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SOS dal Canale di Sicilia

Mentre due imbarcazioni con 140 immigrati sono ferme in mezzo al mare si accende di nuovo la contesa tra Italia e Malta

06 maggio 2009

Al largo di Lampedusa, o se si vuole al largo di Malta, due barconi carichi di migranti sono fermi nel Canale di Sicilia. Sono in corso discussioni tra Italia e Malta per l'organizzazione dei soccorsi.
Una situazione che ricorda quella del cargo Pinar (LEGGI), che rimase bloccato per alcuni giorni dopo aver soccorso 150 profughi, prima di essere autorizzato a dirigersi a Porto Empedocle (AG).

Uno dei 65 passeggeri del primo barcone questa mattina all'alba ha chiamato con un telefono satellitare il numero diretto della sala operativa della Capitaneria di porto di Palermo e ha chiesto soccorso. Il natante è stato localizzato a 56 miglia a Sud di Lampedusa, in acque internazionali e non di competenza italiana per le operazioni cosiddette 'Sar' (ricerca e soccorso), e dunque al momento la Capitaneria di Palermo si sta limitando a un monitoraggio, in attesa che le autorità definiscano con Malta chi debba intervenire e dove debbano essere condotti gli immigrati.
Un altro barcone ha poi lanciato un nuovo l'Sos sempre con una telefonata alla centrale operativa della Capitaneria di Porto di Palermo. In questo caso l'imbarcazione, con 75 migranti a bordo, è stata localizzata a 45 miglia a Sud di Lampedusa, sempre in acque di competenza maltese.

E mentre si accende una nuova contesa tra Italia e Malta, una nave cisterna italiana, la Ievoli, in navigazione nel Canale di Sicilia, si sta dirigendo verso i due barconi carichi di immigrati. Lo si è appreso durante il primo Forum delle Guardie Costiere del Mediterraneo, in corso a Genova. La nave, che navigava a circa trenta miglia a sud di Lampedusa e quindi distante circa 20 miglia dai naufraghi, è stata identificata grazie al sistema AIS (Automatic Identification System).
L'informazione è stata trasmessa dalla Guardia Costiera Italiana alle autorità maltesi, che hanno chiesto al comandante della Ievoli di dirigersi verso i due barconi. Infatti le due imbarcazioni si trovano in un tratto di mare di competenza, per quanto riguarda il soccorso marittimo, di Malta. 

La reazione maltese - Il primo ministro maltese Lawrence Gonzi ha espresso "disgusto" verso quello che ha definito come "l'intransigenza dell'Italia nei confronti di vite umane". Gonzi ha dichiarato come "inaccettabile" il mancato soccorso di immigrati a pochi passi dalla costa di Lampedusa.

Intanto a Lampedusa... - Intanto nell'isola di Lampedusa, quelli che in un primo momento sembravano lavori di demolizione del Centro di identificazione ed espulsione, realizzato in fretta e furia due mesi fa dal ministero dell'Interno e risultato abusivo, a seguito di tre conferenze di servizi che si sono svolte in Prefettura a Palermo, si sono rilevati invece  lavori per rendere la struttura compatibile con l'ambiente.
Secondo notizie arrivate dal Viminale, infatti, il Cie di Lampedusa non sarà smantellato. Anzi: "continuano ad essere diffuse notizie inesatte e prive di fondamento".
Una nota del Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno ha puntualizzato che "il Centro è funzionante già dal 21 gennaio scorso nelle strutture in muratura preesistenti e realizzate nei primi anni 70 nell'ex base Loran. Non vi è in atto alcuna demolizione, bensì la rimozione di parti di strutture temporanee leggere che erano in corso di installazione per consentire una migliore qualità di accoglienza degli ospiti". Non risponde dunque al vero - sottolinea il Viminale - che la Conferenza di Servizi in corso a Palermo abbia disposto alcunché, "in quanto non ha per adesso espresso alcun parere ed è stata aggiornata a data da destinarsi. Diversamente il Ministero dell'Interno nella propria autonomia ha ritenuto, per il momento, di rendere più costruttivo il confronto in atto per un progetto complessivo che si propone il disinquinamento e la valorizzazione ambientale in un'area transitata dal Demanio Militare nella disponibilità in uso del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione". In particolare, "è stato depositato già da settimane presso il Comune di Lampedusa uno studio dell'Ispra del ministero dell'Ambiente che è finalizzato alla corretta realizzazione e gestione compatibile con la zona a protezione speciale di tutto il sedime. Prosegue, pertanto, la normale attività nei Centri di identificazione ed espulsione e di accoglienza e soccorso di Lampedusa".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, La Siciliaweb.it, Corriere.it]

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06 maggio 2009
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