuoli al rione Toiano, l'uomo è morto all'ospedale napoletano ''Loreto Mare'' poche ore prima di essere scarcerato per un infarto.
Opposta la vicenda di Giovanni Valentino, dimenticato in cella, per un errore. Il custode dell'Oasi Francescana ed ex braccio destro di Padre Fedele Bisceglia, in carcere a Cosenza dal 20 giugno scorso ha diritto alla libertà ma si trova ancora dietro alle sbarre.
In Sicilia è stato invece arrestato dai carabinieri di Palermo, un tunisino di 28 anni: l'accusa è atti osceni in luogo pubblico, praticati davanti all'entrata del Policlinico del capoluogo siciliano, davanti ad alcuni bambini. In carcere c'era finito per gli stessi motivi.

Ecco da Nord a Sud, storie di ''un soffio di libertà'', storie di gente che dal carcere forse manco voleva uscire, persone che dentro le quattro mura, sovraffollate e strette non ha avuto la capacità o la volontà di riflettere sulla propria condotta esistenziale. Sono le storie dell'indulto che in un certo qual modo danno la misura del reale disagio che vivono alcune persone e che una grazia governativa, concessa nella speranza che le carceri si svuotino un po', ha ributtato in strada, la da dove erano stati prelevati.
Il repentino ritorno in carcere dei alcuni ex detenuti liberati dal provvedimento d'indulto non ha stupito affatto il ministro della Giustizia, Clemente Mastella: ''E' un fenomeno purtroppo normalissimo - ha commentato il ministro -. E' sempre avvenuto anche quando non c'era l'indulto''. Il Ministro ha comunque rivolto una sollecitazione a quanti stanno uscendo dal carcere: ''essere responsabili''. ''A uscire dal carcere - ha aggiunto Mastella - saranno in tutto 15 mila mentre noi siamo un popolo di 58 milioni di italiani''. C'è chi ha cercato la strada di casa e chi però è ritornato da dove era partito.
E c'è anche chi ha annunciato battaglia, come il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, secondo cui la Regione si costituirà ''parte civile in tutti i procedimenti penali che dovessero essere avviati per fatti commessi, dopo la scarcerazione, da coloro che hanno beneficiato o beneficeranno dell'indulto''.
Apprese le notizie non si è fatta attendere la reazione del vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: ''Ecco quali sono i risultati della politica di questa maggioranza e di chi ha voluto votare l'indulto'' ha tuonato l'esponente della Lega, che continua: ''Adesso apparirà chiaro a tutti che il governo Prodi vuole solo far entrare i clandestini e far uscire i criminali. Con questo governo - ha concluso Calderoli - avremo più immigrati, più delinquenti e più tasse per tutti...''.
Ma queste sono solo parole di un leghista, vero è invece che i problemi delle carceri italiane non saranno risolti dall'indulto, perché purtroppo la libertà è tale solo se si hanno i mezzi per usufruirne.

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03 agosto 2006
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