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Strage di italiani a Kabul

Autobomba contro una pattuglia di militari italiani: 6 morti e 4 feriti gravi

17 settembre 2009

Un'autobomba ha colpito questa mattina un convoglio militare italiano sulla strada verso l'aeroporto della capitale afghana, Kabul, colpendo due blindati Lince. Fonti locali citate dalla radio afgana Arman Fm hanno subito parlato di 13 morti, tutti italiani. Il maresciallo Bartolomeo Causarano dello Stato Maggiore della Difesa ha confermato 6 morti. Altri quattro sono rimasti feriti in modo grave. Sia i morti che i feriti sono tutti del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore.
Nello scoppio sono rimasti coinvolti due blindati italiani di scorta al convoglio. Lo confermano fonti del ministero della Difesa e dello Stato maggiore della Difesa. "Gli effetti sono stati devastanti, dunque è da escludere un attacco con esplosivo piazzato sulla strada", ha sottolineato una fonte militare, confermando che "le sei vittime sono tutte italiane". Oltre ai nostri 6 militari morti ci sarebbero, tra i civili, anche due vittime afghane, forse i due kamikaze.
Secondo un inviato della Tv araba 'al-Jazeera', il giornalista Waliullah Shahin, presente sul posto dell'attentato, il kamikaze che è entrato in azione nel quartiere diplomatico di Kabul, lungo la strada che porta verso l'aeroporto, avrebbe preso di mira proprio la pattuglia militare italiana.

Un portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, ha rivendicato l’attentato. In un messaggio sms il portavoce ha riferito che un uomo di nome Hayutullah si è fatto esplodere contro il convoglio militare dell’Isaf, nel centro della capitale.
Negli ultimi mesi, nonostante la massiccia presenza di forze armate internazionali, a Kabul si sono moltiplicati gli attacchi suicidi dei talebani. L'ultimo è stato l'8 settembre scorso, quando un'autobomba ha ucciso tre civili esplodendo davanti all'entrata della base aerea della Nato.

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha espresso il suo profondo cordoglio personale e quello dell'intero governo al Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Camporini e al generale Castellano che comanda il nostro contingente a Kabul. "Il governo italiano - si legge in una nota - è vicino alle famiglie delle vittime, condivide il loro dolore in questo tragico momento ed esprime la sua solidarietà a tutti i componenti della missione italiana in Afghanistan impegnata a sostegno della democrazia e della libertà in questo sfortunato paese".
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha parlato a Montecitorio: "Le nostre forze armate - ha detto Fini - hanno pagato un ulteriore tributo di sangue a difesa della democrazia in Afghanistan. Sei italiani sono stati uccisi e tre sono rimasti feriti. La Camera si stringe intorno alle famiglie delle vittime e a tutte le forze armate". L'aula ha osservato un minuto di silenzio.
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel riferire in aula al Senato sulla situazione a Kabul dopo l'attentato ha ribadito che la strage non cambierà i piani sulla presenza italiana in Afghanistan e che la missione andrà avanti: "Infami e vigliacchi non ci fermeranno".

Quest'ultimo tragico attentato è il più grave subito dalle truppe italiane dalla strage di Nassiriya, in Iraq, del 12 novembre 2003.



La strage di soldati italiani a Kabul ha spinto la Federazione nazionale della stampa, il sindacato nazionale dei giornalisti, a rinviare la manifestazione in difesa della libertà di stampa, in programma sabato prossimo.

L'attentato di stamane segue il discorso di Hamid Karzai, riconferamto presidente, ma al centro di aspre critiche su presunti brogli. Che Karzai smentisce. "Nelle elezioni di agosto non ci sono state frodi massicce, se ci sono stati brogli - ha precisato - devono essere accertati e accertati equamente, senza prevenzioni". Una vena polemica che è chiaramente rivolta alle dichiarazioni della Commissione Ue, che aveva appunto gridato all'irregolarità di almeno un milione e mezzo di voti, tre quarti delle quali espresse a favore di Karzai. "La stampa ha parlato di frodi massicce, non sono state così numerose - ha detto in una conferenza stampa il presidente, che è largamente in testa nelle elezioni - se ci sono state frodi sono di poco conto, questo accade in tutto il mondo". Karzai ha aggiunto di "credere fermamente nell'integrità delle elezioni, nell'integrità del popolo afgano e nell'integrità del governo in questo processo". Ieri la Commissione elettorale ha fornito risultati finali ma non ufficiali: il presidente uscente del governo transitorio avrebbe racimolato la maggioranza assoluta (54,6 percento) sufficiente a evitare il ballottaggio con il suo principale contendente Abdullah Abdullah, che ha raggiunto il 27,8 percento.

