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Stop ai risarcimenti per i famigliari delle vittime della strage di Ustica

La Corte d'appello di Palermo ha ribaltato la sentenza di primo grado che condannava i ministeri a pagare oltre 110 milioni di euro ai familiari delle 81 vittime

17 marzo 2012

Stop ai risarcimenti per i famigliari delle vittime della strage di Ustica. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Palermo sospendendo l'esecutività della sentenza di primo grado. Quella sentenza emessa nel 2011 condannava i ministeri della Difesa e Trasporti a versare alle parti civili risarcimenti per un totale di 110 milioni. I ministeri vennero riconosciuti responsabili di non avere garantito la sicurezza del volo: una sentenza storica, quella del giudice di primo grado.
I giudici palermitani, che hanno così accolto la richiesta di sospensione presentata il primo febbraio dall'avvocatura dello Stato (LEGGI), scrivono: "ritenuto che con l'appello principale non è contestato solo il quantum ma anche l'an (il se - ndr) della condanna risarcitoria; che avuto riguardo alla considerevole entità della somma oggetto della condanna ricorrono i gravi motivi richiesti per l'accoglimento dell'istanza avanzata; che in considerazione della solvibilità della parte appellante non ricorrono i presupposti per prevedere specifiche forme di cauzione a garanzia del credito, per questi motivi si dispone la sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza".
La corte, che ha rinviato all'aprile del 2015 il processo, sottolinea che tra i gravi motivi che giustificano la sospensione della sentenza "va annoverato il grave danno che il debitore potrebbe ricevere dall'adempimento, a fonte di un'impugnazione che non evidenzia profili di evidente infondatezza".

"E' una sentenza non bella. Denota la difficoltà, da parte del governo e quindi dell'Avvocatura dello Stato, di prendere atto della verità su questa tragica vicenda", ha commentato Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica. "Se si prendesse atto del fatto un areo civile è stato abbattuto all'interno di un episodio di guerra aerea - sottolinea l'ex senatrice del Pd - inevitabilmente si prenderebbe atto anche delle responsabilità in capo ai ministeri, e quindi di uomini dell'apparato dello Stato nell'aver impedito per 32 anni l'accertamento della verità".
"La decisione della corte d'appello di Palermo in realtà non ci sorprende: la sospensiva è in un certo senso comprensibile vista l'estrema importanza della somma liquidata in primo grado ai familiari delle vittime. Quello per cui davvero ci rammarichiamo è il rinvio del processo al 2015. Dalla strage di Ustica sono passati quasi 32 anni: quanto tempo devono attendere le persone per avere una risposta?". Così Daniele Osnato, legale di 68 degli 81 familiari delle vittime del disastro, ha commentato la decisione della corte d'appello di Palermo. Osnato aveva chiesto la fissazione di un'udienza straordinaria in cui trattare la causa per accelerare i tempi della sua definizione, ma l'istanza non è stata accolta e il processo rinviato a tre anni. "Confidiamo comunque nella corte – ha aggiunto il legale – e speriamo che almeno nel 2015 si riesca a giungere alla conclusione del processo di merito".

Quel 27 giugno del 1980 - Il Dc-9 I-Tigi Itavia, in volo da Bologna a Palermo con il nominativo radio IH870, scomparve dagli schermi del radar del centro di controllo aereo di Roma alle 20.59 e 45 secondi del 27 giugno 1980. L'aereo era precipitato nel mar Tirreno, in acque internazionali, tra le isole di Ponza e Ustica. All'alba del 28 giugno vennero trovati i primi corpi delle 81 vittime (77 passeggeri, tra cui 11 bambini, e quattro membri dell'equipaggio). Il volo IH870 era partito dall' aeroporto Guglielmo Marconi di Borgo Panigale in ritardo, alle 20.08 anzichè alle previste 18.30 di quel venerdì sera, ed era atteso allo scalo siciliano di Punta Raisi alle 21.13. Alle 20.56 il comandante Domenico Gatti aveva comunicato il suo prossimo arrivo parlando con "Roma Controllo". Il volo procedeva regolarmente a una quota di circa 7.500 metri senza irregolarità segnalate dal pilota. L'aereo, oltre che di Ciampino (Roma), era nel raggio d'azione di due radar della difesa aerea: Licola (vicino Napoli) e Marsala. Alle 21.21 il centro di Marsala avvertì del mancato arrivo a Palermo dell'aereo il centro operazioni della Difesa aerea di Martinafranca. Un minuto dopo il Rescue Coordination Centre di Martinafranca diede avvio alle operazioni di soccorso, allertando i vari centri dell'aeronautica, della marina militare e delle forze Usa. Alle 21.55 decollarono i primi elicotteri per le ricerche. Furono anche dirottati, nella probabile zona di caduta, navi passeggeri e pescherecci. Alle 7.05 del 28 giugno vennero avvistati i resti del DC 9. Le operazioni di ricerca proseguirono fino al 30 giugno, vennero recuperati i corpi di 39 degli 81 passeggeri, il cono di coda dell'aereo, vari relitti e alcuni bagagli delle vittime.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it, Repubblica/Palermo.it]

 

 

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17 marzo 2012
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