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Stop alle nuove inchieste per colpa dello Stato moroso

Le aziende che assicurano i servizi tecnici alle procure: ''Se lo Stato non salda il debito in 10 giorni, a rischio anche le indagini in corso''

02 maggio 2009

Stop alle intercettazioni per le nuove inchieste. Anche le attività per tutte le altre indagini in corso, comprese quelle più delicate sulla grande criminalità organizzata, sono a rischio se entro la prossima settimana i ministeri della Giustizia e dell'Economia non si siederanno a un tavolo per decidere come saldare il credito di 450 milioni di euro vantato dalle società che assicurano i servizi tecnici: è l'ultimatum lanciato dall'Associazione Iliia, che riunisce più di cinquanta delle 120 aziende del settore.
La decisione è stata comunicata nei giorni scorsi a tutti i procuratori d'Italia con una lettera in cui le società ricordano che nessuna risposta è venuta finora alle richieste di sanare un "buco" che si è accumulato dal 2003. "È una situazione che - fanno notare - ha già prodotto il licenziamento di 200 dipendenti su un totale di 2500 persone impiegate".
"Noi non facciamo intercettazioni - ha chiarito il presidente di Iliia, Oscar Roje - ma ci occupiamo della progettazione e dell'installazione degli impianti e dei sistemi di controllo video, per le intercettazioni telefoniche e ambientali, e la localizzazione di vetture. Oggi siamo a un punto di non ritorno: le aziende non sono più in grado di affrontare nuovi lavori, pagare la strumentazione e i dipendenti".

Il messaggio, sottolinea Roje, riguarda in particolare il ministero della Giustizia che "non ha dato risposte e non ha mai stanziato i finanziamenti necessari". "Ci sentiamo uomini dello Stato non semplici imprenditori - hanno spiegato i responsabili delle aziende -. Noi abbiamo un cliente unico: lo Stato. Fino al 2006 a pagare erano le Poste che anticipavano i fondi. Con il decreto Bersani l'ente erogatore è cambiato e, anche per i tagli alle voci di bilancio dei ministeri, siamo rimasti senza fondi".
"Bisogna tenere presente - hanno sottolineato i responsabili di Iliia - che ogni anno le aziende del settore svolgono 200 mila interventi, con un fatturato di 350 milioni di euro, per installare, assicurare il supporto tecnico e le riparazioni. Lo Stato si affida a noi perché non è in grado di cambiare soggetto: servono materiali, assunzione e formazione di personale specializzato che abbiamo maturato in 15 anni di attività svolta sul territorio". [Informazioni tratte da Corriere.it]

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02 maggio 2009
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