Storie in transito. Narrare in tempo di conflitto
A Palermo un workshop internazionale per ragione sull’utilità della narrazione in tempo di conflitti
Dal 26 al 28 settembre si terrà al Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e all’Oratorio di Santa Chiara il workshop internazionale Stories in Transit. Telling the Tale in Times of Conflict, voluto dalla scrittrice britannica Marina Warner (Birkbeck College, University of London) in collaborazione con la Prof. Valentina Castagna (Dip. di Scienze Umanistiche, Università di Palermo) e l'International Institute for Environment and Development (London).
L’evento riunisce artisti (scrittori, poeti, cantastorie, musicisti, compositori, registi), persone che hanno vissuto in prima persona la migrazione, rappresentanti di ONG e operatori di associazioni locali, docenti di italiano come lingua seconda e rientra in un progetto più esteso mirato alla creazione di una "story box" (scatola delle storie) che possa agevolare momenti di narrazione e intrattenimento in luoghi come campi rifugiati e centri di accoglienza. La realizzazione di questo strumento è tesa sia a dar voce all'esperienza della migrazione sia a favorire momenti di reciproca conoscenza creando uno scambio di storie di ciascuna tradizione, lingua ed esperienza in luoghi che dovrebbero essere di breve transito ma nei quali milioni di persone trascorrono lunghi e drammatici periodi della propria esistenza.
Nel corso dei tre giorni si alterneranno interventi di studiosi, esibizioni e riflessioni di artisti e interventi di operatori ed esperti del settore e studenti. Durante i 3 laboratori pomeridiani si penserà a come dar corpo alla scatola delle storie, come strutturarla, cosa inserirvi (storie, poesie, favole, materiale per scrivere, disegnare, telecamere, ecc), e si rifletterà a partire dai seguenti quesiti:
1. Può la cultura, e in particolare la narrazione in ogni sua forma, fornire un rifugio per coloro che hanno perso la propria casa? Può un racconto diventare casa esso stesso? Un luogo di memoria? Può una memoria letteraria, e il suo continuo processo di costruzione e ricostruzione, arrivare a costituire "un paese di parole" (Mahmoud Darwish)? Possono le narrative costruire un luogo di appartenenza per coloro senza una nazione?
2. In tempi di grave deprivazione fisica, è necessario confrontarsi sul diritto d’accesso alle attività mentali e al loro potenziale creativo. Quali passi, in termini culturali, possono essere fatti per affermare il diritto di rifugiati/migranti alla libertà di pensiero e d’immaginazione, di mobilità intellettuale? L’espressione dell’immaginazione, il tramandare tradizioni e testimonianze, sono parte dei diritti umani?
3. Quale ruolo possono giocare le storie di fantasia rispetto alle circostanze contemporanee? In quali modi l’antica capacità dell’uomo di raccontare e tramandare storie può aiutare la crisi presente? Può la creazione di finzioni aiutare a creare verità?
4. Quali metodi e quali processi possono essere sviluppati in collaborazione per permettere la genesi e la crescita di storie? Quali sono i modi migliori con i quali i media di oggi possono sostenere lo scambio di storie superando i confini e agevolando la comunicazione tra lingue e culture diverse?
I laboratori che si terranno nelle tre giornate si pongono un duplice obiettivo: innanzitutto, rendere possibile uno spazio in cui possano essere raccontate storie, ispirate dai materiali tradizionali che i partecipanti porteranno all’evento o da fonti che essi recuperano dalla propria memoria, oltre alle storie basate su esperienze personali, se desidereranno condividerle. In secondo luogo, studiare le modalità attraverso le quali questo progetto potrà contribuire in tale direzione e le potenzialità di sviluppo.
Per maggiori informazioni: www.museodellemarionette.it