Stop alla legge contro l'omofobia
Con 293 sì, 250 no e 21 astenuti la Camera ha accolto le pregiudiziale di costituzionalità sula norma anti-omofobia
Ieri, l'aula della Camera ha accolto le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl contro l'omofobia, affossando così la proposta. Le pregiudiziali presentate da Udc, Pdl e Lega sono passate con 293 sì, 250 no e 21 astenuti. Hanno votato contro gli altri partiti di opposizione (Pd, Idv, Fli e Api).
L'approvazione 'affossa' il disegno di legge che mirava a introdurre l'aggravante di omofobia nei reati penali, sostenuto con forza da Anna Paola Concia.
"Oggi la maggior parte del Parlamento - ha denunciato Concia prendendo la parola in aula subito dopo la proclamazione del risultato - ha scelto di stare dalla parte dei violenti e non delle vittime delle violenze e delle discriminazioni....". L'intervento della leader del movimento omosessuale è stato però interrotto per questioni formali dal presidente della Camera Gianfranco Fini: "Capisco il suo stato d'animo e lo spirito del suo intervento - ha detto, ricordandole che la parola era stata da lei chiesta sull'ordine dei lavori essendosi la Camera già espressa sul merito con il voto - ma sono costretto a interromperla...".
"Se fossi stato un semplice deputato che può votare e non il presidente, avrei votato convintamente contro le pregiudiziale di costituizionalità sulla legge contro l'omofobia". "D'altro canto avete visto con quanti voti è passata" ha affermato poi il presidente della Camera.
"Mi sono astenuta perché, pur non condividendo alcuni passaggi della proposta di legge presentata dal Pd, avrei preferito che si arrivasse alla discussione nel merito del provvedimento, per migliorarlo" ha spiegato il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, commentando l'esito delle votazioni. "Ho sempre pensato che sia utile per il Paese una legge di stampo europeo che introduca aggravanti per i reati commessi in nome di tutte le discriminazioni e, tra queste, quella per orientamento sessuale. Il Parlamento si è espresso chiaramente, sollevando pregiudiziali di costituzionalità sul testo messo ai voti. Mi auguro che si possa ricreare al più presto il clima necessario per la ripresa del dialogo tra maggioranza e opposizione e che, dal confronto, possa nascere una proposta capace di trovare il consenso del Parlamento".
Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl della Camera: "Noi non abbiamo nessun atteggiamento omofobo e la nostra posizione di fondo è quella di considerare i gay come dei cittadini uguali agli altri e proprio per questo contestiamo ogni trattamento giuridico specifico e differenziato che come tale ammetterebbe e accentuerebbe una diversità, sostanzialmente incostituzionale".
Il voto di ieri è avvenuto a poco meno di due anni dalla prima bocciatura della legge anti-omofobia, quando, nell'ottobre del 2009, Montecitorio approvò le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall'Udc. A maggio scorso, poi, la commissione giustizia bocciò due diversi tentativi di mediazione cui ostinatamente aveva lavorato la deputata del Pd. La pregiudiziale di costituzionalità della Lega, illustrata in aula da Carolina Lussana, afferma che il disegno di legge "offre una protezione privilegiata alla persona offesa in ragione del proprio orientamento sessuale e in particolare discrimina fra chi subisce forme di violenza, perché vi è una tutela rafforzata (sulla base dell'orientamento sessuale, ndr.) Rispetto invece a chi subisce altre forme di violenza".
Rocco Buttiglione ha illustrato la pregiudiziale dell'Udc, affermando, tra l'altro, che "in altri paesi una norma simile esiste, è vero". Dopo aver citato il caso della "discriminazione positiva" degli Stati Uniti, il presidente dell'Udc ha proseguito: "Oggi molti giuristi americani preferirebbero non averlo mai introdotto. Una volta iniziato è difficile fermarlo. Ogni gruppo cerca di far approvare norme particolari e la maggioranza dei cittadini finisce col sentirsi discriminata dalle minoranze, con il risultato di maggiore disintegrazione e non integrazione". Gaetano Pecorella ha esposto, infine, le ragioni del Pdl, presentando una mozione che porta la prima firma di Isabella Bertolini: "La norma - ha detto Pecorella - non è di per sé da rigettare e pone un problema serio che è quello della discriminazione, ma così come è scritta è in contrasto con un principio cardine, quello della parità, e con il principio della chiarezza e della tassatività che deve essere alla base di ogni norma".
Duro il commento di Ignazio Marino del Pd: "Con questo voto la maggioranza di destra ha dimostrato da che parte sta. Si è chiaramente schierata con tutti coloro che, anche negli ultimi mesi, si sono resi responsabili di vessazioni, aggressioni e minacce contro gli omosessuali. Spero che almeno al prossimo episodio di violenza loro, così come l'Udc, ci risparmino l'indignazione rituale e le dichiarazioni a sostegno delle vittime. La lotta alla violenza si fa con atti e provvedimenti concreti, non con le chiacchere".
Secondo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, questo voto "è una vergogna, una delle pagine più brutte e spero che non passi inosservata".
"Un copione già visto e anche un esempio di schizofrenia. Perché non si può accogliere il Trattato di Lisbona, che è contro la discriminazione sessuale e poi, a livello nazionale, non considerare una punizione o un'aggravante per i reati di odio commessi nei confronti di gay, lesbiche e trans" ha detto all'Adnkronos Vladimir Luxuria, leader storica del movimento Gay, commentando il voto della Camera. "A questo punto -ha sottolineato l'ex parlamentare di Rifondazione - spero davvero spero che il governo vada a casa. E' cambiato il vento, ma non è arrivato in un Parlamento chiuso e distante dalle persone e dai loro diritti". "La vera pregiudiziale per le alleanze future del centrosinistra - ha concluso Luxuria - è evitare accordi con l'Udc, che si è dimostrato promotore dell'affossamento delle legge. I vertici del Pd traggano qualche conclusione da quanto è accaduto...".
[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Repubblica.it, Corriere.it]