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Stop alla sciopero della fame ma solo per riprendere le forze!

I precari della scuola pronti per organizzare una grande protesta collettiva nazionale

04 settembre 2010

"Basta digiunare, ora bisogna organizzare le protesta nazionale dei precari". E' partita da Roma l'esortazione a unire le forze, per essere raccolta subito dopo a Palermo. Solo prove tecniche per un movimento unitario nazionale, che gridi con un'unica voce che "la scuola pubblica si è impoverita" e che tagliando a colpi di mannaia non si va verso una scuola più efficiente.
E per protestare anche un flash mob, "La fagiolata", con romani e turisti invitati a indovinare il numero dei precari: "I numeri dei precari noi li sappiamo - hanno detto i manifestanti - la Gelmini no, ci considera dei fagioli".

A Roma stop sciopero della fame per recuperare le forze - Hanno sospeso il digiuno di protesta, che avevano iniziato in nome della battaglia contro la condizione di precari, Giacomo Russo, trentenne siciliano, tra i primi a iniziare il 17 agosto (LEGGI), e Caterina Altamore, maestra palermitana a scadenza, da 14 anni costretta a cambiare periodicamente scuola (LEGGI). Hanno creato intorno a loro un movimento, dormendo in tenda davanti a Montecitorio, patendo il caldo e il freddo, e finendo anche in ospedale senza forze.
Caterina e Giacomo rifiutano di essere additati come fantocci in mano ai partiti: "Non c'è niente di male nel difendere i propri diritti, se questo si chiama fare politica il ministro Gelmini ha ragione, facciamo politica", hanno replicato in una conferenza stampa convocata al presidio, che da ieri ha anche un camper e che manterrà la postazione almeno fino all'8 settembre, quando con l'inizio dell'attività parlamentare è stata convocata una nuova assemblea aperta per organizzare uno sciopero nazionale, forse a fine mese.
Dopo Giacomo e Caterina anche gli altri precari palermitani hanno deciso di interrompere lo sciopero della fame. Intanto la Rdb-Usb Scuola ha segnalato che a Reggio Calabria, Cosenza e in Sicilia i manifestanti stanno ostacolando le convocazioni "per dire no all'elemosina elargita dagli accordi che la Gelmini sta firmando con le Regioni".

E anche nel resto d'Italia continuano le proteste contro i tagli previsti dalla riforma Gelmini. A Pordenone continua lo sciopero della fame Maria Carmela Salvo, maestra precaria 55enne di Palermo,  che da tre giorni non mangia e dorme in macchina nella piazza di Maniago (Pordenone). La signora Salvo ieri mattina ha avuto un piccolo malore ed è stata costretta a chiedere l'intervento del 118. La donna però si è rifiutata di andare in ospedale e ha assicurato che si idraterà come le è stato prescritto: "In ogni caso - come aveva annunciato, ripete - da qui non mi muovo".
A Milano sono tre i precari della scuola che sospenderanno oggi il loro sciopero della fame: "Ci sono momenti in cui senti la stanchezza e ti tremano le gambe - ha raccontato ieri Miriam Petruzzelli - ma stiamo bene e siamo determinati ad andare avanti", almeno fino al momento dell'assemblea per decidere quali saranno i futuri toni della protesta. Intanto proseguono il presidio in tende e roulotte.
Non hanno intenzione di desistere neanche i precari napoletani, una quarantina, che hanno trascorso la notte in tenda davanti alla sede della Direzione scolastica regionale della Campania. Ieri mattina il numero è cresciuto, fino a più di 200 persone. Una ventina di autobus - la cui fermata è nei pressi della sede della protesta - sono stati bloccati, con il traffico delle auto dirottato dalle forze dell'ordine. Una donna è salita sul tetto dell'edificio e ha fissato ai pennoni una bandiera del coordinamento precari della scuola.

