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Storia di incognite, inganni e misteriose verità...

Ascoltato dai pm di Palermo il giornalista Francesco La Licata, al quale Massimo Ciancimino aveva già parlato della figura del "puparo"

12 maggio 2011

Il Giudice per le indagini preliminari di Palermo, Riccardo Ricciardi, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Massimo Ciancimino. Il provvedimento riguarda l'ipotesi di calunnia nei confronti dell' ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Davanti al gip è, però, caduta l'aggravante di avere favorito l'associazione mafiosa prevista dall'articolo 7.
Si tratta della stessa vicenda per la quale il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, e i sostituti Nino Di Matteo e Paolo Guido avevano chiesto e ottenuto il fermo dal gip di Parma che, dopo la convalida, aveva trasmesso gli atti in Sicilia per competenza territoriale. Il figlio dell'ex sindaco era stato bloccato dagli agenti della Squadra mobile di Parma e del centro operativo Dia di Palermo sull'autostrada A1, nei pressi di un parcheggio dell'area di servizio Cortile San Martino, fra i caselli di Parma e Fidenza. Ciancimino si stava recando in vacanza in Costa Azzurra con la famiglia per le vacanze pasquali.
Il difensore dell'indagato, l'avvocato Francesca Russo, ha annunciato che presenterà istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame. "Alla luce degli interrogatori resi dal mio assistito - dice - il quadro probatorio è certamente cambiato".

Intanto ieri, è stato sentito dai sostituti procuratori Nino Di Matteo, Lia Sava e Paolo Guido, che indagano sulla trattativa tra Stato e mafia, il cronista de "La Stampa" Francesco La Licata, al quale Massimo Ciancimino aveva parlato del "puparo", il "Mister X" che gli avrebbe passato documenti poi consegnati ai magistrati, prima che di riferirne in aula al processo Mori (LEGGI). La Licata ha confermato di avere raccolto il mese scorso la confidenza del figlio dell'ex sindaco di Palermo. Ciancimino jr ha cercato La Licata, con il quale ha scritto il libro "Don Vito", qualche giorno prima del festival del giornalismo di Perugia durante il quale è intervenuto per parlare del rapporto tra mafia e politica. In quella occasione é tornato ad accusare l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro il cui nome figura nel documento "taroccato" che appena tre giorni dopo ha fatto scattare per lui l'arresto per calunnia.
Poco prima di intervenire al festival del giornalismo Ciancimino jr ha confidato a La Licata di essere stato "consigliato" di lasciare Palermo. La sollecitazione gli sarebbe venuta da un personaggio vicino al generale dei carabinieri Giacinto Paolantonio, morto nel 1989, uno dei protagonisti del 'caso Giuliano', diventato negli anni Cinquanta comandante dei vigili urbani di Palermo. Massimo Ciancimino conosceva quell’uomo sia come un carabiniere sia come un personaggio dell’entourage del padre nel periodo in cui era assessore a Palermo. In aula, su richiesta dei pm, ha omesso di rivelarne il nome. Non ha fatto il nome del "puparo" neppure a La Licata al quale si è limitato a dire che "Mister X" gli avrebbe passato vari documenti poi consegnati ai magistrati di Palermo e Caltanissetta. Al giornalista non ha parlato neppure dei candelotti di dinamite che avrebbe ricevuto alcuni giorni prima.
I magistrati hanno deciso di acquisire la testimonianza anche di Francesco Viviano de "la Repubblica", l’altro giornalista con cui Massimo Ciancimino ha parlato del "puparo".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Lasiciliaweb.it, Ansa]

- Nel Paese dei personaggi misteriosi... (Guidasicilia.it, 11/05/11)

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12 maggio 2011
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