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Standard & Poor's declassa l'Italia

Da "A+" ad "A" e conferma un "Outlook negativo". Per il governo è tutta colpa della stampa

20 settembre 2011

L'Agenzia Usa Standard & Poor's ha declassato a sorpresa il rating sul debito italiano portandolo ad "A" dal precedente "A+" e confermando peraltro un "Outlook negativo", cosa che non mette al riparo il Paese da altre future revisioni al ribasso sulla sua capacità di fare fronte al debito pubblico, uno dei più elevati d'Europa. "Il downgrade - ha spiegato l'agenzia di rating in un comunicato diffuso lunedì sera - riflette la nostra visione sulle prospettive di crescita indebolite".
Nel mirino degli analisti "la fragilità della coalizione di governo in Italia" che, con "le divisioni politiche all'interno del Parlamento", rischia di "limitare la capacità del governo nel rispondere incisivamente alle sfide macroeconomiche interne ed esterne". Una situazione che, a detta di S&P, potrebbe vanificare gli sforzi per far quadrare i conti e rilanciare la crescita. "Riteniamo che il rallentamento dell'attività economica italiana renderà difficilmente raggiungibili gli obiettivi fiscali rivisti dal Governo", ha infatti aggiunto l'agenzia.
Stando alle nuove proiezioni di S&P il Pil italiano crescerà mediamente dello 0,7% annuo, tra quest'anno e il 2014, meno cioè dell'1,3% annuo inizialmente previsto.
Standard and Poor's evidenzia anche che le autorità italiane appaiono "riluttanti" nell'affrontare quelle che vengono considerate le "questioni chiave" della crisi economica italiana: dagli ostacoli strutturali che da sempre rallentano la crescita al basso tasso di partecipazione al lavoro, alla eccessiva rigidità sia del mercato del lavoro sia di quello dei servizi. Per questo il dito viene puntato non solo sul governo e sulle lotte intestine alla coalizione di maggioranza, ma anche sulle divisioni allinterno del Parlamento. Di qui l'outlook, con la possibilità di abbassare ulteriormente il rating dell'Italia nelle settimane a venire.

Tutto questo, però, non sembra preoccupare il governo. Fonti del Tesoro, infatti, fanno sapere che la decisione di S&P era prevista. Mentre il presidente del Consiglio chiude (momentaneamente) la partita sostenendo che: "L'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo".
Ma, la revisione di S&P ha colto di sorpresa i mercati che fino la scorsa settimana scommettevano sul fatto che Moody's sarebbe stata la prima ad abbassare il rating sul debito italiano, una decisione che l'agenzia ha deciso invece di posticipare di un mese.
Il taglio del rating sul debito italiano da parte di S&P, secondo molti economisti, non farebbe che aumentare i timori di un effetto contagio della crisi greca nell'area euro, incoraggiando gli investitori a puntare su mercati più sicuri.

Da Palazzo Chigi è stata diffusa una nota nella quale si legge come "il governo ha sempre ottenuto la fiducia dal Parlamento, dimostrando così la solidità della propria maggioranza". Per questo "le valutazioni di Standard & Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani che dalla realtà delle cose e appaiono viziate da considerazioni politiche". E quindi "vale la pena di ricordare che l'Italia ha varato interventi che puntano al pareggio di bilancio nel 2013 e il governo sta predisponendo misure a favore della crescita, i cui frutti si vedranno nel breve-medio periodo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Il Fatto Quotidiano.it]

 

 

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20 settembre 2011
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