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Stipati peggio delle bestie

255 immigrati a bordo di un peschereccio a largo di Siracusa. Continuano gli sbarchi, affiorano cadaveri

30 ottobre 2007

Imbarcazioni lunghe 20/25 metri, così malridotte che sembra impossibile possano navigare. Pescherecci intrisi di storie, che un tempo partivano dai porti africani per ricevere dal mare i suoi frutti, sostentamento alimentare ed economico di piccole comunità che via via si sono sempre più immiserite. Un tempo erano colorate di rosso, di blu, di verde, oggi fatiscenti, scrostate e buone solo per essere smantellate, vengono utilizzate per trasportare dall'altra parte dell'orizzonte, carichi di disperazione e speranza, carichi di vita in cerca di prospettive che possono spezzarsi fra le onde.
Davanti alle ''carrette della speranza'' viene spontaneo chiedersi dove e come abbiano fatto 200, 300 persone a prendervi posto; ci si chiede com'è possibile che alcune di queste riescano a rimanere a galle per giorni e giorni senza essere colate a picco appena salpate; viene spontaneo chiedersi come fanno natanti tanto infidi a non capottarsi al minimo movimento di uno dei centinaia di passeggeri a bordo, e infine è normale chiedersi quale sia il numero reale di immigrati sperduti in acqua durante le quotidiane traversate, che da una terra bellissima ma disgraziata trasportano speranza e voglia di riscatto.       

E' incredibile eppure ci stanno, 200, 300 persone dentro ad improponibili imbarcazioni. Ne sono stati contati 255 (194 uomini e 61 tra donne e bambini) dentro al peschereccio intercettato stamani, a cinque miglia da Portopalo di Capo Passero (SR). L'imbarcazione era stata segnalata intorno a mezzanotte e mezza dalle autorità maltesi a 52 miglia a sud-est di Portopalo, dopo una telefonata satellitare giunta a Malta. Una volta avvertiti, gli italiani hanno dato il via alle ricerche con una nave della Marina Militare e un grosso pattugliatore della Guardia Costiera.
Stamattina il peschereccio è stato intercettato da due motovedette della Guardia costiera, ma il mare forza 4 ha impedito l'immediato abbordaggio della grossa imbarcazione e le operazioni di salvataggio sono risultate molto complicate.

Duecentocinquantacinque persone dentro un peschereccio di 20/25 metri in balia del mare in tempesta...
Nelle stesse ore un nuovo sbarco di immigrati è avvenuto in Calabria, dove nella zona della Locride hanno concluso il loro viaggio due piccoli gommoni con a bordo decine di persone ridotte allo stremo. Non è escluso che le persone a bordo dei due gommoni potessero fare parte del ''carico'' dei 255 salvato vicino le coste siciliane. Il nuovo sbarco sulla costa jonica della Calabria è avvenuto sulla spiaggia di Camini, fra Monasterace e Locri. Si tratta del secondo in tre giorni nella zona, dopo quello tra sabato e domenica scorsi, in cui sono morte sette persone e una trentina risultano disperse. Secondo un primo bilancio, i clandestini sbarcati dovrebbero essere una trentina. Tutti si dichiarano palestinesi ma non si esclude che fra di loro possano esservi anche degli egiziani.

E intanto proseguono anche le ricerche dei dispersi del naufragio di Vendicari (SR), avvenuto domenica scorsa. Undici i cadaveri recuperati finora. Due motovedette e un aereo della Guardia costiera continuano a cercare un numero imprecisato di dispersi. I sette superstiti, che ieri sono stati interrogati al centro di prima accoglienza di Cassibile, hanno parlato di 37 persone in tutto a bordo dei due gommoni. Il numero sembra tuttavia non convincere gli investigatori, perché i due natanti naufragati non sembrano avere una capienza tale. Se il numero riferito dai sopravvissuti fosse confermato, i dispersi sarebbero 19.
Ieri mattina le motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza hanno intercettato al largo delle coste agrigentine due ''navi madre'', grandi pescherecci utilizzati per trasportare in prossimità delle coste italiane centinaia di clandestini, poi abbandonati sui gommoni. Le imbarcazioni sono state bloccate al termine di un lungo inseguimento, che si è concluso all'alba. Nella stiva di una delle due imbarcazioni, le forze dell'ordine hanno scoperto una sessantina di immigrati, stipati fino all'inverosimile; l'altro motopesca aveva invece appena abbandonato il suo ''carico umano'' di 47 extracomunitari, tutti bloccati a terra nei pressi della spiaggia di Marina di Palma.

Salvati dal mare ma... La tratta degli schiavi - Ma la piaga dell'immigrazione clandestina non termina certo nei porti di Lampedusa, Porto Empedocle, Portopalo o sulle spiagge di Roccella Jonaica. E non ha fine nemmeno dentro i Cpt. Il calvario di chi scappa dalla propria terra per inseguire il miraggio di una vita migliore continua fuori, per le strade delle nostre città, quando i clandestini da sopravvissuti diventano merce in mano ai tanti criminali che con quella che è una nuova ''tratta di schiavi'' si arricchiscono, insensibili alle sofferenze e agli stenti.
Come i sei criminali (un uomo e una donna di Palermo e quattro bengalesi con regolare permesso di soggiorno) arrestati stamani a Palermo dai carabinieri, con l'accusa d'aver organizzato l'ingresso in Italia di extracomunitari. Nel registro degli indagati sono finite anche altre 37 persone, tutti accusati di aver posto in essere un'associazione per delinquere, con diramazioni su tutto il territorio nazionale, finalizzata a favorire l'ingresso clandestino in Italia ed in altri Stati della Comunità Europea di cittadini extracomunitari in violazione delle norme che regolano l'immigrazione. Gli indagati tramite l'organizzazione che è ben inserita in Italia e all'estero, gestivano in tutte le sue fasi l'immigrazione clandestina dal Bangladesh fino in Italia, provvedendo a predisporre il supporto logistico in Sicilia e munendo i clandestini di falsa documentazione necessaria per il rilascio del permesso di soggiorno, avvalendosi pure della complicità di cittadini italiani.
Secondo l'accusa, per ogni clandestino percepivano circa settemila euro, per un giro complessivo d'affari annuo stimato in circa 14 milioni di euro. Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri di Palermo, Misilmeri e Montecchio Maggiore (Vicenza), i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Palermo Piazza Verdi e della Stazione Palermo Porta Montalto.

Inoltre, quattordici tunisini che si trovavano a bordo delle due ''navi madre'' bloccate ieri al largo delle coste agrigentine dalla Guardia costiera e dalla Guardia di Finanza, sono stati fermati dalla Guardia di finanza con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e di violenza contro navi militari da guerra. I fermati, secondo gli inquirenti, sarebbero i componenti degli equipaggi dei due grandi pescherecci a bordo dei quali sono stati trovati una sessantina di clandestini pronti allo sbarco. Il loro interrogatorio è previsto per oggi.

- ''In mare ho compiuto 14 anni'', di Giusi Fasano (Corriere.it)

- MARE NERO (Guidasicilia.it)

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30 ottobre 2007
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