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Storie di uomini e di lavoro

La storia di Angelo, incatenato al comune perché disoccupato, e di Gioacchino, da cinque anni pagato per non lavorare...

14 marzo 2012

Di seguito riportiamo le storie di due persone, emblema, in certo qual modo, delle profonde problematiche legate a doppio filo alle tematiche del lavoro, che inevitabilmente si riversano, con prepotente crudeltà nell'intimità, esistenziale.
Vi raccontiamo la storia di Angelo, incatenato al comune perché disoccupato, e di Gioacchino, da cinque anni pagato per non lavorare...

LA STORIA DI ANGELO - Angelo Calcina è incatenato dal 7 marzo davanti all'ufficio del sindaco, all'interno del palazzo comunale di Melilli, centro di appena dodicimila anime in provincia di Siracusa. Angelo non è l'unico: con lui ci sono altri cinque ex colleghi della Società Mista. Sono disoccupati per la chiusura dell'azienda dove lavoravano. Per due giorni, davanti all'ufficio del sindaco, hanno anche fatto uno sciopero della fame per ottenere attenzione. Chiedevano un incontro con il primo cittadino, che ieri li ha ricevuti.
Calcina è uno dei sei lavoratori che da luglio scorso chiedono un incontro col sindaco Giuseppe Sorbello per discutere della loro sorte. Sono tutti ex dipendenti della Società Mista, azienda dedita allo smaltimento dei rifiuti nel piccolo comune del siracusano che ha chiuso per la crisi. Un accordo sindacale con il comune ha salvato altri 21 lavoratori, ma per i sei, che a detta del sindaco "costavano troppo" come racconta lo stesso Calcina, la sorte è stata diversa. In questi mesi hanno percepito una piccola parte dello stipendio, ma non hanno ricevuto la liquidazione. "Vogliamo vivere dignitosamente – afferma Angelo - fino a giugno, quando potrebbero ripartire le gare d'appalto". Gare che al momento sono bloccate e che "dovrebbe riprendere all'inizio dell'estate. Ma prima di allora noi vorremmo quello che ci spetta. Ci sono colleghi con famiglie - racconta ancora - o che hanno i genitori malati, c'è chi ha il figlio all'università. Creando l'azienda avevamo scommesso su questo comune, ma dopo dieci anni ci hanno abbandonato".
Calcina e i suoi colleghi hanno iniziato la protesta mercoledì scorso. Sono entrati negli uffici del comune e si sono incatenati. Nessuno li ha cacciati. Non ricevendo risposta hanno iniziato con lo sciopero della fame. "E' durato due giorni, poi un portavoce del sindaco ci ha accordato un incontro. Abbiamo preso un po' di tempo, elaborato un accordo alternativo (a quello sindacale, ndr) e lo abbiamo consegnato".

LA STORIA DI GIOACCHINO - "Da cinque anni ricevo lo stipendio base senza fare nulla, senza potere esercitare il mio ruolo e le mie funzioni. Sono il dirigente più anziano qua dentro. Evidentemente la Regione non ha bisogno di chimici. È vergognoso". Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione siciliana, è stato reintegrato al proprio posto da una sentenza del Giudice del lavoro che è stata notificata al dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Giovanni Arnone, all'inizio di gennaio. Ma la procedura di reintegro nelle sue funzioni non è ancora stata avviata. Per questo la Fp Cgil Sicilia ha organizzato un sit-in davanti all'Assessorato al Territorio e Ambiente a Palermo, al quale hanno preso parte anche alcuni esponenti di Idv e Sel.
"La storia di Gioacchino Genchi - spiegano i responsabili della Fp Cgil - ha inizio oltre 5 anni fa quando il dirigente chimico, allora responsabile del servizio sull'inquinamento atmosferico, fu rimosso dall'incarico a seguito dell'attività svolta". "Molte le questioni delicate su cui il dirigente diede parere negativo: dalle emissioni della distilleria Bertolino alle fabbriche catanesi di laterizi (che usavano i fanghi del petrolchimico di Siracusa) al grande affare dei termovalorizzatori. Da allora Genchi, estromesso da ogni incarico, ha iniziato una lunga vertenza rivolgendosi anche al Giudice del lavoro che ha riconosciuto al dirigente il raggiungimento di tutti gli obiettivi assegnategli, sconfessando le decisioni pretestuose dell'allora dirigente generale Pietro Tolomeo e di ben due giunte regionali". "Il governo Lombardo - dice il segretario generale di Fp Cgil, Michele Palazzotto - si vanta di avere impedito la realizzazione dei termovalorizzatori ma questo non sarebbe mai avvenuto se nel 2006 Genchi non avesse bloccato le procedure sul piano tecnico amministrativo".

[Informazioi tratte da Adnkronos/Ign, ANSA, Lasiciliaweb.it]

 

 

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14 marzo 2012
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