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Sotto il cielo di Termini Imerese

L'ennesimo incontro tra Fiat e Governo non ha portato nulla di nuovo per il destino dello stabilimento siciliano

06 febbraio 2010

Ieri si è svolto il tavolo tecnico presso il ministero dello Sviluppo Economico per Termini Imerese. Tra i partecipanti i vertici Fiat, il presidente della regione siciliana Raffaele Lombardo, i vertici del ministero dello Sviluppo Economico, l'amministratore delegato di Invitalia, il sindaco di Termini Imerese e i sindacati.
La riunione si è conclusa con la nomina di Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che per conto del governo farà l'advisor che valuterà le proposte di investimento e reindustrializzazione dell'area ed elaborerà poi un complessivo piano per la riconversione del sito. La Fiat, da parte sua, ha confermato che smetterà la produzione alla fine del 2011 ma si è nel contempo dichiarata disponibile a collaborare nella ricerca di soluzioni industriali alternative escludendo la sola cessione di tecnologie.
Inoltre, secondo fonti sindacali, i rappresentanti della Fiat avrebbero annunciato che circa la metà dei lavoratori dello stabilimento di Termini Imerese (806 su un totale di 1.658) ha i requisiti dei 31 anni di contribuzione per accedere alla mobilità finalizzata al prepensionamento. Considerando anche l'indotto i lavoratori che gravitano attorno allo stabilimento di Termini sono 3.100.
Infine, la riunione fra governo, azienda e sindacati sul futuro dello stabilimento siciliano è stata riconvocata per il 5 marzo prossimo.

"Siamo pronti a mettere a disposizione risorse e investimenti per circa 350 milioni di euro - ha detto ai cronisti il governatore siciliano Raffaele Lombardo - E' una cifra ragionevole che servirà ad incentivare la produzione di vetture. Speriamo che la Fiat riveda il suo benedetto piano". "Ora - ha aggiunto - spetterà al governo insieme ad Invitalia valutare i progetti". Ha parlato anche l'assessore regionale all'Industria Marco Venturi: "Oggi la Fiat ha ancora una volta ribadito la volontà di andare via dalla Sicilia. Ha tuttavia manifestato la sua disponibilità a collaborare ad eventuali soluzioni alternative, mettendo a disposizione l'impianto industriale. Noi ci auguriamo di riuscire a far cambiare idea al Lingotto. Tuttavia se questo non fosse possibile confidiamo che Fiat, poichè dice di non temere l'eventuale insediamento in Sicilia di un gruppo straniero, mantenga fede agli impegni verbali e di fronte ad una proposta concreta metta a disposizione lo stabilimento a un prezzo simbolico".
Lo ha definito un "incontro interlocutorio" Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom-Cgil, sottolineando che la presenza della Fiom al tavolo è stata unicamente finalizzata "a verificare la possibilità che un nuovo soggetto industriale attivo nel campo della fabbricazione di autovetture si impegni a Termini Imerese ad aumentare la produzione e, conseguentemente, l'occupazione".
Fiat non può defilarsi "come se nulla fosse" ha commentato Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia. Per questo "non molleremo fino a quando non sarà messo a punto un progetto industriale solido e fattibile, che dia certezze di sviluppo della produzione e dell'occupazione, nel polo di Termini Imerese".
Eros Panicali, segretario nazionale responsabile del settore auto della Uilm, ha rimarcato che "al tavolo di confronto non è stato analizzato l'insieme dei problemi che hanno portato l'azienda torinese a dismettere la produzione di auto a fine 2011''.

Mentre al Ministero si discuteva, fuori una trentina di lavoratori dello stabilimento campano di Pomigliano d'Arco, hanno messo in piedi una manifestazione, davanti i cancelli dello stabilimento siciliano, invece, si è svolto un sit-in dei sindaci del circondario di Termini Imerese con in prima fila l'arciprete don Francesco Anfuso, per manifestare la propria vicinanza ai lavoratori, che si sono uniti all'iniziativa con uno sciopero immediato.
Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, da Roma ha detto che "la posizione della Fiat, che riconferma la chiusura dello stabilimento dal 2012, è inaccettabile. E' quantomeno sospetta la disponibilità di Fiat a collaborare per ricercare eventuali soluzioni alternative. Dietro c'è forse la volontà di bloccare la cessione dello stabilimento ad altri produttori di auto per mantenere il monopolio in Italia. Anche oggi Fiat ha tentato di far passare l'idea che i lavoratori possono essere accompagnati alla pensione. La nostra comunità non solo vuole che si salvino i 2.200 lavoratori attualmente impegnati, ma che si garantiscano gli attuali livelli occupazionali per gli anni a venire".

