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STOP ALL'UE!

Berlusconi si scaglia contro i portavoce europei: ''Parli solo il presidente o blocchiamo la Ue''

02 settembre 2009

Ancora immigrazione, ancora sbarchi, ancora questioni che nascono dalla politica italiana dei respingimenti in Libia. Incominciamo, innanzi tutto, registrando la ripresa dei flussi migratori lungo le rotta del Canale di Sicilia. Ancora questa mattina, all'alba, un gommone con a bordo 96 somali, tra cui 26 donne (quattro delle quali incinte) e due bambini, è stato soccorso dalla Marina maltese. L'imbarcazione era in forte difficoltà per il mare forza 5 e stava andando alla deriva, rischiano di affondare. Già ieri gli stranieri, privi di giubbotti di salvataggio, avevano lanciato l'Sos satellitare e la segnalazione era stata inviata al centro operativo di Luqa Barracks intorno alle 17 dal rappresentante dell'Unhcr a Malta. L'agenzia Onu per i rifugiati era stata a sua volta informata dalla ong Jrs (Jesuit Refugee Service), dopo che uno degli uomini a bordo era riuscito a contattare telefonicamente un suo parente chiuso in un centro di detenzione maltese. Una prima ricognizione aerea in serata non ha avuto successo. Poco dopo le 22 il gommone di 10 metri è stato localizzato a 75 miglia nautiche da Lampedusa.
Nel Canale di Sicilia ci sono altre imbarcazioni in difficoltà a causa del mare grosso e sono arrivate diverse richieste di soccorso. E in Sicilia, per la precisione nel ragusano sono sbarcati altri migranti: nella notte sono stati intercettati nove extracomunitari, tra i quali una donna. I nove sono stati notati da un forestale sulla terraferma, subito dopo lo sbarco, che ha lanciato l'allarme. Gli uomini della Guardia costiera li hanno intercettati, nascosti nella vegetazione, a Punta Braccetto, tra Marina di Ragusa e Scicli.

Dopo aver trascritto la cronaca di queste ore e trattando sempre il tema dell'immigrazione, passiamo alla nuova polemica scatenata dalle parole che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lanciato ieri da Danzica (dove si trovava per celebrare l'anniversario dello scoppio della II guerra mondiale), all'indirizzo dei portavoce della Commissione Europea.

"Si strumentalizzano semplici espressioni di portavoce. E' un problema che porterò sul prossimo tavolo del Consiglio dei capi di Stato e di governo e la mia posizione sarà decisa e precisa e sarà la seguente: non daremo più il nostro voto, bloccando di fatto il funzionamento del Consiglio europeo, ove non si determini che nessun commissario europeo, nessun portavoce di commissario possa intervenire pubblicamente su alcun tema. Deve spettare soltanto al presidente della Commissione e al suo portavoce di intervenire". "E chiederò - ha detto ancora il premier italiano - che commissari e portavoce dei commissari che continuino nell'andazzo di tutti questi anni vengano dimissionati in maniera definitiva. Questa è una cosa che non si può accettare, perché si danno alle opposizioni di ogni Paese delle armi di polemiche che invece non esistono".
Le parole di Berlusconi sono state la risposta a quanto detto da Dennis Abbott, uno dei portavoce della Commissione europea, che l'altro ieri aveva annunciato che la Commissione europea avrebbe inviato a breve una lettera alle autorità italiane e maltesi per avere informazioni sull'ultimo episodio di respingimento a largo della Libia (LEGGI).

Da parte sua Johannes Laitenberberger, portavoce del presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso e capo del servizio di pubblica informazione dell'esecutivo Ue, ha precisato, interpellato da Aki-Adnkronos International, che non c'è ragione per le polemiche scoppiate in Italia sulla richiesta di informazioni da parte della Commissione Europea perché non c'è alcuna critica all'Italia. "La Commissione - ha spiegato a Bruxelles Laitenberger - lavora in modo intenso, obiettivo e leale con l'Italia". In questo contesto, ha proseguito, "non vi è alcuna ragione per polemiche. Niente di quel che è stato detto va inteso come critica all'Italia. Dovrebbe essere del tutto normale che si richiedano e si scambino informazioni. Ripeto, non vi era alcun elemento di critica". Quello che la Commissione vuole, ha concluso il portavoce di Barroso, "è cooperare con l'Italia e con gli altri stati membri che devono affrontare questi problemi" legati all'immigrazione clandestina. La Commissione Europea fa comunicazione "come previsto dai Trattati Ue", secondo i quali l'esecutivo comunitario è "organo collegiale", in cui tutti i commissari "hanno responsabilità comune", precisa poi Laitenberger. Il portavoce ha sottolinea ancora che "tutti e 27 i membri del collegio (i commissari e il presidente) hanno i propri ambiti specifici e una responsabilità collettiva. Questo prevedono i trattati".
Denis Abbott, uno dei portavoce dell'esecutivo Ue, ha spiegato che la richiesta di informazioni avanzata da Bruxelles a Roma e alla Valletta sul respingimento di un barcone tre giorni fa a largo della Libia, "è una procedura normale, la Commissione vuole aiutare, ma per farlo ha bisogno di informazioni affidabili". Abbott ha ribadito che la Commissione "è consapevole delle difficoltà che alcuni stati membri stanno affrontando, e vuole contribuire ad alleviarle". Abbott ha ricordato che "la solidarietà e la condivisione degli oneri (dell'accoglienza) sono al cuore della politica della Commissione".
"Non c'è nulla da aggiungere se non quello che è già stato detto", ha detto Pia Ahrenkilde Hansen, altra portavoce della commissione, facendo riferimento alle risposte date dai colleghi. Polemico, invece, il capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo, Martin Schulz: "Pensiamo che il capo di un governo non dovrebbe fare queste richieste. Berlusconi, ancora una volta, ha mostrato il suo profondo spirito antieuropeo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it, Reuters.it]

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02 settembre 2009
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