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Standard and Poor's declassa anche la Regione Sicilia

L'agenzia di rating rivede al ribasso le stime di affidabilità creditizia di undici enti locali ritoccando il rating da A+ ad A

26 settembre 2011

Dopo la sforbiciata al rating del debito sovrano dell'Italia Standard and Poor's ha tagliato anche il voto a 11 enti locali. Secondo quanto precisa una nota, l'agenzia internazionale di valutazione dell'affidabilità creditizia ha abbassato da A+ ad A, con outlook negativo, il rating dei seguenti enti locali: città di Bologna, provincia di Mantova, regione Marche, Provincia di Roma, Regione Sicilia, Regione Emilia Romagna, Regione Friuli Venezia Giulia, Città di Genova, Regione Liguria, città di Milano e Regione Umbria. Per la città di Torino, invece, è stato rivisto da stabile a negativo l'outlook, mentre è stato confermato ad A il rating sul debito a lungo termine.
"Ciò dimostra la gravità della crisi che sta investendo l'Italia e, in particolare, le regioni del Mezzogiorno", sottolinea il presidente del Centro Pio al Torre, Vito lo Monaco, che dalle colonne di Asud'europa lancia la proposta di un patto generazionale: "In Sicilia un giovane su due è senza lavoro - afferma - dobbiamo eliminare ogni pregiduzio e lavorare uniti per ridare la speranza di un futuro alle nuove generazioni".

A commentare il giudizio di S&P l'assessore regionale per l'Economia, Gaetano Armao. "Il declassamento del rating di molte istituzioni pubbliche italiane - e tra queste della Sicilia - è la prevedibile e diretta conseguenza della caduta di credibilità, finanziaria e non, del nostro Paese. Le responsabilità politiche ed amministrative di tutto ciò vanno trovate nel Governo nazionale che ha sottovalutato il problema fin dal suo insediamento". "Sentire domenica scorsa - ha continuato Armao - il segretario del partito di maggioranza che dichiarava di avere 'scoperto' il debito pubblico quale questione prioritaria da affrontare con urgenza, la dice lunga su chi ha omesso di intervenire per tempo, addirittura ipotizzando di realizzare un federalismo fiscale che avrebbe dovuto comportare ingenti perequazioni fiscali ed infrastrutturali". "Oggi la situazione è resa ancor più complessa dall'intreccio - come afferma Mario Draghi - tra la crisi del debito sovrano e quella finanziaria. Ma per il debito pubblico italiano occorreva intervenire per tempo ed invece lo si è lasciato crescere, nascondendolo sotto il tappetino del federalismo fiscale, con un disegno miseramente fallito". "La Sicilia da parte sua - conclude Armao - deve prosegue, fin dalla prossima finanziaria che sarà pronta a giorni, nel cammino intrapreso, coniugando risanamento e crescita".

[Informazioni tratte da Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno.it]

- Standard & Poor's declassa l'Italia (Guidasicilia.it, 20/09/11)

 

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26 settembre 2011
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