Ma, mentre il subbuglio continua e la scuola è già iniziata in alcune regioni, il ministro Mariastella Gelmini assicura: "L'attenzione del governo al tema dei precari è alta. Stiamo utilizzando tutti gli spazi che abbiamo per poter dare loro una risposta e poter iniziare così l'anno scolastico nel migliore dei modi". Il ministro ha fornito anche qualche dettaglio: "Ho sentito l'assessore all'Istruzione della Campania dove abbiamo chiuso un importante accordo che ci consentirà di garantire un posto di lavoro a molti precari. Lo stesso accordo è stato chiuso in Puglia e siamo in fase di definizione nel Lazio, in Basilicata e in Veneto".
Per quanto riguarda la Sicilia, dal Miur, , anche grazie all’intervento della segreteria nazionale della Cisl Scuola, sarebbero stati assegnati altri 100 posti docenti, 70 posti Ata e la conferma dei 62 posti sulla dispersione scolastica.
"Ne prendiamo concretamente atto – commenta Giuseppe Denaro, segretario generale della Cisl Scuola di Catanianella loro complessiva insufficienza a risolvere tutti problemi della scuola e dei precari. Ma per la Cisl Scuola la vertenza continua. Chiederemo al prefetto di Catania di aprire da subito un tavolo di crisi per monitorare costantemente l’evolversi della situazione". "In occasione dell’incontro in Prefettura – ha ricordato Denaro – abbiamo chiesto il ritiro della legge 133, l’immissione in ruolo su tutti i posti liberi, l’immediata sospensione di tutti i tagli a favore di un organico che garantisca il diritto allo studio degli alunni, dei diversamente abili, della loro sicurezza e l’istituzione del tempo pieno e prolungato per affrontare seriamente la piaga dell’insuccesso scolastico e formativo, la conferma del personale docente preposto alla dispersione scolastica a fronte di un ulteriore taglio dello stesso del 50 per cento".
Il segretario generale della Cisl Scuola di Catania ha poi lanciato un appello ai parlamentari etnei: "Chiediamo a tutti i parlamentari catanesi, in particolare della maggioranza di governo, di assumersi le proprie responsabilità: non possono più stare a guardare di fronte al dramma che si sta consumando sotto i loro occhi colpevolmente miopi. Coinvolgeremo in questa azione anche tutti i sindaci della provincia, le forze produttive e datoriali". "Da subito - ha concluso Denaro - chiediamo la piena e consapevole solidarietà alle scuole, agli organi collegiali, ai comitati degli studenti, perché siamo convinti che questa battaglia di civiltà si vince insieme, o si perde se continueranno a lasciarci dannatamente e disperatamente soli".
"Governo regionale, Ars e forze sociali siciliane facciano fronte comune contro l'emergenza precari nel mondo della scuola". Questa, infine, la proposta del segretario regionale della Cisl Sicilia Maurizio Bernava. Il sindacalista ha puntato il dito contro il "costo sociale altissimo imposto dai tagli del tandem Gelmini-Tremonti". E ha invitato il governo della Regione a una "maggiore capacità di negoziazione nei confronti del governo nazionale". Ma alla Regione, la Cisl imputa "ritardi e responsabilità". Al governo regionale il sindacato ricorda che "avrebbe già dovuto spendere ben 80 milioni di euro di fondi Ue, 40 per il 2009 e altrettanti per il 2010, per interventi a favore della scuola". Interventi che non ci sono, rimarca la Cisl, che sottolinea tra l'altro che "la Sicilia è l'unica regione in Italia a non essersi dotata di una legge sul diritto allo studio". Inoltre, ha ripetuto Bernava,"sono mancate politiche per il tempo pieno e contro la dispersione scolastica. E per la progressiva immissione in ruolo dei lavoratori precari".

Ed è scontro nella coalizione che sostiene il governo regionale per la vertenza sulla scuola. Dopo che il ministro Gelmini ha rifiutato di incontrare i precari in sciopero della fame (LEGGI), è arrivato l'attacco dell'assessore regionale all'Istruzione, Mario Centorrino. "Le dichiarazioni del ministro Mariastella Gelmini sull'impossibilità da parte del governo di assorbire 200mila docenti precari della scuola, appaiono per molti versi sconcertanti - ha attaccato Centorrino - Colpisce la logica sottesa al ragionamento del ministro. I docenti precari, come gli immigrati clandestini, che occorre respingere, magari concedendo qualche spicciolo ad altri soggetti per trattenerli, in misura ovviamente microscopica rispetto a quanto oggi, ad esempio, si sta contrattando con la Libia. Verrebbe a questo punto da consigliare ai docenti precari siciliani di mettersi in lista per un incontro con Gheddafi nel corso di una sua prossima visita, magari concertando qualche conversione di comodo alla fede islamica".
All'assessore all'istruzione replica Gianfranco Micciché, leader del Pdl Sicilia che è un pilastro fondamentale del governo regionale di Raffaele Lombardo. "Le battute da avanspettacolo, peraltro mal riuscite, non contribuiscono a risolvere i problemi del sistema scolastico italiano e siciliano in particolare. Creano solo confusione e imbarazzi", è la replica di Micciché che aggiunge: "Dal professor Centorrino ci saremmo aspettati non solo un'analisi meno superficiale e più attenta dei dati esposti dal ministro Gelmini, ma anche la presa d'atto che il precariato è un problema sociale talmente serio che deve essere affrontato solo superando gli steccati ideologici che limitano le coscienze e i giudizi".
Secondo il segretario regionale del Partito democratico siciliano Giuseppe Lupo, "l'attacco di Micciché all'assessore Centorrino e ai precari della scuola siciliani a difesa del ministro Gelmini conferma che ormai Lombardo è a un bivio e che deve scegliere se difendere la Sicilia dall'aggressione del governo nazionale o stare con Berlusconi". "Dopo aver tanto parlato di difesa del Sud e della Sicilia è scandaloso che il sottosegretario di Berlusconi - ha aggiunto Lupo - corra in difesa del ministro Gelmini, che con la sua pseudo riforma sta massacrando la scuola siciliana".

