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Statale 189 PA-AG: la ''strada della morte'' continua a mietere vittime. Un articolo di A. Spataro

05 gennaio 2007

Agrigento-Palermo: le tante cause di una strage infinita *
di Agostino Spataro

Sulla strada statale 189, la famigerata Agrigento-Palermo, si è consumata l'ennesima strage: quattro vite spezzate, appartenenti ad una stessa famiglia di Lercara. Gli accertamenti in corso, come si dice in questi casi, chiariranno le cause effettive. Nell'attesa, di fronte alla terribile tragedia, solo composta pietà per le vittime e solidarietà ai parenti.
Ma di fronte all'annosa questione della sicurezza di questa strada non si può continuare con polemiche sterili presto placate con promesse consunte e inconcludenti, visto che la strage continua. La gente è stanca di chiacchiere e vuol sapere quando ci sarà una soluzione accettabile.
Questo è il punto al quale devono rispondere autorità di governo ai diversi livelli.
E' venuto il tempo d'agire concretamente, anche con interventi straordinari, per realizzare un nuovo tracciato che renda più sicuro e funzionale il collegamento tra Agrigento e la fascia centro-meridionale e il capoluogo dell'Isola.

Dunque, bando alle chiacchiere e si lavori sul serio per la nuova strada a doppia carreggiata.
A volerlo, i finanziamenti mancanti si possono trovare, specie oggi che lo Stato registra un clamoroso avanzo di cassa. All'opera va dato carattere di priorità e d'urgenza, anche per velocizzare le procedure, stabilendo precise scadenze di realizzazione.
Tuttavia, ammesso che un tale decisione venga assunta dagli organismi responsabili, resta il problema di convivere con la vecchia strada, almeno fino a quando non sarà in esercizio la nuova.
Perciò, bisognerebbe fare un discorso franco rivolto all'ente gestore, ma anche alle migliaia di automobilisti che, quotidianamente, percorrono la 189.

Credo che ormai risulti poco convincente, al limite deviante, il coro di rampogne che ad ogni incidente si scatena, contro ''la strada della morte'', ''la strada maledetta'' e così via esecrando.
Messaggi generici e un po' fatalisti che tendono ad escludere il fattore umano; quasi un tentativo inconscio d'autoassoluzione preventiva o di rimozione di una causa abbastanza rilevante.
A forza di evocare tali misteriosi epitaffi, sta passando l'idea che la principale causa dei disastri risieda nell'inadeguatezza della strada e nel fato crudele e sanguinario che, di tanto in tanto, reclama le sue vittime.
Perciò, bisogna dire chiaro e tondo che non tutte le morti sono da addossare al fato, all'Anas, ai governi o non so a chi altro.
Certo, sul grado di sicurezza incidono vetustà strutturali e carenze di manutenzione, tuttavia ve ne sono altri, forse più incidenti, che, stranamente, vengono sottaciuti o addirittura rimossi. Intendo riferirmi ai fattori umani, ossia allo stile di guida e alla corretta osservanza della norme di circolazione e della segnaletica stradale, in qualche tratto inutilmente rigida, che quasi nessuno osserva integralmente.
I dati sono allarmanti in tutta Italia: sulle strade sempre più si muore a causa dell'alta velocità, della carente educazione stradale, dell'alcool, di droghe, ecc. E a morire sono soprattutto i giovani, non solo nel sabato sera.

Evidentemente, la 189 non fa eccezione. Spesso si possono osservare conducenti, anche di mezzi pesanti, calpestare qualsiasi limite di velocità, sorpassare regolarmente in curva e sulla doppia linea magari con la mente e una mano occupate dal telefonino, piloti a bordo di automobili di lusso che scambiano la strada con la pista di un circuito di Formula 1. A queste cattive e pericolosissime condotte sono adusi anche gli automezzi di rappresentanza e della pubblica amministrazione che, anche sulla strada, dovrebbero mantenere una condotta esemplare.
Vi sono poi  i cosiddetti ''centauri'', soprattutto quelli alla guida di bolidi super-cilindrati, che sfrecciano impunemente da destra o da sinistra, quasi non dovessero rendere conto a nessuno della loro guida. Una gran brutta abitudine che comincia a diffondersi anche all'interno delle città e dei centri abitati, dove crescono i pericoli derivati dall'alta velocità e dalla rumorosità; dove i pedoni vengono investiti, e uccisi, sulle strisce o agli incroci solo perché qualche bullo di periferia o dell'alta borghesia deve mostrare al mondo la sua ''personalità''.
Ma dove corrono? Che cosa hanno da fare di così urgente?

Tuttavia, quello che più colpisce sono l'assuefazione (forse rassegnazione) dell'opinione pubblica e l'evidente sottovalutazione delle autorità di governo del territorio e dei vari responsabili preposti alla sicurezza sulle strade.
Si ha l'impressione che si stia creando un clima permissivo che, di fatto, deresponsabilizza gli addetti alla prevenzione e ai controlli e quindi incoraggia l'infrazione.
Così non può continuare: sono necessari adeguati interventi strutturali e di prevenzione, ma anche controlli più severi e penalità corrispondenti alla gravità delle infrazioni.
Pare che qualcosa si stia muovendo. Il ministro dei trasporti, Bianchi, ha annunciato una rivoluzione in senso restrittivo e preventivo. In attesa della riforma e della  nuova arteria, i conducenti degli automezzi dovrebbero, prudentemente, adeguare la loro guida alla realtà della 189 visto che il contrario - per il momento - non è possibile.

* Pubblicato, con altro titolo, in ''La Repubblica/Pa'' del 5 gennaio 2007

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05 gennaio 2007
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