Stop alla "cartellonistica offensiva"
Il Comune di Catania verso la "censura" dei manifesti sessisti
Catania corre ai ripari contro i grandi impianti pubblicitari abusivi o contenenti immagini offensive. Scatta lo stop del Comune alla pubblicità provocatoria, tramite l’istituzione di un comitato di vigilanza ad hoc che avrà il compito di decidere di oscurare alcuni manifesti ritenuti non consoni o addirittura volgari.
La decisione è arrivata a seguito dell’approvazione da parte della Giunta comunale di una delibera d’indirizzo politico su questo argomento. L’input arriva dall’assessore alla Scuola, Diritti e Pari Opportunità, Valentina Scialfa.
Il Comitato di vigilanza recepirà e analizzerà le segnalazioni sui casi di cartellonistica pubblicitaria ritenuta offensiva e, se è il caso, deciderà di oscurare i manifesti. Il Comitato, intersettoriale e formato da personale interno all’Amministrazione, dovrà valutare il contenuto del messaggio e, se ritenuto non aderente ai principi espressi nella deliberazione che fissa alcuni punti fermi, decidere le azioni più opportune consentite dalla normativa in vigore per determinarne l’oscuramento. Decisive saranno anche le foto che appariranno sul cartellone. Si opererà quindi in perfetta sinergia con l’area urbanistica e quella lavori pubblici, nella lotta al manifesto considerato oltraggioso.
"Ci rendiamo conto - ha spiegato l’assessore Scialfa - delle difficoltà che si incontreranno nel tentativo di raggiungere il nostro obiettivo a causa degli strumenti non efficacissimi offerti dalle leggi, ma crediamo molto nella possibilità di crescita culturale dei singoli, specie se stimolata da azioni pubbliche intraprese dal comitato e dal dibattito che ne potrà scaturire. D’altra parte sin dal mio insediamento ho cercato di promuovere la parità di diritti e combattere le discriminazioni di ogni tipo. Considero, infatti, centrale la tutela e la promozione della persona contro ogni forma di sopraffazione e violenza".
I messaggi pubblicitari, veicolati tramite impianti di cartellonistica di proprietà sia privata sia comunale, si trovano in luoghi pubblici e, sono quindi visibili anche a soggetti più sensibili come bambini e adolescenti, i quali non devono essere urtati da immagini violente o degradanti. Al Comitato potranno essere segnalati messaggi o immagini che rappresentano atti di violenza fisica e morale, o che veicolano o giustificano, in forma diretta o indiretta, discriminazioni tra uomo e donna, anche attraverso l’uso di stereotipi, per appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo religioso.
Nel luglio scorso, durante un incontro con le rappresentanti delle associazioni di genere e dei centri antiviolenza, era stata annunciata l’adesione di Catania alla rete delle "Città Libere", un progetto nato per il contrasto alla pubblicità sessista. Per intenderci quindi, stop anche ai messaggi provocatori o considerati hot. Appena qualche mese fa, proprio a luglio del 2013, mentre il comune aderiva alla rete "Città Libere" in città si scatenò una feroce polemica per un cartellone 6x6 che in centro, in via Vincenzo Giuffrida per ben 14 giorni, nello snodo del raccordo autostradale quindi in un punto nevralgico del traffico, ha svettato con la scritta "oggi continuiamo a mettervelo in bocca". Pubblicità di una nota pasticceria della provincia per reclamare il gelato al pistacchio di Bronte. Episodi come questo da oggi sarà quindi più difficile che si verifichino. [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]
- Geniale creatività? No, triviale doppio senso (Guidasicilia.it, 11/07/13)