La testimonianza choc di una giornalista italiana - "Stavamo caricando i bagagli in un container, quando abbiamo sentito il rumore sordo di un'esplosione in lontananza, fuori dall'aeroporto, e abbiamo visto alzarsi una colonna di fumo verso il cieo". Lo ha raccontato Cristina Balotelli, giornalista di Radio24-IlSole24Ore, arrivata questa mattina nella capitale afgana proprio sul velivolo che accompagnava in Afghanistan alcuni dei militari italiani poi coinvolti nell'attentato. "I militari sono saliti sui loro Lince e si sono diretti verso il quartier generale Isaf di Kabul. 'Fra poco torniamo indietro e veniamo a riprendervi' ci hanno detto, e noi giornalisti siamo rimasti qui all'aeroporto di Kabul", ha aggiunto l'inviata di Radio24 .

Il ministero della Difesa ha comunicato i nomi delle sei vittime dell'attentato - Si tratta del tenente Antonio Fortunato, 35 anni, originario di Lagonegro (Potenza) in forza al 186esimo reggimento; del primo caporal maggiore Matteo Mureddu, 26 anni, di Oristano, in forza al 186esimo reggimento; del primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, 26 anni, nativo di Glarus (Svizzera), in forza al 186esimo; del sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, di Napoli, in forza al 186esimo; del primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, in forza al 186esimo, e del primo caporalmaggiore Massimiliano Randino, 32 anni, nato a Pagani (Salerno), in forza al 186esimo reggimento.  I feriti sono quattro: tre appartenenti al 186esimo reggimento dell'Esercito e uno all'Aeronautica Militare.

21 italiani morti in Afghanistan dal 2004 - Con l'attentato di questa mattina a Kabul, che ha fatto sei vittime tra i nostri soldati, sale a 21 il numero dei militari italiani rimasti uccisi in Afghanistan dall'inizio della missione italiana nel 2004.
3 ottobre 2004. Il Caporal Maggiore Giovanni Bruno, 23 anni, muore dopo che il mezzo su cui viaggiava esce di strada alla periferia di Kabul.
3 febbraio 2005. Il Capitano di Fregata Bruno Vianini è a bordo di un aereo civile tra Herat e Kabul che che precipita in una zona montuosa 60 chilometri a sudest della capitale.
11 ottobre 2005. Colpito alla testa da un proiettile partito accidentalmente, il Caporal Maggiore Michele Sanfilippo, 34 anni, viene trovato morto nella camerata del battaglione Genio a Kabul.
5 maggio 2006. Il Tenente Manuel Fiorito, 27 anni, e il Maresciallo Luca Polsinelli, 29 anni, rimangono uccisi nell'esplosione di un ordigno al passaggio di una pattuglia italiana a bordo di due veicoli blindati a sudest di Kabul.
2 luglio 2006. Il Tenente Colonnello Carlo Liguori, 41 anni, muore d'infarto a Herat.
20 settembre 2006. il Caporal Maggiore Giuseppe Orlando, 28 anni, perde la vita nel ribaltamento del mezzo blindato Puma a Chahar Asyab.
26 settembre 2006. Un ordigno esplode al passaggio di una pattuglia italiana sempre a Chahar Asyab. Rimane ucciso il Caporal Maggiore Giorgio Langella, 31 anni, mentre rimangono feriti altri 5 militari italiani. Tra loro il Caporal Maggiore Vincenzo Cardella, che morirà alcuni giorni dopo per le ferite riportate nell'attentato.
24 settembre 2007. L'agente del Sismi Lorenzo D'Auria è ferito gravemente durante un blitz delle forze speciali britanniche per la sua liberazione. Trasportato in Italia, muore qualche giorno dopo.
24 novembre 2007. Un kamikaze si fa esplodere nella valle di Pagman, a 15 chilometri da Kabul. Rimane ucciso il Maresciallo Capo Daniele Paladini, altri tre militari vengono feriti.
13 febbraio 2008. Il Maresciallo Giovanni Pezzulo, 44 anni, viene ucciso e un altro militare rimane ferito, in un attacco con armi da fuoco portatili nel distretto di Uzeebin, a circa 60 chilometri dalla capitale. Pezzulo faceva parte del Cimic Group South di Motta di Livenza, un reparto che si occupa prevalentemente di attività di cooperazione civile-militare.
21 settembre 2008. Il Caporal Maggiore Alessandro Caroppo muore per un malore a Herat prima di montare di guardia.
15 gennaio 2009. Il Maresciallo dell'Aeronautica Arnaldo Forcucci muore per un arresto cardiocircolatorio.
14 luglio 2009. Una pattuglia di paracadutisti della Folgore viene colpita da un ordigno lungo la strada 517, tra Farah e la Ring Road. La violentissima esplosione uccide il Caporal Maggiore Alessandro di Lisio, altri tre soldati italiani rimangono feriti.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, PeaceReporter.net, Corriere.it, Repubblica.it]

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17 settembre 2009
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