Avvenire: ''Trattare male la scuola è un reato. No alla carriera sulla pelle dei ragazzi'' - "Non c'è reato più grave oggi in Italia che trattare male la scuola. Lo chiamo reato, perché fa quasi più effetto, in quest'era giudiziaria. Ma si dovrebbe chiamare offesa, ingiustizia, peccato, ignominia tanta è la gravità''. Lo ha scritto Davide Rondoni, in un editoriale di 'Avvenire', all'indomani della presentazione, da parte del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, delle novità dell'anno scolastico 2010-2011. "Guai a chi - prosegue - per vanagloria o per protesta o per acquiescenza usasse e trattasse senza il dovuto onore questi piccoli nostri figli. Anche là dove le condizioni non sono buone, non si esacerbi il tutto, ma si faccia in modo che i bambini e i ragazzi non patiscano maggiore disagio. Non si sfrutti il loro nome per richieste e pretese, per quanto comprensibili. Non si faccia carriera sulla loro pelle".
"La signora ministro - prosegue Rondoni nell'articolo - ha affrontato con gagliarda e dunque controversa volontà riformatrice sia l'Università che la Scuola. Una partita personale e politica su cui sta scommettendo molto. E mentre in Università le riforme si sono accavallate e ora se ne aspetta una un po' ordinata e di prospettiva, d'altra parte nella Scuola molti interessi corporativi, molti problemi lasciati per strada, molte iniziative frammentate rendono difficile da sempre un vero disegno riformatore".
"La situazione dei precari, l'apertura di nuovi posti e altri irrisolti nodi (come quello del trattamento riservato alle scuole pubbliche non statali) rende anche quest'anno il panorama dell'avvio confuso e non privo di ombre. Speriamo che prevalga in tutte le parti la buona volontà di salvaguardare l'essenziale. Cioè il servizio da rendere a loro, i nostri cerbiatti, o come dice un'antica storia delle foreste, i nostri 'bambini giaguaro', figure che intervengono a rinnovare il mondo. Sono loro che dobbiamo tutti servire, senza cedere alla faziosa difesa di interessi particolari, senza vedere nella scuola il luogo del confronto politico partitico, o della difesa di corporativismi che spesso han bloccato e bloccano l'Italia", conclude.

Il Codacons: "Gelmini peggior ministro di sempre" - Il Codacons al fianco dei precari della scuola. "Gravissime le ultime azioni del ministro per l'istruzione Gelmini, così gravi che sommmate al disastro che ha combinato con la scuola italiana e che continua ad appoggiare come un disco rotto nonostante l'evidente fallimento, la rendono assolutamente non idonea al ruolo che riveste": con queste parole il segretario nazionale dell'associazione consumatori, Francesco Tanasi, commenta l'ultima uscita della Gelmini, che ha rifiutato l'incontro con i precari della scuola in rivolta per i tagli e la situazione insostenibile, evidentemente incapace di argomentare le proprie decisioni in merito. Si tratta, secondo il Codacons, del peggiore dei ministri per l'istruzione mai avuti in Italia, ecco perché il governo dovrebbe chiederne le dimissioni, unendosi al coro di milioni e milioni di cittadini che ormai da tempo la vogliono fuori da ogni decisione in merito al futuro dei lavoratori e dei nostri figli. Cittadini tutti inascoltati fino a questo momento, lavoratori umiliati da un comportamento assurdo, lasciati in balia di decisioni arbitrarie e dannose per il Paese, soli ad affrontare un problema enorme come quello dei tagli, problema che mette sulla strada migliaia di famiglie e preoccupa tutti per le conseguenze sociali che causerà, dai sociologi agli psicologi, agli esperti d'economia.
"Tutti pronti - afferma Tanasi - a discutere del problema precari nella scuola tranne l'unico soggetto che ha il dovere istituzionale di ascoltarli, accoglierne le obiezioni, trovare soluzioni e argomentare le decisioni prese. Quest'unico soggetto, il ministro Gelmini, si limita - conclude Tanasi - a guardare oltre senza vedere gli ostacoli enormi che pone sul cammino degli italiani e il baratro nel quale sta relegando l'istruzione nel nostro Paese".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Ansa, La Siciliaweb.it, Repubblica/Palermo, Codacons.it]

 

 

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04 settembre 2010
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