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Stop dell'Assemblea regionale siciliana al piano di rimodulazione delle Guardie mediche in Sicilia

12 ottobre 2007

All'inizio d'ottobre i sindaci siciliani, in una riunione del Consiglio regionale dell'Anci che si è  tenuta nell'aula del Consiglio provinciale di Caltanissetta, avevano ribadito con forza il loro 'NO' al decreto dell'assessore alla Sanità della Sicilia, Roberto Lagalla, che prevede la soppressione delle guardie mediche nell'isola
I sindaci hanno richiesto un tavolo di concertazione con il governo regionale per individuare quei fronti dove realmente si possono effettuare i tagli voluti dal piano Stato-Regione per il rientro dal deficit della spesa sanitaria, e salvare di conseguenza i presìdi medici che incidono sulla spesa regionale appena lo 0,01%.
Nel corso di quella riunione c'è stata unanimità assoluta nel rimarcare come il decreto Lagalla (sospeso fino al 15 ottobre), adottato senza aver preventivamente ascoltato la Conferenza dei sindaci e obbedendo solo a logiche 'ragionieristiche', finisca per danneggiare ancora di più piccole comunità già penalizzate dall'assenza di altri servizi e strutture, oltre che da una viabilità che spesso non consente rapidi spostamenti in caso di urgenze.

Nei giorni scorsi l'assessore Lagalla in persona ha ribadito che dopo 15 ottobre il decreto di rimodulazione delle guardie mediche in Sicilia ''sarà esecutivo'', ma è disposto al confronto con le parti interessate per trovare insieme le soluzioni più soddisfacenti per tutti.
''Le misure di contenimento previste dal Piano di rientro - ha sottolineato Lagalla - non possono in alcun modo essere disattese, anche in considerazione del fatto che la Sicilia conta un numero di postazioni di guardia medica, oltre 450, assolutamente sproporzionato rispetto agli standard nazionali che ne prevedono un massimo di 271''.
Ieri la Commissione regionale alla Sanità dell'Ars ha bloccato il piano di rimodulazione delle Guardie mediche in Sicilia. La Commissione ha votato all'unanimità, su proposta dell'on. Simona Vicari (Fi), una risoluzione affinché ''venga proposta una riprogrammazione delle chiusure delle Guardie mediche in base a criteri di fabbisogno e funzionalità territoriale''.
La Commissione ha quindi ''condiviso le preoccupazioni dei sindaci di quei comuni nel cui territorio è stata soppressa l'unica postazione di Guardia medica pur in assenza di presidi territoriali di emergenza e di vicino pronto soccorso ospedaliero, a fronte invece del mantenimento delle Guardie mediche nelle grandi città in modo indiscriminato e senza corrispondenti criteri di razionalizzazione e funzionalità, anzi con rischio conseguente di sospensione delle visite notturne''.

''La gestione della sanità - ha sottolineato Vicari - è diventata fonte di occupazione più che di servizio ai cittadini. Siamo d'accordo al piano di rientro, alla razionalizzazione delle spese, al taglio degli sprechi e anche sulla rimodulazione delle Guardie mediche, che pur rappresentando un ago nel pagliaio, va fatta con criterio senza creare disservizio alle comunità''.
Nella stessa risoluzione la Commissione sanità dell'Ars impegna l'assessore regionale alla sanità ''ad astenersi da qualsiasi anticipata ufficializzazione di provvedimenti che non siano sottoposti preventivamente alla competente commissione dell'Ars''.

 

 

 

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12 ottobre 2007
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