"Quando si fanno stabilimenti che non hanno una ragione economica non c'è incentivo che tenga - ha dichiarato la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia - Il tema vero, ora, a Termini Imerese, infatti, è fare tutto il possibile per reimpiegare le persone e mantenere la forza lavoro attraverso la formazione. E su questo la disponibilità Fiat è un giusto atteggiamento". "Termini è uno stabilimento che non da oggi ha problemi di produzione, scarsa efficienza e problemi logistici. I conti dicono che un'auto costa mille euro in più di quanto costerebbe in altri stabilimenti. Il problema, dunque, non è di obbligare l'imprenditore a mantenere lì lo stabilimento, perché la soluzione durerebbe solo qualche mese, ma di reimpiegare i posti di lavoro persi. E su questo si sta ragionando" ha concluso Marcegaglia.
Da parte sua il ministro per le Infrastrutture e i trasporti, Altero Matteoli, si è detto "molto fiducioso" ed ha assicurato che "il governo difenderà fino in fondo i 2.000 posti di lavoro dello stabilimento di Termini Imerese", anche se ha ammesso di essere "molto preoccupato per le dichiarazioni di Marchionne, quando dice di poter fare a meno degli incentivi, evidentemente era implicita la volontà di chiusura dello stabilimento del Palermitano".
Sulla questione di Termini Imerese si è espresso anche il premier Silvio Berlusconi: "Sì, è logico, faremo di tutto per salvare i posti di lavoro. Se ne sta occupando Scajola"

E il ministro Caludio Scajola si dovrebbe occupare di Termini proprio con Invitalia, braccio operativo del ministero dello Sviluppo economico. La ex Sviluppo Italia, come abbiamo già detto, sarà l'advisor che dovrà valutare, per conto del governo, le proposte per la riconversione dello stabilimento siciliano. È buio, invece, sulle possibili offerte presentate per rilevare l'impianto siciliano dopo che, nella precedente riunione tra governo, istituzioni locali e parti sociali, era stata annunciata l'esistenza di 7 proposte.
"Nell'incontro non sono emerse ipotesi di alternative rispetto allo stabilimento auto di Termini Imerese - ha puntualizzato il coordinatore nazionale auto della Fiom-Cgil, Enzo Masini, secondo il quale - il Governo si è assunto l'impegno di verificare la fondatezza dei 7 progetti annunciati dal ministro Scajola o di altre eventuali manifestazioni di interesse". Manifestazioni che non dovrebbero però più annoverare l'interesse di Ikea, il gruppo svedese leader mondiale di prodotti per la casa e l'ufficio, che potrebbe valutare la possibilità di aprire un secondo punto vendita sull'isola, oltre quello programmato per Catania, ma che giudica Termini Imerese troppo lontana dal centro urbano. Anche l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, che di recente ha acquisito lo stabilimento Pininfarina di Grugliasco, nel torinese, ha smentito di essere interessato, ma voci di una sua proposta sul tavolo di Scajola ancora girano così come quelle di contatti con la Regione Sicilia. Un'altra delle proposte del settore auto sarebbe quella presentata dalla Keplero del finanziere torinese Domenico Reviglio, con cui Rossignolo ha già intrapreso un duello per la Carrozzeria Bertone, finito poi male per entrambi. C'è poi il progetto del finanziere siciliano Simone Cimino, presidente del fondo Cape Natixis, che vorrebbe rilevare, con l'indiana Reva, lo stabilimento per farne un centro di assemblaggio di vetture ecologiche di piccole dimensioni. Infine, ci sarebbe un progetto cinese che farebbe capo alla Taihe per conto del gruppo automobilistico.
"Nel corso della riunione è stato ribadito l'impegno del Governo a mantenere e valorizzare le potenzialità industriali del sito siciliano, per il quale la regione ha riconfermato il suo impegno diretto. È stato altresì riaffermato che nello stabilimento Fiat di Termini Imerese la produzione di auto proseguirà sino alla fine del 2011. La Fiat ha confermato la propria disponibilità a collaborare attivamente ad identificare soluzioni industriali per quanto riguarda gli aspetti occupazionali produttivi dell'area".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

 

 

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06 febbraio 2010
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