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Sono Daniele Mastrogiacomo. Oggi è lunedì 12 marzo, sono le otto del mattino qui in Afghanistan...

15 marzo 2007

AGGIORNAMENTO
L'agenzia di stampa afgana Pajhowk ha ricevuto un nuovo messaggio audio di Daniele Mastrogiacomo. Nel messaggio il giornalista chiede aiuto perché i suoi rapitori hanno fissato un ultimatum di due giorni alle parti interessate per il rilascio.
''Per favore fate qualcosa perché avete soltanto due giorni'', sono le parole pronunciate ripetutamente dal giornalista, a cui viene chiesto di parlare ad alta voce. Nell'audio si ascolta anche la voce in lingua pashtun del leader dei talebani - il mullah Dadullah - che chiede al giornalista di dire ad alta voce al suo governo che ha soltanto due giorni per salvargli la vita avviando negoziati con i militanti. ''Ditegli che sono vivo. Oggi è il 13, e se non accettano le richiesta entro il 16, mi creerà problemi'', afferma Mastrogiacomo.
Il nuovo messaggio audio attribuito a Daniele Mastrogiacomo è arrivato alla Farnesina ''attraverso i mezzi di stampa: naturalmente è necessario verificarlo e acquisire ogni utile elemento, faremo conoscere gli esiti di queste verifiche appena possibile''. A riferirlo è il capo dell'Unità di Crisi, Elisabetta Belloni, in un'intervista a SkyTg24.

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''Il mio nome è Daniele Mastrogiacomo, sono giornalista di Repubblica, mi trovo in Afghanistan. Il nome di mio padre è Mario, il nome di mia madre è Franca. Oggi è lunedì 12 marzo, sono le otto del mattino qui in Afghanistan.
Come vedete mi trovo in buone condizioni... insomma, fisiche e comunque in vita, per fortuna fino adesso. Mi trovo sotto custodia, sono stato arrestato da un gruppo di Talebani che ritiene che siamo entrati con altri due colleghi afgani illegalmente nel loro territorio. E quindi mi rivolgo al governo italiano, e al presidente Romano Prodi, affinché possa fare di tutto e in tutte le direzioni affinché possa ottenere presto la nostra liberazione. Quindi, faccio appello al governo e alla sensibilità del presidente Prodi affinché faccia il possibile per ottenere presto il nostro rilascio, il nostro non essere più arrestati. Grazie''.

Si sente un voce in arabo, tradotta in inglese da una persona che siede alla destra di Mastrogiacomo, che invita il giornalista a dare un saluto alla moglie e alla famiglia.

''Mi rivolgo poi a mia moglie Luisella, e ai miei figli Alice e Michele: state tranquilli, non c'è problema. Vedete che vostro padre ancora ce la fa. Credo che questa è una situazione... mi hanno arrestato perché stavo in territorio talebano... credo che presto mi rilasceranno e bisogna avere solo un po' di pazienza. Ma sono sicuro che voi mi state vicino. Grazie per tutto quello che state riuscendo a fare. Grazie''.

Questo è quanto dice Daniele Mastrogiacomo, reporter di Repubblica, rapito in Afghanistan il 5 marzo scorso, nel breve filmato consegnato l'altro ieri nel presidio di Emergency in Afghanistan. A confermarlo è stato lo stesso Gino Strada, fondatore della Ong da sempre in prima linea nelle zone di guerra, ovunque esse siano.
Dopo la prova in vita che era già stata veicolata alla diplomazia e al governo italiano, il video consegna per la prima volta immagini dal vivo dell'inviato di Repubblica.
Mastrogiacomo è in un interno, sembra seduto, ha la barba lunga, e apparentemente non sembra essere sotto la minaccia delle armi. Indossa una camicia e il capo è coperto dal tipico foulard afgano. Mastrogiacomo sembra parlare a braccio, quanto meno fa pause e sembra essere lui a decidere se non il senso, almeno quali parole usare.
Il video può essere suddiviso in due parti. La prima è dedicata all'appello politico, l'altra, dopo una pausa e dopo che Mastrogiacomo si gira di profilo rispetto alla telecamera, il messaggio alla moglie e ai figli.

Gino Strada ha subito fatto notare come il messaggio del video ''non contenga richieste specifiche'', e come Mastrogiacomo insista sulla parola ''arrestati'', riferita a un gruppo che difende un proprio territorio in cui lui sarebbe entrato ''illegalmente''.
Il fondatore di Emergency si è detto, comunque molto soddisfatto: ''E' un video che è stato fatto per dimostrare che Daniele sta bene, la prova che il governo italiano richiedeva''. Per Gino Strada, ''questo facilita di molto la trattativa. Prove ce n'erano già state, ma questa è certamente più convincente''. Nel video, riferisce ancora il fondatore di Emergency, si sente la voce di uno dei rapitori che dice: ''adesso vuoi dare un messaggio alla tua famiglia''. ''E lui lo dà'' conclude Strada.
Il video è stato consegnato a Strada , l'altro ieri pomeriggio, ''qui a Kabul verso le 17 ora locale'' ha detto Strada, più o meno le tredici in Italia. Il video, una minicassetta, è stata portata all'ospedale di Lashkar-gah, capoluogo della provincia di Helmand dove è stato ''arrestato'' l'inviato di Repubblica. Un collaboratore di Strada l'ha personalmente consegnato a Kabul al fondatore di Emergency. Strada ha aggiunto che ''ci vuole almeno un giorno e mezzo da dove probabilmente è tenuto Mastrogiacomo fino a Lashkar-gah'', all'ospedale di Emergency dove è stato consegnato.
La procura della Repubblica di Roma ha già acquisito il video per verificare se ci siano elementi utili per risalire al luogo della prigionia. Un versione del video è stata registrata anche in inglese.

''L'ho visto abbastanza bene, tranquillo...'' ha commentato Michele, il figlio di Mastrogiacomo, anche lui giornalista. ''Poi, certo, da alcune piccole cose si nota che è scocciato e insofferente, ma questo è ovvio per una persona in stato di detenzione forzata. Anche il momento di pausa, e il gesto che fa quando si è girato - ha proseguito il ragazzo - mi fanno pensare a una interazione con gli altri che sono lì con lui, il che un pochino mi ha tranquillizzato: l'ambiente, infatti, potrebbe essere non eccessivamente greve, pericoloso''. Insomma, per quel che è possibile, una buona notizia, ''averlo visto così ci rassicura un po'''.

- Il video (Repubblica.it)

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15 marzo 2007
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