Statali: tre giorni di stop regionale poi il grande sciopero nazionale
La protesta dei sindacati del pubblico impiego a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro
I sindacati del pubblico impiego hanno deciso ieri tre scioperi regionali (Nord, Centro, e Sud e Isole) da tenersi in tre distinte date. In seguito, "in assenza di adeguate risposte", è prevista un'ulteriore giornata di sciopero nazionale, con manifestazione. Le iniziative di lotta sono state decise a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto.
La notizia della protesta è stata commentata con stupore dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. "Non capisco cosa voglia il sindacato, i soldi ci sono", ha detto. "Con questi chiari di luna - ha aggiunto - avere sei miliardi mi sembra un elemento di grande positività". "Dov'è la copertura per altre risorse? - ha insistito il ministro - Con questi chiari di luna, di cosa stiamo parlando. Sta crollando un po' di economia, ci sono problemi in giro e di cosa stiamo parlando".
Ma in una nota congiunta i 4 sindacati di categoria spiegano che questo è solo l'inizio. "Dopo questa prima tornata (di scioperi regionali ndr) - si legge - in assenza di adeguate risposte da parte di tutti gli interlocutori, le organizzazioni sindacali saranno costrette a proclamare, prima dell'approvazione della legge finanziaria, un'ulteriore giornata di sciopero con una manifestazione nazionale".
Con tutta probabilità, dunque, gli scioperi regionali si dovrebbero tenere tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre. Mentre l'eventuale sciopero generale sarà tra metà novembre e dicembre, quando l'esecutivo approverà la finanziaria.
Il pacchetto di protesta è il risultato di una lunga riunione. Alla fine le segreterie unitarie di Fp-Cgil, Fp-Cisl, Fpl-Uil e Uil-Pa sono tornate a chiedere un tavolo a Palazzo Chigi di tutte le controparti pubbliche, oltre il governo quindi anche Regioni e Comuni.
I sindacati, infatti, prendono atto che la mobilitazione che si è svolta nei giorni scorsi articolata per comparti "non ha prodotto sin qui un reale avvio del confronto nè col governo, né con le regioni, né con i comuni".
Le quattro federazioni ribadiscono che le risorse stanziate continuano ad essere insufficienti. Le organizzazioni puntano il dito anche contro le "proposte di superamento del contratto per le autonomie locali e la sanità e le ipotesi di elargizione unilaterale dei benefici contrattuali". Nel mirino dei sindacati anche "i tagli alle risorse della contrattazione integrativa" previsti dal decreto che ha anticipato prima dell'estate la manovra economica. [Repubblica.it]