Standing ovation per Giusi Nicolini
Il sindaco di Lampedusa premiato a Parigi con il Premio Simone de Beauvoir, per "l'azione coraggiosa e pioniera in favore di migranti e rifugiati"
Doppia standing ovation a Parigi per il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, insignita del Premio Simone de Beauvoir per la libertà delle donne in riconoscimento della sua "azione coraggiosa e pioniera in favore di migranti e rifugiati", in una cerimonia nella prestigiosa cornice della Maison de l'Amerique Latine.
"Una donna che è in prima linea in una tragedia di cui apparentemente alcuni non hanno ancora compreso la portata", l'ha definita la presidente della giuria e creatrice del Premio, la filosofa franco-bulgara Julia Kristeva, ricordando come negli anni scorsi il riconoscimento sia stato assegnato a figure di spicco della letteratura, della ricerca e della mobilitazione per l'uguaglianza e l'emancipazione femminile, tra cui anche, nel 2013, la giovane pakistana Malala Yousafzai, insignita l'anno successivo del Nobel per la Pace.
"Oggi premiamo la lotta di una donna in difesa degli esseri umani", ha fatto eco Christine Clerici, presidente dell'Università Paris Diderot che da anni sostiene il premio, lodando l'azione "responsabile e infaticabile" della Nicolini, "prima voce a farsi sentire in difesa dei migranti", e la dimostrazione di forza e umanità data negli ultimi anni dal primo cittadino e dagli abitanti dell'isola diventata porta d'Europa per decine di migliaia di disperati.
Il Prix de Beauvoir "rappresenta una grande responsabilità" perché "è un impegno di coerenza e di lotta per il futuro, a far camminare le idee e la forza delle donne", ha detto la Nicolini nel discorso di accettazione del riconoscimento, trasformatosi presto in un accorato appello in nome della solidarietà e della difesa dei diritti fondamentali dei più deboli. "A Lampedusa sperimentiamo ogni giorno questa verità - ha aggiunto - che se i diritti non sono di tutti non sono di nessuno".
Nel suo lungo intervento non sono mancate frecciate ai politici, e in particolare a quelli europei, che "davanti alle bare del naufragio del 3 ottobre 2013 hanno detto 'mai più morti in mare', ma poi invece di attivare canali umanitari sicuri, invece di fare gesti di pace almeno smettendo di dare le armi ai Paesi in guerra, hanno chiesto la chiusura di Mare nostrum, l'operazione umanitaria della marina italiana, ritenuta colpevole di salvare troppe vite, ritenuta colpevole di incentivare gli arrivi".
Anche negli ultimi, difficili mesi, ha proseguito Nicolini, l'Ue ha dimostrato "grandissima ipocrisia, da un lato ha detto facciamo un piano di accoglienza per i migranti, stabilendo le quote come si fa per il latte, e poi non è stata nemmeno in grado di prenderseli".
In chiusura, la promessa di dedicare il Premio, e l'assegno di 15 mila euro che lo accompagna, alle "donne che sono arrivate violate", con l'intenzione di investirlo "in un progetto concreto che possa salvare almeno alcune di loro dall'abisso della depressione e della disperazione". [Lasiciliaweb.it]