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Stop alle trivelle nel Val di Noto

I texani della Panther Oil hanno rinunciato alle trivellazioni nella valle Patrimonio dell'Umanità

16 giugno 2007

''La Panther Oil ha comunicato oggi alla Regione di aver rinunciato alle trivellazioni in tutto l'abitato della città di Noto, in tutto il sito Unesco e nell'intera area di Noto Antica, oltre alla porzione di area vicina alla zona sud-est della riserva di Vendicari''.
E' stato questo l'annuncio a sorpresa fatto ieri dal presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, a Palazzo Chigi, nel corso della conferenza stampa di presentazione della riapertura della cattedrale di Noto che avverrà lunedì dopo i lavori di restauro della cupola crollata 11 anni fa.

I trivellatori texani, che nel territorio del Val di Noto - nominato dall'Unesco ''patrimonio dell'umanità'' - volevano cercare il petrolio, hanno quindi rinunciato regalando una vittoria ai tantissimi abitanti della zona, politici, ambientalisti e intellettuali che già da parecchio tempo si erano mobilitati con appelli, manifestazioni e quant'altro affinché in Sicilia non si consumasse l'ennesimo scempio ai danni dell'inestimabile ricchezza storico-artistica-ambientale nel nome del dio danaro. Anche lo scrittore Andrea Camilleri due settimane fa aveva lanciato sul sito di Repubblica una raccolta di firme per scongiurare gli scavi e fermare la compagnia texana alla quale la stessa Regione siciliana aveva fornito le concessioni (leggi).

La rinuncia, anche se parziale, è una grande cosa per la Sicilia, infatti i texani della Panther Oil avevano l'autorizzazione per le ricerche e l'estrazione del petrolio su un'area complessiva di oltre 746 km quadrati. Di questi ne saranno risparmiati 86 km quadrati di territorio in prossimità dei centri di maggiore interesse artistico e turistico. Oltre Noto la rinuncia andrà a beneficio di Modica, Ragusa, Scicli e Caltagirone. Una rinuncia parziale, come detto, che ha tutto il sapore del ''colpo di teatro'' proprio nel momento in cui tutti i riflettori, anche della stampa internazionale, sono accesi su Noto che lunedì riapre la sua cattedrale barocca alla presenza del presidente del Consiglio Prodi e del presidente della Cei Bagnasco. Tanto che ieri sera l'annuncio a sorpresa del governatore Cuffaro è stato seguito da un secondo comunicato della stessa Panther: ''A breve potremmo cominciare la nostra attività di estrazione''. Per la precisione l'8 luglio scadono i 60 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni. Trascorsi i quali le trivelle entreranno in funzione nella zona di Ragusa dove dovrebbe essere realizzato il primo dei 21 pozzi previsti. Un portavoce ha poi precisato meglio in cosa consiste la rinuncia annunciata ieri: ''Abbiamo rinunciato alle trivellazioni in una zona dove comunque non sarebbero mai state effettuate''. E poi precisa che è anche improprio definirla una rinuncia. ''Abbiamo più volte detto che non avremmo certo scavato sotto la cattedrale di Noto e nella zona patrimonio Unesco ma nessuno ci ha mai creduto. Il permesso riguardava soltanto la perimetrazione''.

