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Sperando che la situazione si risolva prima possibile...

Nel carcere di Bengasi gli equipaggi dei tre motopesca di Mazara del Vallo sequestrati dai libici

11 giugno 2012

AGGIORNAMENTO
"Sono stati trasferiti al tribunale militare di Bengasi i 19 marinai sequestrati dalle autorità libiche ed è cominciato anche il processo". Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo (TP) Nicola Cristaldi, riferendosi ai 12 italiani e 7 tunisini, che erano sui pescherecci 'Maestrale', 'Boccia II' e 'Antonino Sirrato', sequestrati giovedì sera dalle autorità libiche. "Siamo in attesa di capire come si evolverà la vicenda - prosegue - siamo in costante contatto con le autorità diplomatiche italiane".
"Non abbiamo notizie da ieri, siamo preoccupati e anche le famiglie dei marittimi sono in apprensione. Sappiamo che i componenti degli equipaggi sono stati trasferiti in carcere per motivi di sicurezza". Lo dice Pietro Asaro, l'armatore del peschereccio 'Antonino Sirrato'. "Chiediamo - aggiunge - che i 19 marinai vengano riportati sui pescherecci e controllati lì. Arrivano notizie frammentarie e ci sentiamo abbandonati da tutti".
A Mazara del Vallo si vivono giornate di ansia. Anche il vescovo ha espresso la sua preoccupazione per una vicenda che sembrava doversi risolvere nel giro di poche ore ma che invece ha visto i 19 marinai portati in carcere e in attesa di processo. [ANSA, Adnkronos/Ign]

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I 19 uomini dell'equipaggio dei pescherecci di Mazara del Vallo (TP) 'Boccia', 'Maestrale' e 'Antonino Serrato', sequestrati giovedì sera nel Golfo di Bengasi da un motovedetta libica, stanno bene, come ha fatto sapere venerdì scorso il sindaco di Mazara Nicola Cristaldi.
"Il console generale ci ha riferito che il clima politico interno in Libia non è tale da fare pensare a risultati negativi, siamo nella normalità come si dice in gergo diplomatico. Ma sui tempi del rilascio non possiamo dire niente al momento, il sequestro protrebbe durare 24 ore o una settimana", ha spiegato il primo cittadino.
Ma la preoccupazione resta. La vicenda è seguita da vicino dall'ambasciata italiana a Tripoli e dal consolato generale a Bengasi, su istruzioni del ministro degli Esteri, Giulio Terzi.

Una preoccupazione forse dovuta a quanto si è saputo all’indomani, sabato 9 giugno. "Stamattina ci hanno detto che entro le ore 12 saremmo stati liberati, e invece siamo stati trasferiti nel carcere di Bengasi". Questa la telefono all'Ansa del capitano del "Boccia II", Pietro Russo. "Siamo tutti e 19 in carcere, con c'è il console. Domani ci portano al tribunale militare di Bengasi, credo che faranno un processo. Ci hanno detto che si tratta di una formalità". "Intanto - ha spiegato Russo - ci hanno sequestrato i cellulari, riusciamo a comunicare solo grazie al console che ci ha messo a disposizione il suo telefono e che per il momento e qui con noi. Stiamo bene". "Quando ci hanno fermato le motovedette libiche - ha sottolineato riferendosi al sequestro di giovedì sera - le autorità erano armate di bazooka e bombe a mano. Siamo in una situazione terribile".

Intanto, l'ambasciatore Maurizio Melani, dirigente generale del Sistema Paese del ministero degli Affari esteri, a Mazara del Vallo per la manifestazione Sea Slow Land, ha detto di essere "in costante contatto con le autorità libiche per il rientro delle 12 persone sequestrate, tra cui 7 tunisini residenti a Mazara del Vallo". "I rapporti con il governo transitorio sono stretti - ha aggiunto l'ambasciatore, che sabato mattina ha incontrato gli armatori dei tre pescherecci - l'auspicio è che la situazione si risolva prima possibile".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Corriere.it]

- Tre motopesca di Mazara sequestrati dai libici (Guidasicilia.it, 08/06/12)

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11 giugno 2012
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