Per il governatore siciliano, che fino ad ora non si è mai esplicitamente dichiarato contro le trivellazioni, quello di ieri ''è un risultato del quale siamo fieri perché in questi anni abbiamo lavorato e insistito moltissimo. Il governo regionale della Sicilia è sempre stato contrario alle trivellazioni nei siti dell'Unesco, che riguardavano comunque la ricerca di metano e non di petrolio, per la quale siamo contrari per tutto il territorio dell'isola''. Una dichiarazione, questa, che non si è mai palesata nel passato, anzi nel 2004 fu proprio il governo Cuffaro a concedere il diritto alla Panther di continuare. L'unico che a suo tempo si oppose con forza, portando avanti una strenua lotta, fu solo Fabio Granata (AN), ex assessore regionale per i Beni Culturali. Le ricerche, infatti, furono bloccate nel 2003 (per merito di Granata), ma la società americana ha reagito ricorrendo alle vie legali e la controversia, nonostante tutto, è ancora aperta. Secondo il Wwf, per esempio, la vicenda è tutt'altro che chiusa. ''Attenzione agli entusiasmi - ha detto Anna Giordano dell'associazione ambientalista - guardiamo con estrema cautela alla decisione della Panther Oil di rinunciare alle ricerche petrolifere in un'area del Val di Noto. Una rinuncia che riguarda poco più del 10% (praticamente la superficie abitata) dei 746 chilometri quadri destinati alla ricerca''. ''Del resto - ha aggiunto la Giordano - la società ha comunicato che già l'8 luglio è pronta a trivellare un pozzo a Ragusa, equivocando sull'istituto del silenzio-assenso (rispetto allo studio d'impatto ambientale che dicono di aver presentato), assolutamente non previsto sulle questioni che interessano l'ambiente''.
Hanno espresso cautela anche gli esponenti diessini della Regione, Roberto De Benedictis e Giuseppe Zappulla. ''Accogliamo con soddisfazione la notizia secondo la quale le trivellazioni nel Val di Noto si sarebbero interrotte. Evidentemente le nostre battaglie chiare e senza ambiguità, insieme a quelle portate avanti da molte istituzioni, intellettuali e cittadini, hanno dato i loro frutti. Tuttavia usiamo ancora il condizionale: aspettiamo infatti di leggere attentamente il contenuto della comunicazione fatta dalla Panther Oil, per valutarne natura ed effetti pratici''. ''Negli anni scorsi, infatti, più di una volta esponenti del governo regionale avevano presentato atti ufficiali, addirittura delibere di giunta che avrebbero dovuto impedire il prosieguo delle trivellazioni, con i risultati che tutti conosciamo. In ogni caso al momento constatiamo come la Panther Oil sia stata più 'sensibile' del governatore, che ha ammesso come la vicenda si sarebbe risolta per un passo indietro della società''.

Merito, quindi, solo dell'esclusiva ''sensibilità'' dei petrolieri e dell'impegno di chi si è veramente attivato? Nella lettera inviata dalla 'Panther' alla Regione Sicilia, a firma del presidente Jim Smitherman, si precisa che ''la tematica che la città di Noto fosse patrimonio Unesco è stata utilizzata per avviare una campagna di 'linciaggio mediatico' contro la 'Panther', come se la compagnia avesse davvero intenzione di perforare all'interno dei siti del Val di Noto. A tal proposito - continua la missiva - si ritiene che l'unico modo di eludere in maniera inequivocabile il problema sia quello di rilasciare l'area attorno alla città di Noto, vasta 8.600 ettari e che interessa l'intero centro abitato della città di Noto, l'intero sito Unesco del Val di Noto con annessa 'buffer zone', l'intera area di Noto antica e la porzione di area vicino alla costa sudorientale vicina alla riserva naturale di Vendicari''.
Secondo l'attuale assessore regionale ai Beni culturali, Lino Leanza, la decisione della Panther Oil di rinunciare alle trivellazioni ''premia la perseveranza del governo siciliano che stava predisponendo un disegno di legge per bloccarle''. ''Le trivellazioni, comunque - ha aggiunto Leanza - non avrebbero messo a rischio la presenza del Val di Noto tra il patrimonio tutelato dall'Unesco, poiché noi ci siamo impegnati a rispettare e a tutelare l'area vincolata e la 'buffer zone', che non sarebbero state in alcun caso interessate dalle perforazioni''.

Comunque sia, chi in questi anni si è battuto contro le trivellazioni ha motivo di gioire. A cominciare proprio da Andrea Camilleri. ''E' un trionfo della ragione e del buon senso'' ha infatti affermato apprendendo la notizia. Anche il ministro per l'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio l'ha definita ''un'ottima notizia''.

- ''Mi sono battuto come Montalbano'' (Repubblica.it)

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16 giugno 2007
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